Pizzo Badile (3308 m) Spigolo Nord
|
||||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |

Albeggia...le frontali sono accese già da un pò...mentre ci avviciniamo allo Spigolo le ansie e i timori lasciano il posto al desiderio di iniziare a sentire la ruvidità del granito, di toccare queste rocce che i grandi dell'alpinismo hanno tanto amato... Oggi, più che mai, quello che conta è il viaggio e non la meta.
Finalmente ci imbraghiamo, davanti a noi 1000 metri di sviluppo e 800 m di dislivello, poi la cresta ed infine la cima. Il patto è chiaro: se non riusciamo a salire torniamo indietro facendo delle calate...ma saliamo, senza mai, neanche per un attimo, il dubbio di non riuscire ad arrivare in vetta.
La via è lunga, i numeri scritti non riescono a far capire quanto, ma abbiamo tempo e vogliamo goderci ogni attimo di questo incredibile posto, di questo sogno che si realizza.
Salgo da prima e ne sento tutta la responsabilità...talvolta riesco a fare tiri molti lunghi, altre volte solo di pochi metri, ma tiro dopo tiro ci avviciniamo alla fine della salita...un paio di volte sbaglio la linea di salita e mi ritrovo dapprima a lottare con un tetto strapiombante (qualcosa in più del V !), poi su una bella punta aguzza che non porta da nessuna parte, ma alla fine il sogno si realizza e siamo in vetta!!!
Il programma originale prevede la discesa verso il rifugio Gianetti con le corde e non per la normale, ma decidiamo di trascorrere la notte nel Bivacco a pochi metri dalla vetta (scelta che si rivela ottima visti un paio di incastri di corda, con relativo recupero durante la discesa del giorno dopo ), così dopo un'abbondante (?!) cena spegniamo le frontali e come per magia siamo tra le stelle.
La stanchezza, comincia a farsi sentire, così ci ritiriamo nel Bivacco (le cuccette del treno sono più spaziose!) e tolte le scarpe ci infiliamo sotto le coperte.
All'alba ci alziamo infreddoliti e, dopo un'abbondante colazione (?!) iniziamo a scendere verso il rifugio, alternando calate da 25 m a calate da 60 m, fino a metter piede su un insidioso nevaio che superiamo ancora legati utilizzando la calata come sicura...poi non ci resta che arrivare al rifugio, dove il gestore ci accoglie come due vecchi amici e dove, prima di scendere a Bagni di Masino, ci gustiamo il meritato pranzo, un buon bicchiere di rosso e una bella dormita al sole.
Il sentiero per il paese è infinito, come infinito è il recupero dell'auto lasciata a Laret (si parte e si arriva in due posti diversi, per cui ci siamo organizzati con due auto), ma ne vale la pena.
Raccontare lo Spigolo non è semplice...
tecnicamente si può dire che la difficoltà, seguendo il giusto percorso, è data come IV, IV+,V, e che l' esposizione è totale ( in un paio di passaggi sembra di camminare nell'aria!) e che mentre la prima parte è ben chiodata nella seconda parte sono presenti solo le soste, ogni 25 metri circa...
emozionalmente...certe cose non si raccontano, si vivono.

tanta roba è la prima cosa che mi viene in mente osservando lo Spigolo dal rifugio.
So già che la fatica sarà tanta, ma un pensiero mi fa felice: domani sarò la in cima... già, perché se Laura ritiene la cosa fattibile vuol dire che domani guarderò dall'alto un altro sogno realizzato.
Al mattino, mentre ci prepariamo, Lei guarda la via...è tranquilla e sale da prima....un tiro, poi un altro e via così per diverse ore. Mi sento sempre meglio, mi fido della compagna, so che quando mi dice "sali"sono assicurato come si deve; a volte la vedo sparire dietro qualche spigolo e vedo la corda che va e penso: ma quanto è lungo questo tiro...?
Saliamo con calma, siamo soli e ci vogliamo godere la salita metro per metro; se si farà tardi ci fermeremo al bivacco a dormire. Alla fine dello spigolo percorriamo la cresta domandandoci dove si nasconde la vetta...finchè un triangolo bianco ci comunica che siamo arrivati!!!
Il sole sta tramontando, mettiamo lecose nel Bivacco e mangiamo, poi quando arriva il buio il cielo ci lascia senza fiato:le stelle brillano nitide come non mai e a valle si vedono piccolissime le luci dei paesi e tutt'attorno la notte; la stanchezza però è tanta e vestiti, con tanto di piumino e cappuccio, ci corichiamo sperando di riuscire a dormire qualche ora.
Verso le otto, con calma, cerchiamo il primo anello di calata e una volta trovato cominciamo a calarci verso la Gianetti non seguiamo la via ufficiale ma scendiamo restando a sx dove approdiamo su un bel nevaio quindi per pietraie e tracce di sentiero fino al rifugio.
Scendendo, piu' volte mi giro e guardo il Badile, questa cima mi resterà dentro, per tutto quello che ho dovuto dare e che mi ha dato.
Un grazie a Laura per le emozioni vissute .
P.S.
La strada che porta a Laret costa 12 frs ...pure il recupero auto ne costa altrettanto....
Tourengänger:
Laura.

Communities: Hikr in italiano, T6
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (39)