Monte Gradiccioli (1936 m) e Monte Tamaro (1962 m) - anello da Monti Idacca
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Gradiccioli e Tamaro: da tempo agognati e finalmente raggiunti, in una giornata straordinariamente limpida e fresca.
Per raggiungerli opto per un anello non frequentatissimo, almeno nella prima parte, con inizio da Monti Idacca, piccolo gruppo di baite lungo la strada che scende dall'Alpe di Neggia a Indemini.
L'idea del percorso si rivela azzecatissima: sarà un'escursione meravigliosa, sempre in ambiente aperto e panoramico a parte un breve tratto iniziale nella faggeta.
Parto da casa con l'intenzione di andare in Val d'Ayas, ma, entrato in tangenziale, noto alcune nubi che avvolgono la zona a sud ovest del Rosa, mentre verso Verbano e Ticino il cielo è limpido e azzurro. Probabilmente verrà bello anche lì, ma sono stufo di vedere nubi durante le mie escursioni.
Quindi cambio programma al volo e decido che è la giornata giusta per Gradiccioli e Tamaro, che da tempo aspettano la mia visita!
Per fortuna ho l'abitudine di portare con me cartine di differenti zone, in modo da riservarmi la possibilità di cambiare programma all'ultimo mentre sono già in viaggio.
Precauzione inutile nel 99% dei casi, ma utilissima quest'oggi!!
Da Monti Idacca imbocco il sentiero che si dirama dalla strada, appena sotto al piccolo nucleo di baite, con indicazione Alpe di Montoia. Si cammina in piano per qualche minuto, traversando il pendio con begli scorci panoramici sul Lago Maggiore, quindi si inizia a salire nella faggeta.
Non è una salita durissima: alterna strappi ripidi a diverse spianate che consentono di riprendere fiato.
Inoltre la temperatura bella fresca di oggi e il fatto di essere all'ombra aiutano tanto.
Uscito dal bosco attraverso meravigliosi tappeti di rododendri in fiore, con panorama sempre più mozzafiato oltre che sul Lago, sui 4000 vallesani, e raggiugno un bivio, a quota 1550 m circa (0 h 55).
Seguo per Monte Lema e sempre in ambiente aperto e spettacolare raggiungo l'Alpe Montoia (1 h 05).
Superata l'Alpe, ignoro il bivio per la Bassa e proseguo a destra in direzione Pianoni e Monte Lema.
In pratica contorno tutto il versante ovest del Gradiccioli, guadagnando quota molto lentamente, fino a sbucare in cresta sui prati di Pianoni (1 h 30).
Qui svolto nettamente a sinistra ed inizio a risalire la facile cresta sud-ovest del Gradiccioli, ampia ed erbosa.
Dopo una breve rampa più ripida il sentiero spiana e, superate un paio di anticime, mi porta alla piccola croce di vetta del Monte Gradiccioli (1 h 55).
Che soddisfazione, erano mesi che aspettavo il momento buono per questa cima ed alla fine è arrivata quando meno me l'aspettavo!
L'unica piccola delusione è rappresentata dalla gamella vuota, senza libro di vetta.
Finora non ho incontrato nessuno, a parte due signori a Monti di Idacca, e in vetta sono solo a godermi il sole, il fresco e lo spettacolare panorama che questa giornata offre.
Da qui in poi, com'era prevedibile, sarà tutt'altra musica e, trovandomi sulla celeberrima traversata Lema-Tamaro, incontrerò diverse persone.
Dopo la meritata sosta mi rimetto in marcia ed affronto la breve ma ripida discesa sul versante nord-ovest, a cui segue un tratto più morbido che porta alla Bassa di Montoia (2 h 15).
Sempre su larga cresta molto panoramica e in bellissimo ambiente alpino (tappeti di rododendri da una parte, abeti e larici dall'altra) si affronta una breve risalita e si scende quindi alla Bassa di Indemini (2 h 30), dove inizia la ripida rampa finale verso la vetta.
Si sale a zig zag su una specie di autostrada terrosa: poco più su incontro degli operai al lavoro, che stanno allargando il sentiero trasformandolo in questa orribile autostrada.
