Anello Monte Pinzernone- Val d'Intelvi
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Lasciamo la macchina nel posteggio del cimitero di Ramponio e partiamo sulla strada asfaltata e, brevemente, arriviamo al Santuario di San Pancrazio (610).
Il Santuario di San Pancrazio sorge su un pianoro situato in posizione strategica poiché consente il controllo dell'accesso alla Valle d'Intelvi da Porlezza. E' dedicato ad un giovane martire del IV secolo raffigurato in armi per risaltarne il coraggio. Meta di pellegrinaggi da parte dei valligiani che invocavano il ritorno di militari e migranti.
Dopo la visita all'area esterna del santuario (l'ingresso è chiuso) seguiamo le indicazioni del sentiero 9 per il Monte Pinzernone prendendo una mulattiera che ci conduce al soprastante borgo di Verna (718). In paese incontriamo un bivio con due sentieri (9 e 9C) per la stessa meta: Monte Pinzernone, optiamo per quella di destra (9C). Al bivio successivo, non segnato, svoltiamo a sinistra su una mulattiera che, in salita, si immette sulla strada asfaltata che avevamo percorso in auto tra Lanzo e Ramponio-Verna. Proseguiamo sulla strada ritrovando il sentiero 9 che avevamo abbandonato a Verna. Prendiamo qualche scorciatoia sulla mulattiera che taglia la strada asfalta e raggiungiamo l'ampio piano con i pascoli della Cascina Pietra- Fiessa. Facciamo una breve deviazione per salire su un colle (985) con una bolla gelata, bel punto panoramico. Tornati sulla strada svoltiamo subito a destra sulla pista forestale (sentiero 9C) che compie il giro del Monte Pinzernone. Lungo la via deviamo brevemente per vedere da vicino un masso a coppelle.I Massi a coppelle sono dei massi erratici che furono usati dalle tribù di cacciatori del neolitico (6000-2500 AC) come altare per i loro riti primitivi. Su questi massi degli uomini hanno scavato con attrezzi in selce delle piccole coppe. Sullo scopo di questi segni sono state avanzate varie ipotesi. Si pensa possano essere state bacinelle per la raccolta del sangue di vittime sacrificali oppure segni del culto dei morti o il richiamo a qualche costellazione.
Un'altra deviazione ci porta alla fonte Gnima. Raggiunto il versante nord del monte lasciamo la via principale per seguire radi segni rossi su un percorso che sale nel bosco lungo la dorsale. Arriviamo al culmine dove un tratto pianeggiante ci porta a quella che sembra la vera cima del Monte Pinzernone (1176), punto più elevato dell'escursione. Non troviamo segni e restiamo un po' delusi perché sulla cartina delle "Strade di pietra" questo era segnato come punto panoramico mentre ci troviamo in un bosco di radi faggi da cui si intravede a malapena il lago.Dopo uno spuntino riprendiamo il cammino. Non ci sono segnali ma scendiamo sulla dorsale in direzione di Lanzo. Poco sotto la cima in uno spiazzo troviamo una galleria della Linea Cadorna dove finisce una strada militare. Non prendiamo questa strada ma procediamo scendendo lungo la dolce dorsale. Intersechiamo la pista del giro del monte dove ci sono i cartelli dei sentieri e seguiamo la direzione per Monte Caslè. Scendiamo fino ad una sella che ospita il piccolo laghetto Caslè (980) e, sulla neve risaliamo fino al culmine del Monte Caslè caratterizzata dal "Castelliere preistorico".
Il Castelliere preistorico è un villaggio fortificato racchiuso da muri a secco datato tra l'età del bronzo e quella del ferro (1200-800AC). Il castelliere di Ramponio misurava 165 x 100mt e aveva uno spessore di 2-3mt. Era costruito attorno alla sommità del Monte Caslè con massi del posto.
Proseguiamo scendendo sul versante opposto ma troviamo un'area cintata per cui lasciamo la direzione presa e scendiamo nella pineta aggirando diversi alberi caduti. Raggiungiamo la strada asfaltata per Lanzo e la seguiamo fino ad un incrocio. Svoltiamo a destra e andiamo al vicino Belvedere Italiano (882), terrazza panoramica con un albergo di lusso e la stazione della vecchia funicolare.La funicolare Lanzo d'Intelvi- Santa Margherita collegava Lanzo con il Lago di Lugano a Santa Margherita, località altrimenti raggiungibile solo via lago, non esistono sentieri sicuri lungo la sponda. Era lunga 1332mt e superava un dislivello di 607mt. Inaugurata nel 1907, fu dismessa nel 1977 per calo di utenti.
Torniamo all'incrocio e prendiamo la direzione di Scaria (sentiero 9A), prima su via secondaria poi su mulattiera. Perdiamo quota e arriviamo al cimitero di Scaria con annessa la suggestiva chiesa dei Ss. Nazaro e Celso. Proseguiamo, ora su strada, fino al piccolo borgo di Scaria (762), dove visitiamo la chiesa tardobarocca di Santa Maria. Su mulattiera lasciamo l'abitato e procediamo nel bosco fino ad arrivare in paese a Ramponio (652) dove, su strada scendiamo al cimitero chiudendo così l'anello.Lungo la via del ritorno in auto facciamo una deviazione da Lanzo alla Sighignola per andare a vedere il Balcone d'Italia, terrazza panoramica sul Lago di Lugano in cima alla montagna. A poche decine di metri c'è un'altra terrazza a quota inferiore in territorio elvetico di recentissima costruzione (inaugurata il 14 ottobre 2012). Questa opera con annessa area picnic e giochi è frutto dell'abbattimento della stazione della funivia, costruita 40 anni fa e mai messa in funzione, che deturpava il paesaggio.
Partecipanti: Dario, Rita.
Tempi di percorrenza: 2h13' al Monte Pinzernone, 16'sosta, 2h36' ritorno, 5h5' tempo impiegato (4h49' di marcia).
Lunghezza del percorso: 15,0km
Meteo: bella e limpida giornata invernale senza vento.

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