Pian della Rasa

Devo essere alle 13 a pranzo al Rifugio Pacini del Pian della Rasa.
Il campanile ha battuto le 7 che parto da Piteccio di buon passo, conosco solo la prima metà del percorso e voglio prendermi un po' di margine. Giornata stupenda, finalmente. Punto verso Castagno e il Passo della Collina, taglio un po' sotto facendo un piccolo tratto della mitica Francigena e giro verso Badia a Taona. Alle 9,25 sono al bivio per la Badia, con un capriolo che mi guarda impassibile da sopra, direi con commiserazione.
Trovo subito l'imbocco del sentiero 17 e comincia la parte che non ho mai fatto. Bellissimo tragitto a festoni tra le vallecole della foresta dell'Acquerino, senza difficoltà, ma con un piccolo patema: nella faggeta incrocio la nursery dei cinghiali, alcune femmine con una dozzina di piccoli in fila come scolaretti. Arrivo al Rifugio del Faggione delle Valli, il rifugio c'è, la maestosa pianta è stata giustiziata da un fulmine alcuni anni fa. Proseguo per un centinanio di metri sulla strada della Forestale e trovo, in corrispondenza dell'altana per la conta dei cervi, il tratto del 17 che scende verso il fondovalle del T. Limentra e la Pieve del Monachino, il primo tratto attraversa una distesa di felci poi nel bosco.
Dalla Pieve 500 m di asfalto per arrivare al paese omonimo, che fu teatro di uno dei primi disastri ambientali dovuti alla industrializzazione: qui doveva già esserci una ferriera alimentata con il materiale di una miniera del '400, ma dalla metà del '500 l'opificio cominciò a lavorare il minerale proveniente dall'isola d'Elba, la zona è ricca d'acqua (per i movimenti del maglio) e di legna (per la forgia). Ma l'eccessivo sfruttamento dei boschi portò alla deforestazione. La ferriera fu chiusa e l'attività trasferita altrove nella montagna pistoiese.
Attraversando l'antico ponticello in pietra sul T. limentra si vede ancora una ruota metallica a pale. In realtà si tratta di un impianto costruito nell'immediato dopoguerra per produrre energia elettrica per una postazione militare, utilizzava la presa del mulino Bianchi, attivo dalla fine del '700 fino agli anni '30 del secolo scorso.
Dopo il ponticello si trova nuovamente l'indicazione del 17 che sale verso il crinale, confine tra Pistoia e Prato. Il primo tratto è pessimo, le nevicate di quest'inverno hanno abbattuto diversi alberi e preferisco affidarmi al gps tagliando dritto per i boschi. Ritrovo più su il sentiero, poi il bivio per il 17/A e proseguo la salita verso il crinale, dove tutto è più semplice. Lo 00 è ben tracciato e piacevole, allungo le gambe e alle 12 sono al Pacini, in largo anticipo.
Il rifugio è raggiungibile con la macchina e mi trovo spaesato, visibilmente e olfattivamente diverso dalla profumata e colorata popolazione che costella di teli il prato .... dove noto diverse increspature, indice del recente passagio degli ungulati e quindi della presenza delle zecche, che apprezzeranno moltissimo la grande disponibilità di ospiti così rosei e levigati ;-)
Chiudo i bastoncini, mi lavo come posso alla fonte in attesa della banda.
PS - ottima la polenta e la rosticciana, il bilancio calorico della giornata resta saldamente con il segno +