Superato il punto in cui stanno lavorando, il sentiero torna un vero sentiero, forse più scomodo (pietre e sfasciumi) ma sicuramente più bello!
Meditando sul perchè di questi lavori salgo a passo lento ma costante e raggiungo la croce di vetta del Monte Tamaro (2 h 55).
Anche qui purtroppo niente firma sul libro di vetta: c'è, ma è completamente pieno, anche sul retro della copertina!
Mi accomodo di fianco alla croce ed inizio a scattare foto in ogni direzione: il panorama è veramente sensazionale.
Mi fermo in vetta oltre mezzora, cosa per me inusuale quando cammino in solitaria, quindi seguendo le indicazioni per Alpe di Neggia, inizio la discesa.
Il cartello riporta erroneamente 45' come tempo di discesa dal Tamaro all'Alpe di Neggia, che mi sembrano subito troppo pochi. In effetti, dopo una decina di minuti, in località Sopra Campo (1822 m), troverò un'altra palina che riporta 55' (questa sì corretta).
Il primo tratto di discesa è davvero ripido ed accidentato, comunque con attenzione si supera senza difficoltà, quindi ci si immette sul comodo sentiero che dall'Alpe di Neggia sale alla Capanna Tamaro, attraversando boschetti di abeti e distese di rododendri e piante di mirtillo.
Estasiato dall'ambiente che mi circonda e dal panorama sul Golfo di Locarno, raggiungo l'ameno valico dell'Alpe Neggia (3 h 55), dove mi fermo a riempire la borraccia (finalmente una fontana!!) e a completare il mio "pranzo".
La croce del Gambarogno che svetta di fronte a me mi stuzzica parecchio, ma alla fine decido di lasciarlo per un'altra volta, per oggi sono più che soddisfatto!!
Quindi, per tornare alla macchina (4 h 15), seguo per pochi metri la strada asfaltata verso Indemini, per immettermi poi su un sentierino che si stacca a destra (poco visibile, c'è per fortuna un paletto segnavia), che permette di tagliare un bel tratto di strada e sbuca appena sopra le baite di Monti Idacca.
Per raggiungerli opto per un anello non frequentatissimo, almeno nella prima parte, con inizio da Monti Idacca, piccolo gruppo di baite lungo la strada che scende dall'Alpe di Neggia a Indemini.
L'idea del percorso si rivela azzecatissima: sarà un'escursione meravigliosa, sempre in ambiente aperto e panoramico a parte un breve tratto iniziale nella faggeta.
Parto da casa con l'intenzione di andare in Val d'Ayas, ma, entrato in tangenziale, noto alcune nubi che avvolgono la zona a sud ovest del Rosa, mentre verso Verbano e Ticino il cielo è limpido e azzurro. Probabilmente verrà bello anche lì, ma sono stufo di vedere nubi durante le mie escursioni.
Quindi cambio programma al volo e decido che è la giornata giusta per Gradiccioli e Tamaro, che da tempo aspettano la mia visita!
Per fortuna ho l'abitudine di portare con me cartine di differenti zone, in modo da riservarmi la possibilità di cambiare programma all'ultimo mentre sono già in viaggio.
Precauzione inutile nel 99% dei casi, ma utilissima quest'oggi!!
Da Monti Idacca imbocco il sentiero che si dirama dalla strada, appena sotto al piccolo nucleo di baite, con indicazione Alpe di Montoia. Si cammina in piano per qualche minuto, traversando il pendio con begli scorci panoramici sul Lago Maggiore, quindi si inizia a salire nella faggeta.
Non è una salita durissima: alterna strappi ripidi a diverse spianate che consentono di riprendere fiato.
Inoltre la temperatura bella fresca di oggi e il fatto di essere all'ombra aiutano tanto.
Uscito dal bosco attraverso meravigliosi tappeti di rododendri in fiore, con panorama sempre più mozzafiato oltre che sul Lago, sui 4000 vallesani, e raggiugno un bivio, a quota 1550 m circa (0 h 55).
