Monte Todum (1298 m) da Cossogno
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Bella e appagante escursione sui monti nell'entroterra di Verbania, alle porte del Parco della Val Grande, a quote basse ma con panorami sempre eccellenti.
Il Monte Todum è la prima elevazione significativa della lunga cresta che, passando per il Pernice e il Todano, porta al Pizzo Marona e allo Zeda.
Decido la destinazione all'ultimo, vedendo dall'autostrada le cime della zona completamente sgombre di neve (sono con mio padre quindi anche oggi devo evitarla).
Partiamo da Cossogno e prendiamo la strada asfaltata che porta all'oratorio di Inoca. Pochi metri dopo svoltiamo a destra seguendo i cartelli di legno indicanti Alpe Rugno e il percorso della gara di Km verticale.
Saranno proprio i cartelli della gara gli unici, frequenti e ben posizionati, ma non riportanti le possibili destinazioni, che incontreremo lungo tutto il percorso.
Si percorre una piacevole mulattiera selciata, che salendo nell'arioso bosco di castagni, ci porta fino al bellissimo nucleo di Runchio (o Rugno, 1 h 00), dove possiamo ammirare sia un panorama già importante sul Lago Maggiore, sia le bellissime baite del paesino.
Dopo qualche perplessità sul percorso da seguire (la carta Kompass indica un fantomatico sentiero che sale diretto alla Motta d'Aurelio), decidiamo di continuare a seguire l'unico sentiero ben indicato, ovvero quello del km verticale.
Attraversiamo quindi il piccolo parco giochi per i bambini e proseguiamo la salita leggermente a destra, seguendo i cartelli in mezzo alle baite.
Si ritorna ben presto nel bosco, un piacevole bosco molto luminoso, dove i castagni vengono progressivamente sostituiti da faggi e betulle.
Poco dopo incrociamo un bellissimo capriolo, che mangia beatamente sul bordo del sentiero, per nulla preoccupato dalla nostra presenza.
Riprendiamo quindi la salita ed in breve raggiungiamo l'ampia radura dell'Alpe Aurelio (1 h 35), un luogo davvero ameno con ampi pascoli e belle casette ben curate.
Proseguendo la salita, sempre su sentiero largo e senza difficoltà, si transita per un altro piccolo gruppo di baite e si sbuca finalmente in cresta, nei pressi di una spalla quotata a 1073 m sulle carte, dove oltre al panorama sul lago Maggiore possiamo ora ammirare anche il Proman e le cime della bassa Ossola, in particolare Massone e Eyehorn.
Si svolta quindi a destra e si sale seguendo per un tratto il crinale, su sentiero sempre facilissimo, quindi ci si sposta leggermente sulla destra, e si affronta un tratto con pendenze più moderate ai margini del lariceto.
Sempre seguendo le indicazioni del Km verticale, ed ignorando il bivio per la Cappella Fina, si arriva quindi ad affrontare gli ultimi tornantini che in breve portano sulla vetta del Monte Todum (2 h 35).
In vetta niente croce ma un semplice cartello attaccato ad un albero. Due graditissimi tavoli con panche ci permettono di consumare in tutta comodità il nostro pranzo, con splendido panorama su Golfo Borromeo, Mottarone, un misucolo spicchio di Lago d'Orta, gruppo del Monte Massone e il Monte Rosa che lotta per uscire dalle nuvole. Purtroppo il bosco sul versante nord-ovest del Todum impedisce la visuale sulle altre cime del Parco Val Grande (Pedum, Laurasca, Marsicce, Marona, Zeda ecc).
Dopo una mezzora riprendiamo la discesa, seguendo fedelmente il percorso dell'andata. L'unica deviazione la facciamo all'Alpe Aurelio, dove in pochissimi minuti raggiungiamo la cappelletta della Motta d'Aurelio (3 h 30), una collinetta in posizione panoramicissima sul lago.
Quindi riprendiamo il sentiero dell'andata e, ripassando per Runchio, torniamo a Cossogno (5 h 00), entusiasti dell'escursione fatta, che ci ha sorpreso non tanto per i panorami, che sapevamo essere di prim'ordine, quanto per l'armonia e la bellezza degli ambienti.
