Anello: Val Sanguigno + Val d'Aviasco
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Questa domenica sono da solo. Visto che è da molto che non frequento la val Sanguigno e ricordandomi che la salita è lunga ma non difficile, decido di rifare questa bella escursione in una valle poco frequentata.
Così parto per Valgoglio e, superato il paese, mi dirigo alla centrale Enel. In questi anni le cose sono molto cambiate qui. Il Comune ha costruito un bel parcheggio e un bar in legno dove si possono avere informazioni per le escursioni.
Inizio così l'escursione, temendo una invasione di gitanti anche in questa bella valle. Fortunatamente le folle si fermano dopo poche centinaia di metri di dislivello, vicino al torrente, al rifugio Gianpace.
Lasciata la centrale di Aviasco ci si inoltra per la val Sanguigno. Qui si segue il sentiero che costeggia il torrente. Sempre seguendo il sentiero e superato il rifugio si arriva ad un bivio ove c'è un percorso che si stacca decisamente a sinistra, superando il torrente e conducendo in val Canale. Non è questa la mia meta. Io proseguo per il percorso che inizia a salire sulla destra (sent. 232 e 267). Salendo si arriva così ad un altro bivio: un sentiero che porta verso la capanna Lago Nero e l'altro, il mio, che prosegue lungo la valle verso il passo di val Sanguigno (sent. 232).
Si sale così lungo tutta la val Sanguigno, ormai senza possibilità di sbagliare visto che non ci sono piu' bivi fino al passo. Superate le baite di Bindagola il percorso diventa un poco più ripido per poi proseguire fino al terrazzo ove c'è un piccolo laghetto (Prospentino m.1988). La salita prosegue dritta verso il passo Valsanguigno Ovest dove si arriva in poco più di mezz'ora dal laghetto. Dall'altro lato del passo si scorgono i laghi Gemelli mentre a fianco dominano il monte Corte e il pizzo Farno.
Arrivato al passo mi sento ancora il forze e, vedendo un'indicazione che indica la val d'Aviasco, decido di fare un bel giro ad anello. La neve sul versante in ombra mi preoccupa un po', però non mi scoraggio e decido lo stesso di proseguire.
Seguo gli ometti e i pochi segni bianchi che conducono al passo di val Sanguigno Nord. Fortunatamente il passo è ben visibile e il sentiero si può indovinare anche perchè la neve ricopre quasi tutto. Si passa sotto il pizzo Farno (volendo si potrebbe fare la cima ma, da solo, non me la sento) e si arriva al passo velocemente (m.2380). Il versante nord verso il lago Colombo è ancora molto innevato. Sulla destra si scorge la lunga cresta che conduce al monte Aviasco. Devo dirigermi lì. Inizio quindi a camminare nella neve, stranamente dura per la stagione e l'orario avanzato. Facendo attenzione a non scivolare su alcuni passaggi un po' ripidi, si raggiunge il monte Aviasco (m.2409) con gli scarponi ormai zuppi. Da qui si scorge maestoso il monte Pradella. Dalla cimetta del monte si segue per la comoda cresta e si giunge cosi' al passo di Aviasco.
La discesa a questo punto è molto semplice e ben segnata. Si prosegue quindi per il lago di Aviasco, il lago Nero e si arriva alla casa del custode delle dighe. Si sende per il sentiero che, passato il bosco arriva a Bortolotti ove c'è un bar-ristorante. Al bar inizia una deviazione che porta alla centrale senza fare la strada asfalatata. Si seguono i cartelli e ben presto si arriva al punto di partenza.
Così parto per Valgoglio e, superato il paese, mi dirigo alla centrale Enel. In questi anni le cose sono molto cambiate qui. Il Comune ha costruito un bel parcheggio e un bar in legno dove si possono avere informazioni per le escursioni.
Inizio così l'escursione, temendo una invasione di gitanti anche in questa bella valle. Fortunatamente le folle si fermano dopo poche centinaia di metri di dislivello, vicino al torrente, al rifugio Gianpace.
Lasciata la centrale di Aviasco ci si inoltra per la val Sanguigno. Qui si segue il sentiero che costeggia il torrente. Sempre seguendo il sentiero e superato il rifugio si arriva ad un bivio ove c'è un percorso che si stacca decisamente a sinistra, superando il torrente e conducendo in val Canale. Non è questa la mia meta. Io proseguo per il percorso che inizia a salire sulla destra (sent. 232 e 267). Salendo si arriva così ad un altro bivio: un sentiero che porta verso la capanna Lago Nero e l'altro, il mio, che prosegue lungo la valle verso il passo di val Sanguigno (sent. 232).
Si sale così lungo tutta la val Sanguigno, ormai senza possibilità di sbagliare visto che non ci sono piu' bivi fino al passo. Superate le baite di Bindagola il percorso diventa un poco più ripido per poi proseguire fino al terrazzo ove c'è un piccolo laghetto (Prospentino m.1988). La salita prosegue dritta verso il passo Valsanguigno Ovest dove si arriva in poco più di mezz'ora dal laghetto. Dall'altro lato del passo si scorgono i laghi Gemelli mentre a fianco dominano il monte Corte e il pizzo Farno.
Arrivato al passo mi sento ancora il forze e, vedendo un'indicazione che indica la val d'Aviasco, decido di fare un bel giro ad anello. La neve sul versante in ombra mi preoccupa un po', però non mi scoraggio e decido lo stesso di proseguire.
Seguo gli ometti e i pochi segni bianchi che conducono al passo di val Sanguigno Nord. Fortunatamente il passo è ben visibile e il sentiero si può indovinare anche perchè la neve ricopre quasi tutto. Si passa sotto il pizzo Farno (volendo si potrebbe fare la cima ma, da solo, non me la sento) e si arriva al passo velocemente (m.2380). Il versante nord verso il lago Colombo è ancora molto innevato. Sulla destra si scorge la lunga cresta che conduce al monte Aviasco. Devo dirigermi lì. Inizio quindi a camminare nella neve, stranamente dura per la stagione e l'orario avanzato. Facendo attenzione a non scivolare su alcuni passaggi un po' ripidi, si raggiunge il monte Aviasco (m.2409) con gli scarponi ormai zuppi. Da qui si scorge maestoso il monte Pradella. Dalla cimetta del monte si segue per la comoda cresta e si giunge cosi' al passo di Aviasco.
La discesa a questo punto è molto semplice e ben segnata. Si prosegue quindi per il lago di Aviasco, il lago Nero e si arriva alla casa del custode delle dighe. Si sende per il sentiero che, passato il bosco arriva a Bortolotti ove c'è un bar-ristorante. Al bar inizia una deviazione che porta alla centrale senza fare la strada asfalatata. Si seguono i cartelli e ben presto si arriva al punto di partenza.
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