Engadina cap V: Piz Ot (3246)
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Finalmente il Piz Ot, da tanto tempo desiderato anche grazie alle numerosi relazioni che si ha modo di leggere su questa piattaforma.
Per il tentativo a questa impegnativa vetta, mi affido a un compagno d'eccezione turistalpi, eccezionale conoscitore dell'Engadina che ha salito innumerevoli volte il Piz e che, particolare non trascurabile, si rivelerà di gran compagnia durante la lunga giornata.
Per il dettaglio del percorso (peraltro molto noto e facilitato da innumerevoli segnavia) non posso che lasciar la parola al "maestro" (che relazionerà in proprio). Io mi limito a qualche considerazione generale:
invece di partire da San Peter di Samedan come fanno quasi tutti, ci portiamo con l'automobile all'alpe Muntarutsch dove si trova un bel parcheggio gratuito (cosa rara in Engadina) proprio di fronte al poligono di tiro.
Da questo punto, prima su starrata, poi su ampi sentieri si supera il costone che sovrasta Samedan e si esce nella Valletta, splendido altopiano alle pendici del Piz Padella, carico di bestiame. Una passeggiata dentro questo paesaggio idilliaco, sebbene il meteo non sia dei migliori, vale la gita e metti caso le condizioni climatiche fossero peggiorate, mi sarei ampiamente accontentato di quanto visto.
Alla fine della Valletta, su un sasso, si trova una prima deviazione per il Piz Ot, probabilmente la più veloce ma di sicuro la più ostica, pertanto la ignoriamo e procediamo su ottimo sentiero sino al bivio ufficiale segnalato su pannello. Il meteo migliora e per la prima volta l'Ot si manifesta nella sua imponenza ed esteticità. Sembra un Pizzo di Claro in grande o un Cervino in piccolo, a seconda dei punti di vista.
Ancora in situazione pianeggiante si costeggia un piccolo laghetto dalle acque cristalline e, a questo punto, comincia l'attacco vero e proprio alla vetta che si svolge si pietraia piuttosto agevole alternata a terreno sabbioso un po' sdruccciolevole sino a superare un "mammellone pianeggiante e caratteristicamente addobbato da molto ometti.
Dopo il "mammellone", la salita si fa divertente su roccia solida e attrezzata con catene e ringhiere a garantire la sicurezza dell'escursionista.
In breve si è in vetta, dove il panorama è maestoso, o meglio, dovrebbe esserlo, perchè nuvole alte stazionano sulle vette più alte. Tuttavia, una brezza leggera, muove questi cumuli e, a tratti, si rendono visibili alcune cimne interessanti quali Piz Julier, Piz Albana, Piz Nair, Piz Palù, Piz Languard e tutta un'infinità di elevazioni che Enrico elenca con grande sicurezza, avendole salite quasi tutte (beato lui)!
Nessun problema in discesa, a parte le solite insicurezze del sottoscritto e rientro in gran serenità, a coronamento di una giornata speciale.
Sviluppo: 20 km circa; SE: 35 km circa.
Tempi comprensivi di abbondanti pause tra cui 1 h in vetta, dove il clima molto mite invitava al soggiorno.
Per il tentativo a questa impegnativa vetta, mi affido a un compagno d'eccezione turistalpi, eccezionale conoscitore dell'Engadina che ha salito innumerevoli volte il Piz e che, particolare non trascurabile, si rivelerà di gran compagnia durante la lunga giornata.
Per il dettaglio del percorso (peraltro molto noto e facilitato da innumerevoli segnavia) non posso che lasciar la parola al "maestro" (che relazionerà in proprio). Io mi limito a qualche considerazione generale:
invece di partire da San Peter di Samedan come fanno quasi tutti, ci portiamo con l'automobile all'alpe Muntarutsch dove si trova un bel parcheggio gratuito (cosa rara in Engadina) proprio di fronte al poligono di tiro.
Da questo punto, prima su starrata, poi su ampi sentieri si supera il costone che sovrasta Samedan e si esce nella Valletta, splendido altopiano alle pendici del Piz Padella, carico di bestiame. Una passeggiata dentro questo paesaggio idilliaco, sebbene il meteo non sia dei migliori, vale la gita e metti caso le condizioni climatiche fossero peggiorate, mi sarei ampiamente accontentato di quanto visto.
Alla fine della Valletta, su un sasso, si trova una prima deviazione per il Piz Ot, probabilmente la più veloce ma di sicuro la più ostica, pertanto la ignoriamo e procediamo su ottimo sentiero sino al bivio ufficiale segnalato su pannello. Il meteo migliora e per la prima volta l'Ot si manifesta nella sua imponenza ed esteticità. Sembra un Pizzo di Claro in grande o un Cervino in piccolo, a seconda dei punti di vista.
Ancora in situazione pianeggiante si costeggia un piccolo laghetto dalle acque cristalline e, a questo punto, comincia l'attacco vero e proprio alla vetta che si svolge si pietraia piuttosto agevole alternata a terreno sabbioso un po' sdruccciolevole sino a superare un "mammellone pianeggiante e caratteristicamente addobbato da molto ometti.
Dopo il "mammellone", la salita si fa divertente su roccia solida e attrezzata con catene e ringhiere a garantire la sicurezza dell'escursionista.
In breve si è in vetta, dove il panorama è maestoso, o meglio, dovrebbe esserlo, perchè nuvole alte stazionano sulle vette più alte. Tuttavia, una brezza leggera, muove questi cumuli e, a tratti, si rendono visibili alcune cimne interessanti quali Piz Julier, Piz Albana, Piz Nair, Piz Palù, Piz Languard e tutta un'infinità di elevazioni che Enrico elenca con grande sicurezza, avendole salite quasi tutte (beato lui)!
Nessun problema in discesa, a parte le solite insicurezze del sottoscritto e rientro in gran serenità, a coronamento di una giornata speciale.
Sviluppo: 20 km circa; SE: 35 km circa.
Tempi comprensivi di abbondanti pause tra cui 1 h in vetta, dove il clima molto mite invitava al soggiorno.
Tourengänger:
rochi
Communities: Hikr in italiano
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Kommentare (3)