Seguo per Monte Lema e sempre in ambiente aperto e spettacolare raggiungo l'Alpe Montoia (1 h 05).
Superata l'Alpe, ignoro il bivio per la Bassa e proseguo a destra in direzione Pianoni e Monte Lema.
In pratica contorno tutto il versante ovest del Gradiccioli, guadagnando quota molto lentamente, fino a sbucare in cresta sui prati di Pianoni (1 h 30).
Qui svolto nettamente a sinistra ed inizio a risalire la facile cresta sud-ovest del Gradiccioli, ampia ed erbosa.
Dopo una breve rampa più ripida il sentiero spiana e, superate un paio di anticime, mi porta alla piccola croce di vetta del Monte Gradiccioli (1 h 55).
Che soddisfazione, erano mesi che aspettavo il momento buono per questa cima ed alla fine è arrivata quando meno me l'aspettavo!
L'unica piccola delusione è rappresentata dalla gamella vuota, senza libro di vetta.
Finora non ho incontrato nessuno, a parte due signori a Monti di Idacca, e in vetta sono solo a godermi il sole, il fresco e lo spettacolare panorama che questa giornata offre.
Da qui in poi, com'era prevedibile, sarà tutt'altra musica e, trovandomi sulla celeberrima traversata Lema-Tamaro, incontrerò diverse persone.
Dopo la meritata sosta mi rimetto in marcia ed affronto la breve ma ripida discesa sul versante nord-ovest, a cui segue un tratto più morbido che porta alla Bassa di Montoia (2 h 15).
Sempre su larga cresta molto panoramica e in bellissimo ambiente alpino (tappeti di rododendri da una parte, abeti e larici dall'altra) si affronta una breve risalita e si scende quindi alla Bassa di Indemini (2 h 30), dove inizia la ripida rampa finale verso la vetta.
Si sale a zig zag su una specie di autostrada terrosa: poco più su incontro degli operai al lavoro, che stanno allargando il sentiero trasformandolo in questa orribile autostrada.
Superato il punto in cui stanno lavorando, il sentiero torna un vero sentiero, forse più scomodo (pietre e sfasciumi) ma sicuramente più bello!
Meditando sul perchè di questi lavori salgo a passo lento ma costante e raggiungo la croce di vetta del Monte Tamaro (2 h 55).
Anche qui purtroppo niente firma sul libro di vetta: c'è, ma è completamente pieno, anche sul retro della copertina!
Mi accomodo di fianco alla croce ed inizio a scattare foto in ogni direzione: il panorama è veramente sensazionale.
Mi fermo in vetta oltre mezzora, cosa per me inusuale quando cammino in solitaria, quindi seguendo le indicazioni per Alpe di Neggia, inizio la discesa.
Il cartello riporta erroneamente 45' come tempo di discesa dal Tamaro all'Alpe di Neggia, che mi sembrano subito troppo pochi. In effetti, dopo una decina di minuti, in località Sopra Campo (1822 m), troverò un'altra palina che riporta 55' (questa sì corretta).
Il primo tratto di discesa è davvero ripido ed accidentato, comunque con attenzione si supera senza difficoltà, quindi ci si immette sul comodo sentiero che dall'Alpe di Neggia sale alla Capanna Tamaro, attraversando boschetti di abeti e distese di rododendri e piante di mirtillo.
Estasiato dall'ambiente che mi circonda e dal panorama sul Golfo di Locarno, raggiungo l'ameno valico dell'Alpe Neggia (3 h 55), dove mi fermo a riempire la borraccia (finalmente una fontana!!) e a completare il mio "pranzo".
La croce del Gambarogno che svetta di fronte a me mi stuzzica parecchio, ma alla fine decido di lasciarlo per un'altra volta, per oggi sono più che soddisfatto!!
Quindi, per tornare alla macchina (4 h 15), seguo per pochi metri la strada asfaltata verso Indemini, per immettermi poi su un sentierino che si stacca a destra (poco visibile, c'è per fortuna un paletto segnavia), che permette di tagliare un bel tratto di strada e sbuca appena sopra le baite di Monti Idacca.
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peter86
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