Pizzo d' EUS / EOS - una giornatona rubata al meteo
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Pizzo d’ Eus / Eos – Verzasca mon amour
Ei fu. Siccome immobile,
dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,
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Fu vera gloria?
Ai posteri l'ardua sentenza
Vista la pubblicazione degli amici Luca, Francesco, Martyne e Claudio … andava intitolata “The Day After” …
Il racconto di zar è preciso e minuzioso, e soltanto del giorno prima, ma,per la grande soddisfazione personale, la devo raccontare lo stesso.
Uscita di domenica, e per tutta la settimana teniamo sotto controllo il meteo, che al solito promette acqua nel week-end …
Abituati a prender pioggia lo siamo, non per nulla siamo la “Banda dei Matti”, piuttosto di stare a casa … si va comunque, magari ad un rifugio dove pranzare al caldo ed asciugarsi.
Abbiamo anche una seconda opzione, una di quelle sfide con me stesso che ho in mente da tanto, ma che a causa del dislivello (1200mt per me sono sempre un’ impresa) ho sempre rimandato: il Pizzo d’ Eus, visto in molte escursioni e che mi ha da sempre attirato molto.
Partiamo con l’ idea del rifugio, ma all’ uscita della galleria del Ceneri, ci si presenta una bella giornata di sole, poche nuvole … e se le previsioni sbagliassero? E se la pioggia arrivasse nel tardo pomeriggio e non a mezzogiorno?
Con una giornata così non ci si può rinchiudere in un rifugio, messo ai voti andiamo all’ Eus, prenderemo pioggia? L’ importante arrivare ad Eos e alla vetta poi se prendiamo acqua al ritorno … pace.
E così ci ritroviamo a salire in auto la bellissima Verzasca, le chiacchere ci fanno di perdere di vista Lavertezzo, e … ci ritroviamo alla fine della strada, a Sonogno, bei PIRLA !
Ritorno veloce, a Lavertezzo cerchiamo di salire a Rancone, spesso è indicato come punto di partenza, e per uno sfiatato come me … sono sempre 70-80mt di dislivello in meno da fare.
MA … la strada che sale a Rancone “sarebbe chiusa per i residenti” e peggio ancora tutti i pochi posti di parcheggio recano la scritta PRIVATO.
Niente da fare, ritorniamo a Lavertezzo, parcheggio a pagamento e via, ma sono già le 8:35, e partiamo ben più lontani ed in basso delle mie speranze.
Saliamo a Rancone per la strada, sul ponte che porta a Rancone guardo ed in lontananza e vedo il Pizzo Eus, ma … quanto è lontano ed in alto!
Il cervello frulla ed una vocina mi dice “dai Giorgio se ce la farai sarai lassù a pensarci”.
Passiamo da Rancone poi breve tratto in piano, a Q730mt, vicino ad una piccola cappelletta, si inizia a scendere, una cinquantina di metri persi, si passa da una cappella più grande, poi al ponte a Q674, dove il torrente della Val Carecchio scorre molto impetuoso.
Risalita fino a Q750, dove troviamo il bivio per Eos (verso sinistra), marcato in bianco-blu.
Inizia ora la salita, quella vera, lunga, e che ti lascia senza respiro.
A Q870 passiamo dalle baite di Rodana, il Pizzo da qui sembra inespugnabile, e mostra pareti di roccia verticali.
Proseguiamo sempre con grande pendenza e senza tregua di sorta, ci portiamo sotto i paretoni, dove a Q1160 troviamo il tratto attrezzato, nulla di complicato, basta passo sicuro ed un po’ di attenzione, la catena aiuta come sicurezza. Certo con ghiaccio la storia sarebbe ben diversa.
Poco oltre altro tratto attrezzato, ma sono gradini larghi poco più di una scarpa scavati nella roccia, niente catene (anche se abbiamo visto degli anelli, forse le metteranno).
Devo dire che il sentiero è ben curato, pulito dalle piante, con gradini di sasso e pietre dove servono, complimenti a chi se ne prende cura.
Finita la roccia a circa Q1350 si imbocca un canalone pratoso ripido che porta ad Eus (foto di ale84 vista dal Vogorno) con una serie interminabile di zig-zag.
