Dalla foce della Maggia (Locarno) al paese di Maggia via Riei. Ritorno alla foce per altre vie.
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Il bollettino valanghe, il giorno prima della gita, recitava: “da Saas Fee fino alle Valli della Maggia forte pericolo di valanghe” (livello 4): praticamente in tutto il VCO e nel Ticino Nord-Occidentale è consigliabile astenersi da attività sulla neve. Il resto del Ticino, come pure da San Gallo al Lemano, presentava invece un livello 3, che è comunque “marcato”. Da queste condizioni scaturisce quindi l’idea di questa gita, ampiamente focalizzata sul fiume Maggia e su ciò che da vicino lo circonda, permettendomi di stare lontano dai pericoli che la neve appena caduta trascina con sé. Il fatto che poi, in serata, il bollettino sia stato “alleggerito” con il seguente titolo “in molti punti marcato pericolo di valanghe” (su quasi tutta la Svizzera pericolo 3) non mi fa comunque venir voglia di tirar fuori le pelli ed andare a cercar rogne: l’inverno è lungo ed il momento per belle salite e ancor più belle discesa non mancherà di certo!
Parto dunque da Locarno, zona Boscaccio, allo sbocco della Maggia nel Lago Maggiore, e percorro tutta l’Astrovia fino a Tegna. Ecco alcune notizie sull’Astrovia tratte dal sito di astroticino:
L'Astrovia rappresenta il sistema solare lungo una passeggiata pianeggiante di circa 6 chilometri di lunghezza (in scala 1 a 1 miliardo), lontano dal traffico motorizzato, particolarmente adatta al pedone e al ciclista. La passeggiata inizia alla foce della Maggia con il modello del Sole e si sviluppa lungo la diga insommergibile del fiume per 1500 metri fino al modello di Saturno, situato nei pressi del nuovo ponte stradale alla Morettina. Qui si attraversa la Maggia e si prosegue sulla sponda destra fino alle Gerre di Losone (Golf), dove si trova il modello di Nettuno. Si segue quindi la sponda della Melezza fino alla passerella pedonale. Attraversandola si raggiunge Tegna, dove, ai piedi del campanile della chiesa, l'Astrovia termina con il modello di Plutone.
Da Tegna mi dirigo in salita verso l’Oratorio di Sant’Anna e mi infilo poi nella gola che porta verso Riei , non avendo, come da premesse, obiettivi di vette, nemmeno minimi. Il tratto tra Riei e Streccia, bagnato dal Ri da Riei, è veramente idilliaco: in primavera deve essere uno spettacolo!
Il Ri da Riei ha ricevuto anche un appassionato omaggio musicale che si può ascoltare ai seguenti link (a chi non piace il genere punk-folk-rock viene consigliato di passare oltre):
http://www.youtube.com/watch?v=Cmzn2bnqCCo (Vomitors – Riei – A gnè per tücc)
http://www.youtube.com/watch?v=Fcq1czvxeOI (Vomitors – Riei – Live Maggia 2010).
Da Streccia comincia la discesa, che attraverso i monti di Djula (Ghiüla) e Dunzio, attraverso la risalita alla Forcola di Dunzio e la successiva discesa, porta a fronteggiare Gordevio (in questo passaggio noto un gran movimento di camosci, a quote tipicamente “invernali” per loro, cioè non troppo distanti dalla cosiddetta “civiltà”). Prima di raggiungere Aurigeno c’è da segnalare il bell’oratorio di Madonna. Ad Aurigeno mi tengo contro montagna e con un successivo saliscendi che conduce nella zona dei mulini ad acqua e oltrepassa una bella cascata sul Ri di Dentro, dopo un ulteriore saliscendi (forse previsto dalla sentieristica per evitare di entrare in fondi privati) arrivo a Moghegno. Il paese presenta due “torbe”, edifici simili a quelli Walser (con i “funghi” alla base, per intenderci), risalenti al secolo XV.
Superato il paese mi dirigo sul ponte sospeso che porta verso la magnifica spiaggetta di Maggia, uno dei luoghi più belli per la balneazione estiva su questo fiume (a mio giudizio). In breve raggiungo la piazza del paese di Maggia, e da qui comincio il “ritorno”, o quantomeno comincio a muovermi in direzione opposta a quella fin qui tenuta.
Dopo aver superato il paese di Maggia e la chiesa di Santa Maria, il sentiero si inoltra nel bosco, dove, nel mezzo di una fantastica pineta di pino silvestre, incontro la scuola elementare dei Ronchini di Aurigeno. Parecchi bambini giocano nel bosco (dove passa anche un “percorso-fitness”) al riparo dai pericoli della circolazione motorizzata.
Continuo nel bosco fino a sbucare a Gordevio, dove sono costretto a seguire la strada cantonale fino al supermento della galleria del Torbeccio (e ciò avviene su di una strada pedonale che corre a fianco della galleria). Questo è l’unico tratto di tutta la gita in cui non percorro un sentiero ufficiale del CAS.
Passo sulla passerella di Avegno che mi porta proprio sotto la parete di Torbeccio, rinomato luogo d’arrampicata. Da qui comincia un lungo tratto di saliscendi, spesso a picco sul fiume, che fronteggia Avegno, e che porta, attraverso Gropp, a Ponte Brolla e poi a Tegna, aggirando anche l’altro luogo d’arrampicata della zona, le Rovine del Castelliere. Da Tegna scendo al famoso “Pozzo” e poi riprendo l’Astrovia che mi condurrà nuovamente a Locarno, alla foce della Maggia.
La beffa finale: dopo una giornata totalmente grigia, gli ultimi raggi di sole prima del tramonto trapelano verso Ovest dalle cime del Faierone e della Punta Fronzina; l’ultimo raggio arriva a baciare, dalla parte opposta, la cima abbondantemente innevata del Pizzo di Vogorno, colorandolo di rosa, promessa per future entusiasmanti discese con gli sci ai piedi!
La parte finale dell’Astrovia è un omaggio ai pianeti più conosciuti e anche più vicini al Sole (tra cui il nostro ed il suo satellite), raccolti in modo molto ravvicinato (considerazione ovvia, visto che vengono rispettate le proporzioni naturali di distanza tra i pianeti).
Sono sempre in dubbio se pubblicare simili gite: alla fine opto per il sì, rispondendo affermativamente alla domanda “mi ha portato qualcosa di nuovo, questa camminata?” Se lo ha fatto per me, lo può fare anche per altri… Mah, nel mio caso, quantomeno, …ginocchia doloranti a fine giornata… (oltre a tanto altro!)
Tempi di percorrenza: 9 ore.
Andata: Foce della Maggia – Maggia paese (Via Tegna, Riei, Dunzio e Aurigeno): 5 ore
Ritorno: Maggia paese – Foce della Maggia ( via Gordevio, Gropp, Astrovia): 4 ore
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