Il Monte Todum è la prima elevazione significativa della lunga cresta che, passando per il Pernice e il Todano, porta al Pizzo Marona e allo Zeda.
Decido la destinazione all'ultimo, vedendo dall'autostrada le cime della zona completamente sgombre di neve (sono con mio padre quindi anche oggi devo evitarla).
Partiamo da Cossogno e prendiamo la strada asfaltata che porta all'oratorio di Inoca. Pochi metri dopo svoltiamo a destra seguendo i cartelli di legno indicanti Alpe Rugno e il percorso della gara di Km verticale.
Saranno proprio i cartelli della gara gli unici, frequenti e ben posizionati, ma non riportanti le possibili destinazioni, che incontreremo lungo tutto il percorso.
Si percorre una piacevole mulattiera selciata, che salendo nell'arioso bosco di castagni, ci porta fino al bellissimo nucleo di Runchio (o Rugno, 1 h 00), dove possiamo ammirare sia un panorama già importante sul Lago Maggiore, sia le bellissime baite del paesino.
Dopo qualche perplessità sul percorso da seguire (la carta Kompass indica un fantomatico sentiero che sale diretto alla Motta d'Aurelio), decidiamo di continuare a seguire l'unico sentiero ben indicato, ovvero quello del km verticale.
Attraversiamo quindi il piccolo parco giochi per i bambini e proseguiamo la salita leggermente a destra, seguendo i cartelli in mezzo alle baite.
Si ritorna ben presto nel bosco, un piacevole bosco molto luminoso, dove i castagni vengono progressivamente sostituiti da faggi e betulle.
Poco dopo incrociamo un bellissimo capriolo, che mangia beatamente sul bordo del sentiero, per nulla preoccupato dalla nostra presenza.
Riprendiamo quindi la salita ed in breve raggiungiamo l'ampia radura dell'Alpe Aurelio (1 h 35), un luogo davvero ameno con ampi pascoli e belle casette ben curate.
Proseguendo la salita, sempre su sentiero largo e senza difficoltà, si transita per un altro piccolo gruppo di baite e si sbuca finalmente in cresta, nei pressi di una spalla quotata a 1073 m sulle carte, dove oltre al panorama sul lago Maggiore possiamo ora ammirare anche il Proman e le cime della bassa Ossola, in particolare Massone e Eyehorn.
Si svolta quindi a destra e si sale seguendo per un tratto il crinale, su sentiero sempre facilissimo, quindi ci si sposta leggermente sulla destra, e si affronta un tratto con pendenze più moderate ai margini del lariceto.
Sempre seguendo le indicazioni del Km verticale, ed ignorando il bivio per la Cappella Fina, si arriva quindi ad affrontare gli ultimi tornantini che in breve portano sulla vetta del Monte Todum (2 h 35).
In vetta niente croce ma un semplice cartello attaccato ad un albero. Due graditissimi tavoli con panche ci permettono di consumare in tutta comodità il nostro pranzo, con splendido panorama su Golfo Borromeo, Mottarone, un misucolo spicchio di Lago d'Orta, gruppo del Monte Massone e il Monte Rosa che lotta per uscire dalle nuvole. Purtroppo il bosco sul versante nord-ovest del Todum impedisce la visuale sulle altre cime del Parco Val Grande (Pedum, Laurasca, Marsicce, Marona, Zeda ecc).
Dopo una mezzora riprendiamo la discesa, seguendo fedelmente il percorso dell'andata. L'unica deviazione la facciamo all'Alpe Aurelio, dove in pochissimi minuti raggiungiamo la cappelletta della Motta d'Aurelio (3 h 30), una collinetta in posizione panoramicissima sul lago.
Quindi riprendiamo il sentiero dell'andata e, ripassando per Runchio, torniamo a Cossogno (5 h 00), entusiasti dell'escursione fatta, che ci ha sorpreso non tanto per i panorami, che sapevamo essere di prim'ordine, quanto per l'armonia e la bellezza degli ambienti.
Tourengänger:
peter86

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Kommentare (3)