Io ed il Barba restiamo un poco indietro e ci concediamo una pausa-spuntino prima di affrontare questi 250mt belli tosti …
Ripartiamo, rincuorati dalla vista della bandiera e delle baite di Eos, ma guardinghi, in molte escursioni (qui su Hikr e non solo), ho foto di vipere ed avevo avvisato gli amici di questa possibilità.
Paolo che è avanti di una quindicina di minuti, ed in testa al gruppo, lo sento gridare e vedo saltare all’ indietro, una trentina di metri di dislivello sotto Eos, poco dopo il tratto a gradini con corrimano, incontra due belle viperozze, una anche piuttosto grossa.
Panoramica Eos e Pizzo Eos
Io ed il Barba passiamo tranquilli, ormai si sono dileguate, ed alle 12:00 siamo tutti ad Eos, io una ventina di minuti dopo lo spaventato Paolino, che ci mostra sulla videocamera il suo incontro ravvicinato.
Pausa, e ne ho proprio bisogno, dieci minuti, io opterei per mangiare e poi salire al pizzo, ma a maggioranza si decide di salire subito, quindi recuperato il minimo di fiato necessario, saliamo al Pizzo Eus, dove arriviamo in 15-20min circa, per 125mt di dislivello.
Paesaggio stupendo, nonostante la limitata altitudine e la presenza di nuvoloni in arrivo, ci gustiamo un profilo a 360°, riconosco il Poncione di Alnasca (si vede bene la croce), il Poncione Rosso, il Pizzo di Vogorno, ma anche le tante vette di confine con la Leventina.
Tira un po’ di arietta ed il sole va e viene, ma siamo felici ed orgogliosi.
Ritorno veloce alle baite di Eus, prima firmiamo il libro di vetta che è nascosto in una gamella posta sul sentiero, sotto alcune rocce, una trentina di mt dalla vetta.
Pranziamo al tavolo e panche in sasso ad Eus, bellissimo il posto.
Quest’ oggi va a panini, ma per una giornata così … questo ed altro.
Verso la fine del pranzo arrivano due ragazzi con casco, imbrago e corde, hanno salito i paretoni rocciosi, fanno due chiacchere e tornano a valle.
Noi bighelloniamo ancora fino alle 14:15 poi prendiamo la via del ritorno, e come avevano fatto Ivan, Beppe, Gabri, ecc e come hanno fatto gli amici ieri, scendiamo dalla via più lunga, ma meno ripida e soprattutto senza tratti attrezzati.
Iniziamo la discesa passando da Arossa e quindi risalendo la Val Carecchio passando da decine di ruscelli, rigagnoli, torrentelli, cascatine e cascatone, alcune di grandi dimensioni e bellissime da vedere.
Poi si scende in una faggeta, dove la grande quantità di foglie ci obbliga a fare attenzione, si scivola e non poco.
A Q1175 dove il torrente si dirama in due affluenti principali, si ritorna finalmente verso valle.
Il sentiero è tranquillo, ovviamente ci tocca ri-guadare i tanti torrentelli che abbiamo passato in alto, ma il sentiero è sempre ben indicato ed i guadi facili da fare (anche se spesso si entra con gli scarponi direttamente nell’ acqua).
Raggiungiamo Monte della Valle Q995, bel gruppetto di baite alcune in sistemazione, poi raggiungiamo il bivio per Eos (sentiero blu) a Q750, quindi il ponte, cappelletta, Rancone, e giù a Lavertezzo.
Il cielo è nuvolo ma l’ acqua che abbiamo preso sono gli spruzzi delle cascate, nonostante il “gufare di qualcuno del gruppo che mancava oggi ….”.
Alle 17:00 ci cambiamo e saliamo in macchina mentre inizia a gocciolare, alla fine il meteo ci ha regalato una gran giornata, le nostre gambe, il nostro fiato, la natura e la stupenda Verzasca ci hanno fatto vivere una giornatona da ricordare.
Visto che il Barba mi deve portare al Tambò (questa estate!), mi sembra proprio un buon allenamento :-)
Giorgio
Vista da Paolo - (brown)
Giornata spettacolare e indimenticabile per la nuova meta raggiunta e per gli incontri singolari .
Mi aspettavo infatti ,visto le previsioni meteo come al solito non ottimali, un'uscita tra le nuvole e in rifugio, ma visto l'ottimismo del gruppo, cambiamo all'ultimo momento il programma per il Pizzo Eos.
