Staldhorn (2463 m) e Straffelgrat (2633 m) - anello dal Passo del Sempione
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Oggi parto tardi a causa di un impegno in mattinata, mi metto in macchina direzione Val d'Ossola senza aver bene idea di dove andare.
Arrivato in Ossola però noto grossi nuvoloni (non previsti) che coprono le cime più alte, quindi ad una ad una scarto le varie uscite della superstrada finchè non mi resta che andare al Sempione.
Lì il tempo è una meraviglia, le nuvole sono tutte addossate alla cresta di confine e al Fletschhorn, il resto del cielo è azzurro e fantasticamente limpido.
Ci sono diverse cime che voglio fare in zona, quindi inizio a camminare senza un itinerario ben preciso in mente, ma tenendomi aperte diverse possibilità.
Dietro al ristorante del Passo imbocco un sentiero, senza indicazioni, che attraversando i prati e risalendo alcuni dossi erbosi, mi porta alle baite di Hopsche, con un percorso decisamente più breve della noiosa stradina asfaltata.
Qui ritrovo i segnavia bianco-rossi del sentiero che sale verso lo Spitzhorli e lo seguo fino al bivio per Galmji, dove decido di svoltare a destra per puntare alla prima cima di giornata, lo Staldhorn.
Il sentiero sale con dolce pendenza fino alla sella di Galmji, quindi, pochi metri prima della palina del passo, si stacca a destra una traccia, non indicata ma abbastanza evidente, in direzione della vetta.
Senza alcuna difficoltà raggiungo la croce dello Staldhorn (1 h 05), cima sicuramente non prestigiosa ma dallo spettacolare panorama.
Scatto innumerevoli foto quindi torno indietro fino a Galmji, dove decido di prendere il sentiero verso Lengritz, per aggirare da nord il Tochuhorn.
Avevo letto una sola relazione su questo sentiero e sulle carte è segnato come sentiero secondario, non mi aspettavo certo di trovare una palina segnavia (un pò sbiadita a dir la verità) che lo indicasse.
Inizia ora il tratto più impegnativo dell'escursione.
Dapprima una breve risalita a tornantini, ripida ma senza difficoltà, quindi si attraversa una prima pietraia, pianeggiante e con alcuni massi piatti messi a mo' di passerella per facilitare il passaggio.
Superata questa pietraia si affronta un breve traverso leggermente esposto quindi si scollina ad una selletta (quotata 2493 m sulla CNS), dove inizia una vera e propria picchiata verso un'altra pietraia sottostante, oltre la quale è ben visibile la baita di Lengritz.
Percorro con estrema cautela l'esile sentierino, dal fondo alquanto instabile, che scende a tornantini il ripidissimo pendio, quindi finita la discesa entro nella seconda vasta pietraia.
Aggiro un primo nevaietto muovendomi con attenzione tra le pietre, quindi un secondo più ampio sono costretto ad attraversarlo, scegliendo il punto in cui la lingua di neve è più stretta. Raggiunta la baita di Lengritz (2 h 15), finalmente posso tirare il fiato e rilassarmi un pò.
Il sentiero si fa ora largo e comodo e l'ambiente cambia radicalmente, niente più pietraie e dirupi ma prati fioriti ed ampi pianori.
Raggiungo il laghetto di Undre Rossusee e poco dopo incrocio il sentiero che sale dal Passo del Sempione verso lo Spitzhorli. Qui mi si aprono diverse possibilità, ci metto comunque pochi secondi a designare come prossima meta lo Straffelgrat, la bella cresta davanti a me.
Avendo letto parecchie relazioni in merito, prendo il sentiero (non indicato ma ben evidente) che sale a tornanti e raggiunge il passo di Inneri Nanzlicke, dove svolto a sinistra ed inizio il fantastico tratto sulla facile ma super panoramica cresta.
Raggiungo la cima più alta dello Straffelgrat (3 h 00), quella quotata 2633 m, quindi, sempre sul filo di cresta, scendo verso la cima orientale.
Il panorama è uno dei migliori che abbia mai visto: davanti a me Hubschhorn, Leone e Terrarossa, alla mia sinistra Finsteraarhorn, Aletschhorn e Aletschgletscher, dietro di me il Bietschhorn e alla mia destra Fletschhorn, e, più lontani, Mischabel e Weisshorn. Davvero uno spettacolo impareggiabile!
Raggiunta la cima orientale abbandono la cresta e scendo liberamente il ripido ma abbordabile pendio sud verso il laghetto sottostante. Qui ritrovo un buon sentierino che a mezza costa ed in leggera discesa torna verso nord, aggirando in pratica la cima est dello Straffelgrat da cui sono appena sceso.
Supero un brevissimo tratto (un paio di metri) di roccette leggermente esposto (talmente facile da non impensierire neanche un fifone come me), quindi, attraversando dolci prati, sbuco nuovamente sul largo sentiero che sale dal Sempione allo Spitzhorli.
Ovviamente svolto in direzione del Passo del Sempione e, con una tranquilla discesa, ripasso dal bivio per Galmji dove avevo svoltato stamane e torno a Hopsche (4 h 45). Qui mi concedo una bella sosta relax e pediluvio al laghetto, quindi rientro in pochi minuti di comoda stradina, alla macchina (5 h 00).
Escursione davvero fantastica, specialmente in una giornata del genere. Nonostante il dislivello modesto è un giro davvero soddisfacente e appagante anche dal punto di vista fisico, a fine gita ero abbastanza cotto!
Si cammina per buona parte del tempo su sentieri secondari, spesso senza segnavia ma comunque ben evidenti, certo la segnaletica in zona non è il massimo ma, cartina alla mano, è impossibile sbagliare.
