Mottarone - via "Viaggio nell'Aderenza"
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Oggi Filo mi porta a fare una prima via d'arrampicata di più tiri. Destinazione: Mottarone e la sua vasta palestra di roccia. La roccia, dai colori rosso/rosa/bianco è magmatica (granito di baveno o miaròlo rosso) e di notevole compattezza. Presenta quasi sempre una linea sinuosa ed uniforme, è rarissimo trovare tacche o spaccature geometriche, nel complesso è arrotondata e ricca di piccoli svasi o crepature sviluppatesi nel tempo. Le vie sono quasi totalmente appoggiate con inclinazione variabile a seconda della difficoltà e la tecnica di arrampicata si basa quasi esclusivamente sull’aderenza dei piedi. Per questo non si avvertono quasi mai esposizione / vertigini / verticalità (il che è ottimale!!!).
Diverse volte abbiamo affrontato dei monotiri di diversa difficoltà in altre occasioni.
Per una mappa locale delle vie di arrampicata chiedere al bar vicino al parcheggio sommitale del Mottarone, solitamente è sempre fornito di cartine. Utilizzare il file GPS per arrivare all’attacco della via.
Si posteggia sotto la cima del Mottarone Q1420 (ampi parcheggi) e si segue la strada per la palestra di roccia (pochi segnali, utilizzare nel caso il file GPS.Diverse volte abbiamo affrontato dei monotiri di diversa difficoltà in altre occasioni.
Per una mappa locale delle vie di arrampicata chiedere al bar vicino al parcheggio sommitale del Mottarone, solitamente è sempre fornito di cartine. Utilizzare il file GPS per arrivare all’attacco della via.
Dopo un paio di tiri di 5b/5c di riscaldamento ci avviciniamo all’attacco della via nominata “VIAGGIO NELL’ADERENZA” composta da 4 tiri di difficoltà 5a – 5c – 5b – 6a. Presente alla fine di ogni tiro una sosta con 2 anelli. La via di 90m è perfettamente spittata.
L1 (5a – 15m): Il primo tiro è relativamente facile, siccome solitamente fino al 5b/5c non ho problemi lo attacco io da primo. Composto da facili placche e qualche presa per le mani, mi mette un po’ in difficoltà a ridosso della sosta ma riesco a chiuderla discretamente. Qualche difficoltà nell’allestire la sosta (prima volta) e poi Filo mi raggiunge.
L2 (5c – 25m): Riparte filo diretto. Si deve scavalcare un non banale gradone roccioso sulla sinistra e poi risalire in aderenza senza quasi nessuna presa per le mani fino alla sosta successiva, posta su un terrazzino erboso. Filo la chiude ottimamente con grande impegno. La pendenza è nettamente maggiore e io avverto le prime difficoltà.
L3 (5b – 30m): toccherebbe a me ma viste le difficoltà precedenti lascio che sia Filo a continuare da primo. Inizialmente ci sono alcune belle prese che agevolano la salita, poi di nuovo in aderenza sfruttanto piccole scanalature scavate dall’acqua. Il tiro è molto lungo e le caviglie in perenne flessione dorsale iniziano a soffrire. Divertente tiro, non più facile del secondo ma non banale.
L4 (6a – 20m): l’ultimo tiro per me è decisamente fuori portata, e anche Filo (da primo) avverte alcune difficoltà importanti. D’altra parte è un 6a. Inizialmente si supera un gradone roccioso verticale, poi si segue un colatoio con importante aderenza fino a metà tiro dove scompare ogni cosa. Non ci sono prese, pochissimi svasi per i piedi e tantissima inclinazione. Avverto di essere al limite e non riuscendo a salire raglio un po’ sulla corda e sui rinvii, uscendo sul tetto sommitale accompagnato dai giusti rimproveri di filo.
Sempre spettacolare il panorama del Mottarone, in questo caso verso il Rosa e il lago d’Orta.
A freddo valuto l’esperienza molto divertente ma al tempo stesso pesante e personalmente al limite delle possibilità (probabilmente una via con 5b max sarebbe stata più godibile). Le manovre di sosta/recupero/sicura vanno meccanizzate al massimo, troppo spesso capita di sbagliare qualcosa o dimenticare piccole stupidate che possono costare caro su itinerari più seri.
Tourengänger:
Simone86

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