Pizzo di Claro per la via Lumino (SSE): un sogno divenuto realtà!
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Rocco rochi dice:

Grazie alla meticolosa preparazione di Giulio (comprendente la non banale ricognizione descritta nella sua ultima relazione), l'avvicinamento non ha presentato intoppi e si è potuti lasciare l'auto ad una buona quota (ben sopra l'alpe Prepiantò) dove finisce la strada carrozzabile chiusa da una sbarra.
Si prosegue dunque per un breve tratto su sterrato e poi si comincia a salire a sinistra su sentiero segnalato che adduce all'alpe Palazi.
Dall'alpe, dove vi è una fontana, si continua a salire su comodi tornanti una costa disseminata di rododendri, per la maggior parte in fiore.
Si perviene così ad un pianoro dove, al momento del nostro passaggio, una buona mandria di vacche nutrici con vitelli pascolava vigilata da due simpatici cagnoni e dall'altrettanto cordiale pastore, dedito al taglio del bosco.
A questo punto la vetta del Pizzo di Claro, così come la cresta che dovremmo percorrere è ben visibile e...piuttosto lontana. Si punta dunque la meta, si supera l'alpe di Mem (presumibilmente ultima opportunità di rifornimento acqua in ruscello), si risale un costolone e ci si immette nell'ampio Pian de Baitel, solcato da numerosi acquitrini.
Si attraversa, sempre puntando al Pizzo e si cominciano a risalire sulla sinistra ampie pietraie alternate a ripidi prati sino a uscire finalmente in cresta e incontrare il sentiero che giunge dal paso di Mem, ben visibile a sud, insieme alle due vette opposte: Piz de Molinera e Piz Martum.
Il sentiero punta all'attacco della via Lumino e, per qualche tempo resta segnato bianco/rosso.
Poi, i bolli diventano bianchi e insieme alla tanto desiderata Via, comincia una certa emozione, frammista all'incertezza del risultato. La presenza di Giulio, tuttavia ci conforta e ci rassicura.
Sino a questo punto si può gradare il percorso T3, da qui in poi le cose si fanno un po' più serie. Occorre infatti mettere giù le mani e procedere in verticale su buona roccia in più di un'occasione e, quando non si scala, occorre prestare decisa attenzione su cengette prative abbastanza esposte e pendii instabili e friabili.
Procediamo comunque spediti e, dopo circa un'ora di Via Lumino, superato senza pestarlo, l'unico nevaio residuo incontrato (si ha l'impressione che in presenza di neve e ghiaccio la Via sia ben più impegnativa), siamo finalmente in vetta, cima Sud dove vi è una croce.
Qui incontriamo un gruppetto di escursionisti (di cui due ragazzi molto giovani: bravi!) e un signore che ci chiede dello stato di visibilità dei bolli bianchi. Mentre rispondiamo (positivamente), ci accorgiamo che ha in mano una latta di vernice bianca: scenderà a ripassarli, ci dice e aggiunge che è proprio lui l'inventore della Via Lumino. Questo ci emoziona, inutile negarlo, tanto da immortalarlo, fiero, in una bella fotografia.
Per il meritato pranzo, decidiamo di migrare sulla più selvaggia vetta Nord raggiungibile velocemente con un agevole tratto di cresta di collegamento. Mentre pranziamo, passiamo in rassegna le vette vicine e lontane che questo splendido posto regala: impressionanti in particolare il Torrone Rosso che sovrasta il lago di Canee su cui galleggiano gli ultimi iceberg, le sempre intriganti vette della Verzasca e, sull'altro lato della Mesolcina, il Pizzo Paglia con un versante ancora innevato.
Per il ritorno, seguiamo per un abbondante tratto di discesa il sentiero della normale all'alpe Stabveder, superiamo il famoso omone di pietra e, abbassateci ancora un po', deviamo dal sentiero per puntare, ora su antipatiche pietraie, ora su prati, il Pian de Baitel, l'alpe di Mem e la via del ritorno finale uguale a quella dell'andata.
Giulio gbal dice:
Dopo aver covato a lungo questa idea, dopo aver rintracciato indicazioni sul Web e carta (es.: rel. ivanbutti), dopo aver preso contatti con rochi per farla assieme e aver fatto la mia ricognizione settimana scorsa finalmente….si va!
E’ anche l’occasione per conoscerci di persona e per conoscere il simpatico e giovane suo amico Matteo, futura recluta di Hikr, che ci accompagna, anzi spesso ci precede nella nostra escursione. Guadagnamo un centinaio di metri a tavolino lasciando l’auto nel parcheggio sopra Prepiantò scoperto durante la ricognizione e seguiamo, per il resto, il mio recente itinerario per le Alpi Palazi e de Mem fino a salire sulla cresta Piz de Molinera-Pizzo di Claro a q.2380; stavolta non facciamo il giro alto su infinita pietraia col quale ho evitato l’Alp de Mem e probabilmente abbiamo guadagnato tempo malgrado la discesa e la risalita. Durante la salita in cresta procediamo in ordine di età, il giovane avanti, il più anziano in retroguardia…..per forza di cose. Poi raggiungiamo l’attacco della Via Lumino a q.2508 dove arrivai la scorsa settimana e lì mi vengono cedute le redini del comando. Ripercorro la parte già vista e poi, tutto nuovo anche per me. I due “clienti” mi seguono anche quando mi avventuro sulle placche più divertenti (e difficili) da arrampicare anziché cercare, quando c’è, una via alternativa più facile. Qualche momento di perplessità di Matteo che soffre un po’ l’esposizione subito scacciato controllando le sue emozioni. Con gagliardia i tre “moschettieri” approdano alla Vetta Sud costeggiando le ultime rocce che precipitano verso Pian del Baitel; in cima è già in sosta un gruppetto di persone e fra queste si presenta, incredibile, l’inventore/manutentore della Via Lumino o almeno così ci viene detto. Strette di mano, foto e poi subito la conquista della vicina Vetta Nord dove consumiamo il nostro pranzo e ci concediamo una mezz’ora di sosta. Abbandonata a malincuore la cima e il panorama che da essa si gode torniamo verso il Pian del Baitel abbandonando l’idea iniziale di discendere il canalone parzialmente innevato per via di qualche problemino alle ginocchia di rochi. Il resto è, come accade in questi casi, un lungo ritorno allietato dall’allegria per la riuscita dell’impresa, dai racconti delle passate gite e dai progetti per le future.
Grazie ad entrambi i miei compagni di gita; in particolare a rochi col quale abbiamo partorito e realizzato il progetto. Un saluto a Matteo, forte come un torello, che procedendo svelto davanti a me mi ricordava…..”come eravamo”!
Nota: Le difficoltà esposte (F, T5, II UIAA) si applicano al tratto propriamente detto Via di Lumino. Per il resto è applicabile T4.
I tempi:
Località |
Tempo parziale |
Progressivo |
Parcheggio |
0 |
0 |
Alp de Palazi |
0:19 |
0:19 |
Alp de Mem |
1:25 |
1:44 |
Cresta q.2380 |
1:21 |
3:05 |
Attacco q.2508 |
0:32 |
3:37 |
Vetta Sud |
0:50 |
4:27 |
Vetta Nord |
0:09 |
4:36 |
Sosta |
0:38 |
5:14 |
Alp de Mem |
1:39 |
6:53 |
Alp de Palazi |
1:10 |
8:03 |
Parcheggio |
0:17 |
8:20 |
Pillole….del giretto:
Dislivello 1367 m
Lunghezza totale 13,9 km
Tempo totale lordo 8h20’
Soste totali 38’
Tempo totale netto 7h42’
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