Passo del Groppo (2513 m) - Skitour
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tapio: La proposta di ciolly è – per me – di quelle irrinunciabili: “andare a tracciare una linea ai Croselli”. Partiamo dunque da Cimalmotto sapendo che le previsioni sono in netto peggioramento dal pomeriggio, con neve prevista dai 1400 metri in su (che è poi la quota di partenza). Dunque fin da subito l’idea è di arrivare fin dove ci verrà consentito, sperando sempre che il peggioramento arrivi in ritardo. Passiamo tutto il bel bosco in falsopiano fino ad oltrepassare la linea di confine con l’Italia, guadiamo il Rio Colobiasca sepolto dalla neve e ci innalziamo nel bosco che porta verso l’Alpe Stufa. Si capisce subito che la discesa in questo tratto sarà una Via Crucis (sentiero strettissimo e neve su cui recentemente è caduta della pioggia), e anche la salita non è semplicissima. A Corte Nuova (1696 m) il bosco si apre per poi ricomparire poco dopo e sparire nuovamente, e definitivamente, nei pressi dell’alpe Stufa (1879 m). Qui comincia a nevicare, considerevolmente in anticipo rispetto alle previsioni. Noi procediamo. Rimaniamo sempre a Nord rispetto al crestone SE del Pizzo dei Croselli, procedendo paralleli ad esso. In mezzo alla bufera riusciamo però a notare la perfezione costruttiva dell’Alpe Venanzio, situata sotto una bella parete ma protetta dalla valanghe. Ci addentriamo negli ampi pendii dell’Alpe Corona in una situazione sempre più difficile e con visibilità non superiore a 10 metri. L’unico modo (per me) per capire dove andare è seguire le tracce di ciolly, che precede instancabilmente, faccia alla bufera. Data la situazione sono ormai ridotte al lumicino le speranze di raggiungere i Croselli, anzi, è già un miracolo non aver ancora preso la via del ritorno. L’obiettivo di giornata diventa il Passo del Groppo (2513 m), che ciolly raggiunge in naturalezza, mentre io devo montare i rampanti. Al Passo, come era ovvio aspettarsi, oltre a tutto il resto tira anche un forte vento, per cui prepariamo in fretta l’assetto da discesa e con visibilità zero discendiamo il primo pendio senza capire se davanti a noi ci sia una salita o una discesa (né tantomeno la conformazione del pendio stesso). Gli occhiali sono presto appannati, ma del resto, con la neve che entra negli occhi, è molto difficile procedere senza. In alcuni punti la visibilità migliora, ed allora si mettono lì alcune belle curve, ma il fil rouge di giornata è riuscire a scendere senza danni. Il bosco, come detto, è un calvario e dal guado in avanti, il lunghissimo falsopiano almeno ci consente – volendo – di fare a meno degli occhiali. Al ponte presso il Balm da la Rossa ciolly ripella, mentre io, per pigrizia, procedo senza. L’ultimo tratto lo percorriamo velocemente, visto che rimane un’ultima preoccupazione: riuscire a scendere in auto su strade già totalmente innevate. Non senza difficoltà e a passo di lumaca raggiungiamo Cerentino, dove la neve vira in pioggia e ci si può finalmente rilassare.
Un grazie a ciolly, indefesso dominatore della bufera e, come disse Roby, “vera potenza della natura”. Alla prossima!
ciolly:Be' la determinazione di Fabio è già nota a tutti, arrancando e bisticciando con gli attrezzi è comunque riuscito a raggiungere il Passo Groppo, la metà di ripiego ai Croselli.
Anche i verdi pratoni di Cravairola sembravano un campo minato, da percorrere tastando avanti con i bastoncini quello che ci aspettava, passo per passo.
La discesa sfruttando anche le tracce è risultata meno sofferta del previsto, anzi, dalla quota 2200 sino al limite del bosco si è anche riusciti a fare una bella serie di curve.
Per il bosco l'unico stile da seguire è stato quello di "sopravvivenza" .
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