PIZZO BRÜNESC (2429 m) in traversata da Fontana a Menzonio
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A volte quando si hanno troppe cose da vedere tutte assieme si rischia di fare pasticci, di vederne solo qualcuna o, non essendo capaci di scegliere, proprio nessuna. Siccome nel mucchio molto vario dei desideri ci stavano, nell'ordine, farne una “bella” in Bavona, andare al Brünesc, vedere la cisterna sottoroccia di Scinghiöra, curiosare l’oratorio della Beata Vergine, con i suoi arredi non convenzionali, di Menzonio, ecco che sono riuscito a mettere insieme una escursione decisamente, per me, interessante.
Partenza a Fontana (600 m) dove si prende il bel sentiero segnalato con direzione Alpe Fiorasca. Questo sentiero è ben noto e molto frequentato, sale ripido il versante destro orografico del rio Larecchia, con stupende scalinate che superano piodate e salti di roccia, tra le quali quella, bellissima (la prima che si incontra, al termine di una placca liscia che si fa annunciare a fianco del sentiero già dalla sua base) che è una delle immagini “totem” della Val Bavona. Lasciato a destra a un bivio il sentiero per le baite di Larecchia il percorso continua ad inerpicarsi con numerosi tratti attrezzati (catene, corde metalliche, una scaletta) fino a quota 2000, dove il sentiero finalmente spiana e porta con una veloce traversata fino alle baite dell’Alpe Fiorasca (2086 m; 3h 15’ da Fontana).
Dalle cascine la traccia segnalata si divide, e seguo quella bassa in direzione delle baite di Piei (2100 m) che si raggiungono in una decina di minuti (anche qui si trovano almeno tre costruzioni sottoroccia). Il percorso verso la bocchetta di Fiorasca sud è evidente e molto bello; il sentiero è stato recentemente sistemato e si innalza lungo il costone a destra del solco della bocchetta propriamente detta. E’ piuttosto ripido ma numerosi gradini in sasso agevolano l’ascesa e si giunge cosi’ ad una sella quota 2305 m leggermente a SE e circa 40 metri piu’ in alto alla bocchetta di Fiorasca sud (1735 m e 4h10' da Fontana). Ora il sentiero, veramente bello, attraversa il versante nord del pizzo Brünesc per poi risalire alla bocchetta situata sulla cresta E del pizzo stesso (2370 m; 65 m e 15' dalla sella q.2305); l’accesso alla bocchetta avviene per un diedro-camino in cui sono state posate alcune sequenza di gradoni in sasso, un signor lavoro!
Dalla bocchetta si scende alcune decine di metri sul sentiero e si deve cercare una vena di quarzo appena a monte dello stesso (l’ometto corrispondente non è ben visibile dal sentiero, l'ho innalzato di buoni 30 cm), come molto bene ha spiegato Varoza nella sua relazione. Io faccio in tempo a scendere troppo e, ingannato da un sentierino di pecore che risale un invitante dosso erboso, a sbagliare canale. Ritrovato il punto di attacco si segue il ripido canale erboso con tracce di sentiero, con l’accortezza, a metà canale, di saltare in quello immediatamente alla sua sinistra, dove su erba o placche rocciose, abbastanza a piacimento, si esce in cresta. Gli ultimi dieci-quindi metri di sviluppo per raggiungere la vetta sono i piu’ impegnativi (ma niente di particolarmente difficoltoso) che obbligano ad usare la mani per brevi e semplici passi di arrampicata, un poco esposti sul versante Fiorasca.
In vetta al Pizzo Brünesc (2429 m; 1960 m e 5h00’ da Fontana) un bello e grasso ometto in sasso; il perché della sua forma è presto evidente: all’interno è cavo ed ospita una gamella con il libro di vetta!
Panorama da paura, sul serio, troppo lungo enumerare tutte le cime che si vedono. Menzioni d’onore al Pizzo Castello e, causa soleggiamento adeguato, allo Zucchero.
Ridisceso al sentiero seguo la traccia (qualche ometto) lungo la cresta est del pizzo per risalire alla Pena (2390 m; 140 m e 1h00’ tra andata e ritorno) già conosciuta 10 giorni fa. Invece di risalire il costone per la via classica ne risalgo stavolta il fianco sud, direttamente fino all’ometto. La traccia di sentiero, appena sistemata, è abbastanza franosa e in alcuni punti delicata; meglio fare da sé!
Ritornato sul sentiero, alla base del Pizzo Brünesc, inizio a scendere via Cantone fino a Spülui. Qui il bello splugo (da cui il nome alla località), che in realtà è una gronda ampliata sul lato nord di un grosso masso è recintato e coperto da un imbarazzante telone bianco; deve essere utilizzato dagli alpigiani che ora caricano l’alpe per mungere le bestie al coperto, ma alla decenza ci deve sempre essere un limite!
Da Spülui invece che il sentiero classico seguo un sentiero, non segnalato, piu’ diretto che attraverso Monte di Cima (di Brontallo) termina direttamente a Scinghiöra. Tale sentiero è stato indicato da una simpatica guida di Margonegia che ho incontrato sulla vetta del Brünesc (indicato, nel senso che lui l’ha preso, questo sentiero, e io l’ho seguito volentieri! Anche solo per vedere posti nuovi!)
Arrivato a Scinghiöra mi porto fino a Scinghiöra di Fuori (ovvero la Scinghiöra di Menzonio) dove a un tornante della strada si trova la cisterna sottoroccia oggetto del mio interesse (pubblicata sul solito libro Vivere tra le pietre). Da Scinghiöra di fuori prendo infine il sentiero diretto verso Menzonio, dove posso osservare l’oratorio della Beata Vergine (molto bello e particolare) e anche la chiesa parrocchiale (con orripilanti riproduzioni di noti affreschi di Piero della Francesca).