Arrivato in Ossola però noto grossi nuvoloni (non previsti) che coprono le cime più alte, quindi ad una ad una scarto le varie uscite della superstrada finchè non mi resta che andare al Sempione.
Lì il tempo è una meraviglia, le nuvole sono tutte addossate alla cresta di confine e al Fletschhorn, il resto del cielo è azzurro e fantasticamente limpido.
Ci sono diverse cime che voglio fare in zona, quindi inizio a camminare senza un itinerario ben preciso in mente, ma tenendomi aperte diverse possibilità.
Dietro al ristorante del Passo imbocco un sentiero, senza indicazioni, che attraversando i prati e risalendo alcuni dossi erbosi, mi porta alle baite di Hopsche, con un percorso decisamente più breve della noiosa stradina asfaltata.
Qui ritrovo i segnavia bianco-rossi del sentiero che sale verso lo Spitzhorli e lo seguo fino al bivio per Galmji, dove decido di svoltare a destra per puntare alla prima cima di giornata, lo Staldhorn.
Il sentiero sale con dolce pendenza fino alla sella di Galmji, quindi, pochi metri prima della palina del passo, si stacca a destra una traccia, non indicata ma abbastanza evidente, in direzione della vetta.
Senza alcuna difficoltà raggiungo la croce dello Staldhorn (1 h 05), cima sicuramente non prestigiosa ma dallo spettacolare panorama.
Scatto innumerevoli foto quindi torno indietro fino a Galmji, dove decido di prendere il sentiero verso Lengritz, per aggirare da nord il Tochuhorn.
Avevo letto una sola relazione su questo sentiero e sulle carte è segnato come sentiero secondario, non mi aspettavo certo di trovare una palina segnavia (un pò sbiadita a dir la verità) che lo indicasse.
Inizia ora il tratto più impegnativo dell'escursione.
Dapprima una breve risalita a tornantini, ripida ma senza difficoltà, quindi si attraversa una prima pietraia, pianeggiante e con alcuni massi piatti messi a mo' di passerella per facilitare il passaggio.
Superata questa pietraia si affronta un breve traverso leggermente esposto quindi si scollina ad una selletta (quotata 2493 m sulla CNS), dove inizia una vera e propria picchiata verso un'altra pietraia sottostante, oltre la quale è ben visibile la baita di Lengritz.
Percorro con estrema cautela l'esile sentierino, dal fondo alquanto instabile, che scende a tornantini il ripidissimo pendio, quindi finita la discesa entro nella seconda vasta pietraia.
Aggiro un primo nevaietto muovendomi con attenzione tra le pietre, quindi un secondo più ampio sono costretto ad attraversarlo, scegliendo il punto in cui la lingua di neve è più stretta. Raggiunta la baita di Lengritz (2 h 15), finalmente posso tirare il fiato e rilassarmi un pò.
Il sentiero si fa ora largo e comodo e l'ambiente cambia radicalmente, niente più pietraie e dirupi ma prati fioriti ed ampi pianori.
Raggiungo il laghetto di Undre Rossusee e poco dopo incrocio il sentiero che sale dal Passo del Sempione verso lo Spitzhorli. Qui mi si aprono diverse possibilità, ci metto comunque pochi secondi a designare come prossima meta lo Straffelgrat, la bella cresta davanti a me.
Avendo letto parecchie relazioni in merito, prendo il sentiero (non indicato ma ben evidente) che sale a tornanti e raggiunge il passo di Inneri Nanzlicke, dove svolto a sinistra ed inizio il fantastico tratto sulla facile ma super panoramica cresta.
Raggiungo la cima più alta dello Straffelgrat (3 h 00), quella quotata 2633 m, quindi, sempre sul filo di cresta, scendo verso la cima orientale.
Il panorama è uno dei migliori che abbia mai visto: davanti a me Hubschhorn, Leone e Terrarossa, alla mia sinistra Finsteraarhorn, Aletschhorn e Aletschgletscher, dietro di me il Bietschhorn e alla mia destra Fletschhorn, e, più lontani, Mischabel e Weisshorn. Davvero uno spettacolo impareggiabile!
Raggiunta la cima orientale abbandono la cresta e scendo liberamente il ripido ma abbordabile pendio sud verso il laghetto sottostante. Qui ritrovo un buon sentierino che a mezza costa ed in leggera discesa torna verso nord, aggirando in pratica la cima est dello Straffelgrat da cui sono appena sceso.
Supero un brevissimo tratto (un paio di metri) di roccette leggermente esposto (talmente facile da non impensierire neanche un fifone come me), quindi, attraversando dolci prati, sbuco nuovamente sul largo sentiero che sale dal Sempione allo Spitzhorli.
Ovviamente svolto in direzione del Passo del Sempione e, con una tranquilla discesa, ripasso dal bivio per Galmji dove avevo svoltato stamane e torno a Hopsche (4 h 45). Qui mi concedo una bella sosta relax e pediluvio al laghetto, quindi rientro in pochi minuti di comoda stradina, alla macchina (5 h 00).
Escursione davvero fantastica, specialmente in una giornata del genere. Nonostante il dislivello modesto è un giro davvero soddisfacente e appagante anche dal punto di vista fisico, a fine gita ero abbastanza cotto!
Si cammina per buona parte del tempo su sentieri secondari, spesso senza segnavia ma comunque ben evidenti, certo la segnaletica in zona non è il massimo ma, cartina alla mano, è impossibile sbagliare.
Tourengänger:
peter86

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Kommentare (3)