Pizzo Molare 2585 m
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Il Pizzo Molare è una delle cime più frequentate delle Alpi ticinesi, come testimoniano le innumerevoli iscrizioni presenti nell'ormai pieno libro di vetta. Tuttavia l'ascensione di questo panoramico belvedere richiede una discreta capacità d'orientamento in quanto i sentieri e la segnaletica sono piuttosto carenti, soprattutto per quanto riguarda l'ascesa alla Bocchetta di Sasso Bianco.
Raggiungiamo il paesino di Molare a mattina inoltrata. La giornata si preannuncia soleggiata e calda e ciò ci consente di alleggerire notevolmente lo zaino. Ci inoltriamo quindi lungo la stradina che sale fino a Riell Scür, dove vi sono limitate possibilità di posteggio. Qui imbocchiamo il sentiero che conduce alla Bassa di Nara. Il primo tratto è in discesa. Una volta guadato il Ri di Stou a quota 1565 metri, il sentiero comincia a salire nel Bosco della Fornace per poi transitare da Chèrz. Alle tre cascine dell'Alpe Nara si arriva dopo poco più di 1 h di cammino dalla partenza. Il Poncione di Nara si erge imponente sopra l'alpe. Da qui è anche visibile il prossimo punto di passaggio, ovvero la Bassa di Nara, la quale collega la Leventina con la Val di Blenio. Giunti alla Bassa ci concediamo una piccola pausa dopodiché saliamo sulla sinistra in direzione del Pizzo di Nara che raggiungiamo 15' più tardi. Qui finisce il sentiero marcato. Scendiamo quindi lungo la cresta NO, erbosa e con qualche blocco facilmente superabile, fino a raggiungere una traccia di sentiero (visibile anche sulla CNS) che conduce nuovamente in cresta a quota 2247 metri. La traccia scende per alcune decine di metri per poi scomparire tra gli enormi massi delle Gane di Sasso Sprügh. Evitiamo sulla destra alcuni nevai, che torneranno utili in discesa, per inerpicarci sul versante erboso attraversato talvolta da sentierini in direzione della Bocchetta di Sasso Bianco, ben visibile appunto per via di un enorme macigno di dolomia bianca. Lungo il pendio troviamo numerosi resti di animali che probabilmente non ce l'hanno fatta a superare l'inverno: ossa, corna, mandibole e pure una colonna vertebrale intatta! Raggiunta la bocchetta ci fermiamo per una pausa. Poi risaliamo la cresta SO, solcata da un sentiero, fino in cima al Pizzo Molare, 2585 metri. Dopo circa 3 h 30' di salita siamo in vetta. Felici e contenti ci sediamo e ci prepariamo un paio di panini. Il panorama è veramente vasto. La vista spazia su numerose cime, ancora parzialmente innevate. Dopo un'oretta di permanenza in vetta iniziamo la discesa. Seguiamo la stesso percorso di salita, sfruttando anche un paio di lunghi nevai, fino al punto quotato 2247 metri. Qui decidiamo di scendere direttamente in direzione dell'Alpe Nara, così da non dover tornare ancora alla Bassa di Nara. La scelta si rivela solo in parte azzeccata in quanto la presenza di estese pietraie richiede attenzione rallentando l'andatura. Poco dopo l'alpe troviamo un ruscello che ci consente di rinfrescarci un po' prima dell'ultimo tratto di discesa nel bosco che ci riporterà a Molare.
Raggiungiamo il paesino di Molare a mattina inoltrata. La giornata si preannuncia soleggiata e calda e ciò ci consente di alleggerire notevolmente lo zaino. Ci inoltriamo quindi lungo la stradina che sale fino a Riell Scür, dove vi sono limitate possibilità di posteggio. Qui imbocchiamo il sentiero che conduce alla Bassa di Nara. Il primo tratto è in discesa. Una volta guadato il Ri di Stou a quota 1565 metri, il sentiero comincia a salire nel Bosco della Fornace per poi transitare da Chèrz. Alle tre cascine dell'Alpe Nara si arriva dopo poco più di 1 h di cammino dalla partenza. Il Poncione di Nara si erge imponente sopra l'alpe. Da qui è anche visibile il prossimo punto di passaggio, ovvero la Bassa di Nara, la quale collega la Leventina con la Val di Blenio. Giunti alla Bassa ci concediamo una piccola pausa dopodiché saliamo sulla sinistra in direzione del Pizzo di Nara che raggiungiamo 15' più tardi. Qui finisce il sentiero marcato. Scendiamo quindi lungo la cresta NO, erbosa e con qualche blocco facilmente superabile, fino a raggiungere una traccia di sentiero (visibile anche sulla CNS) che conduce nuovamente in cresta a quota 2247 metri. La traccia scende per alcune decine di metri per poi scomparire tra gli enormi massi delle Gane di Sasso Sprügh. Evitiamo sulla destra alcuni nevai, che torneranno utili in discesa, per inerpicarci sul versante erboso attraversato talvolta da sentierini in direzione della Bocchetta di Sasso Bianco, ben visibile appunto per via di un enorme macigno di dolomia bianca. Lungo il pendio troviamo numerosi resti di animali che probabilmente non ce l'hanno fatta a superare l'inverno: ossa, corna, mandibole e pure una colonna vertebrale intatta! Raggiunta la bocchetta ci fermiamo per una pausa. Poi risaliamo la cresta SO, solcata da un sentiero, fino in cima al Pizzo Molare, 2585 metri. Dopo circa 3 h 30' di salita siamo in vetta. Felici e contenti ci sediamo e ci prepariamo un paio di panini. Il panorama è veramente vasto. La vista spazia su numerose cime, ancora parzialmente innevate. Dopo un'oretta di permanenza in vetta iniziamo la discesa. Seguiamo la stesso percorso di salita, sfruttando anche un paio di lunghi nevai, fino al punto quotato 2247 metri. Qui decidiamo di scendere direttamente in direzione dell'Alpe Nara, così da non dover tornare ancora alla Bassa di Nara. La scelta si rivela solo in parte azzeccata in quanto la presenza di estese pietraie richiede attenzione rallentando l'andatura. Poco dopo l'alpe troviamo un ruscello che ci consente di rinfrescarci un po' prima dell'ultimo tratto di discesa nel bosco che ci riporterà a Molare.
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