Sentiero ben segnalato e senza possibilità di errori, bei panorami con strapiombi e tante cascate con placche di roccia uniche nel loro genere. Durante la salita il primo incontro, Giorgio ci fa notare davanti a noi due camosci che stranamente non scappano ma si lasciano avvicinare .
Ci guardano e uno alza la cresta sulla schiena, comportamento alquanto insolito .
Ho pensato anche che forse ci potesse essere nelle vicinanze un piccolo appena partorito, ma i camosci partoriscono tra fine maggio e primi di giugno.
A quota 1600 metri poco sotto l'alpe Eos mi sono trovato a tu per tu con due marassi (vipera berius) che stavano prendendo il sole .
Devo dire che mi sono spaventato perchè erano proprio sul sentiero, il primo mi viene incontro per entrare in un buco, il secondo era piu' lento, a bordo sentiero e riesco a filmarlo e farlo poi vedere ai miei compagni.
La salita e' stata impegnativa fino all'alpe Eos la vetta e' poi a 15 minuti di distanza, senza croce.
Il libro di vetta e' circa 50 metri dal punto piu' alto in un contenitore metallico sotto un grosso sasso.
Bei posti, da consigliare con un po' di allenamento.
Complimenti a Giorgio che come al solito dubitava delle sue capacita' .
A presto
Paolo
Vista da Gimmy - (gimmy)
Finalmente una giornata di sole, dopo diverse escursioni con un tempo bagnato, ci voleva proprio.
Escursione a mio parere fra le più belle considerando un altitudine non eccessiva, ma con una natura veramente molto bella e varia.
La camminata certo è impegnativa, sopratutto perchè quando comincia la salita è tutta un tiro.
Fra le cose che ho gustato particolarmente oggi è stato il pranzo consumato fuori su un tavolo di sasso, al sole con un arietta tipicamente primaverile in un posto incantevole, e come di norma scambiando quattro chiacchere in allegria , una gioratona in tutti i sensi.
Grazie a tutti gli amici per la compagnia, a Giorgio, oltre che per la compagnia, per la girovagando-mobile.
Gimmi
Vista da Luciano - (barba43)
Devo proprio dire che oggi ci è andata di culatello....il tempo ci ha favorito, doveva piovere invece evviva la perturbazione non c'è stata.
Siamo andati al Pizzo Eos, una cima che per mè è stata la fatica più dura da quando ho conosciuto gli amici di Girovagando.
Siamo partiti da Lavertezzo
Il sentiero iniziava subito a inerpicarsi su gradini di sasso, molto disuguali in altezza,che ti sfiancavano all' inverosimile.
Nel salire abbiamo costeggiato il fiume che dalle cime scendeva giù per andare nella Verzasca e poi giù ancora nella diga di Vogorno.
Era stupendo, bellissimi i colori e con pozze molto profonde, sicuramente apprezzate dagli amanti delle discese in canoa.
Più avanti abbiamo deviato a sinistra, per prendere il sentiero della direttissima, con passaggi un po' difficili , per fortuna attrezzati con catene, comunque ripeto mi hanno sfiancato, non c'era tregua, per tirare il fiato dovevi arrivare almeno ad Eos.
Arrivati all' alpeggio Eos ci siamo riposati ed alleggeriti di un po' di peso, per andare proprio in cima al Pizzo, dove il panorama era notevole.
Ridiscesi abbiamo pranzato all'aperto, è la prima volta quest'anno , su un bel tavolo di sasso, gustando oltre al cibo, il panorama di vette intorno a noi.
Dopo un paio d'ore siamo ripartiti, per il ritorno abbiamo fatto il tragitto più lungo, per evitare tutti quei gradini di sasso che nella salita sembravano infiniti.
alla prossima
ciao a tutti.
Barba
Il solito riassuntino:
Percorso:
13.7 Km totali, 8h:20m totali, 6:00m di cammino
Andata: 5.1 Km, 3:50 lorde, 25m soste
Ritorno: 8.6 Km, 2:50 lorde, 10m soste
Dislivello:
1200mt di assoluto, 1600mt di relativo
Partecipanti: Giorgio, Gimmy, Paolo, Angelo, Luciano




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