Da Menzonio su bel sentiero giungo sulla strada asfaltata e da qui la solita sfacchinata su asfalto (la terza volta in due anni..) fino a Fontana, dove chiudo il cerchio del mio piu’ che soddisfacente giro.
Partenza a Fontana (600 m) dove si prende il bel sentiero segnalato con direzione Alpe Fiorasca. Questo sentiero è ben noto e molto frequentato, sale ripido il versante destro orografico del rio Larecchia, con stupende scalinate che superano piodate e salti di roccia, tra le quali quella, bellissima (la prima che si incontra, al termine di una placca liscia che si fa annunciare a fianco del sentiero già dalla sua base) che è una delle immagini “totem” della Val Bavona. Lasciato a destra a un bivio il sentiero per le baite di Larecchia il percorso continua ad inerpicarsi con numerosi tratti attrezzati (catene, corde metalliche, una scaletta) fino a quota 2000, dove il sentiero finalmente spiana e porta con una veloce traversata fino alle baite dell’Alpe Fiorasca (2086 m; 3h 15’ da Fontana).
Dalle cascine la traccia segnalata si divide, e seguo quella bassa in direzione delle baite di Piei (2100 m) che si raggiungono in una decina di minuti (anche qui si trovano almeno tre costruzioni sottoroccia). Il percorso verso la bocchetta di Fiorasca sud è evidente e molto bello; il sentiero è stato recentemente sistemato e si innalza lungo il costone a destra del solco della bocchetta propriamente detta. E’ piuttosto ripido ma numerosi gradini in sasso agevolano l’ascesa e si giunge cosi’ ad una sella quota 2305 m leggermente a SE e circa 40 metri piu’ in alto alla bocchetta di Fiorasca sud (1735 m e 4h10' da Fontana). Ora il sentiero, veramente bello, attraversa il versante nord del pizzo Brünesc per poi risalire alla bocchetta situata sulla cresta E del pizzo stesso (2370 m; 65 m e 15' dalla sella q.2305); l’accesso alla bocchetta avviene per un diedro-camino in cui sono state posate alcune sequenza di gradoni in sasso, un signor lavoro!
Dalla bocchetta si scende alcune decine di metri sul sentiero e si deve cercare una vena di quarzo appena a monte dello stesso (l’ometto corrispondente non è ben visibile dal sentiero, l'ho innalzato di buoni 30 cm), come molto bene ha spiegato Varoza nella sua relazione. Io faccio in tempo a scendere troppo e, ingannato da un sentierino di pecore che risale un invitante dosso erboso, a sbagliare canale. Ritrovato il punto di attacco si segue il ripido canale erboso con tracce di sentiero, con l’accortezza, a metà canale, di saltare in quello immediatamente alla sua sinistra, dove su erba o placche rocciose, abbastanza a piacimento, si esce in cresta. Gli ultimi dieci-quindi metri di sviluppo per raggiungere la vetta sono i piu’ impegnativi (ma niente di particolarmente difficoltoso) che obbligano ad usare la mani per brevi e semplici passi di arrampicata, un poco esposti sul versante Fiorasca.
In vetta al Pizzo Brünesc (2429 m; 1960 m e 5h00’ da Fontana) un bello e grasso ometto in sasso; il perché della sua forma è presto evidente: all’interno è cavo ed ospita una gamella con il libro di vetta!
Panorama da paura, sul serio, troppo lungo enumerare tutte le cime che si vedono. Menzioni d’onore al Pizzo Castello e, causa soleggiamento adeguato, allo Zucchero.
Ridisceso al sentiero seguo la traccia (qualche ometto) lungo la cresta est del pizzo per risalire alla Pena (2390 m; 140 m e 1h00’ tra andata e ritorno) già conosciuta 10 giorni fa. Invece di risalire il costone per la via classica ne risalgo stavolta il fianco sud, direttamente fino all’ometto. La traccia di sentiero, appena sistemata, è abbastanza franosa e in alcuni punti delicata; meglio fare da sé!
Ritornato sul sentiero, alla base del Pizzo Brünesc, inizio a scendere via Cantone fino a Spülui. Qui il bello splugo (da cui il nome alla località), che in realtà è una gronda ampliata sul lato nord di un grosso masso è recintato e coperto da un imbarazzante telone bianco; deve essere utilizzato dagli alpigiani che ora caricano l’alpe per mungere le bestie al coperto, ma alla decenza ci deve sempre essere un limite!
Da Spülui invece che il sentiero classico seguo un sentiero, non segnalato, piu’ diretto che attraverso Monte di Cima (di Brontallo) termina direttamente a Scinghiöra. Tale sentiero è stato indicato da una simpatica guida di Margonegia che ho incontrato sulla vetta del Brünesc (indicato, nel senso che lui l’ha preso, questo sentiero, e io l’ho seguito volentieri! Anche solo per vedere posti nuovi!)
Arrivato a Scinghiöra mi porto fino a Scinghiöra di Fuori (ovvero la Scinghiöra di Menzonio) dove a un tornante della strada si trova la cisterna sottoroccia oggetto del mio interesse (pubblicata sul solito libro Vivere tra le pietre). Da Scinghiöra di fuori prendo infine il sentiero diretto verso Menzonio, dove posso osservare l’oratorio della Beata Vergine (molto bello e particolare) e anche la chiesa parrocchiale (con orripilanti riproduzioni di noti affreschi di Piero della Francesca).
Da Menzonio su bel sentiero giungo sulla strada asfaltata e da qui la solita sfacchinata su asfalto (la terza volta in due anni..) fino a Fontana, dove chiudo il cerchio del mio piu’ che soddisfacente giro.
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