Zucco Pesciola e Zuccone Campelli ( via di salita ferrata Pesciola via di discesa ferrata Minonzio)
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Ad agosto, durante un giro da quelle parti (mi sono accorta di non averlo inserito:-( ), restai incantata dall'aspetto dolomitico e selvaggio delle pareti del Pesciola e dello Zuccone Campelli, per cui percorrendo il sentiero degli Stradini, presi mentalmente nota della targa che indicava l'attacco della ferrata Pesciola e cosi' arrivata a casa iniziai a ducumentarmi.
Insomma...il solito lavoro del si sale si qua...si scende di là...ma i giorni passavano e tra il meteo, talvolta inclemente e il fatto che le giornate diventavano sempre piu' corte, il progetto stava per andare in letargo...ma... Ma ieri sera, valutando le varie opzioni per oggi, il pensiero torna sempre alla salita al Pesciola per la via ferrata, la traversata in cresta fino allo Zuccone Campelli e la discesa per la ferrata Minonzio.
Parto dal parcheggio della funiva per i Piani di Bobbio un po' annoiata all'idea di dover camminare per piu' di due ore su una sterrata (ho letto che forse c'è un sentiero, ma avendo una lunga giornata davanti, decido che non perdero' tempo ed energie per cercarlo, caso mai lo faro' al rientro). Dopo un'oretta non ne posso piu'...e lascio la strada per percorrere quella che sembra una pista da sci in abbandono, puntando direttamente all'arrivo della funivia, da li all'attacco della ferrata, transitando dal rifugio Lecco, impiego circa mezz'ora.
La ferrata è stupenda ma faticosa e impegnativa, arrivata al biforcazione difficile-facile guardo cosa mi aspetta e parto in quarta per la via più ostica...e mi inchiodo al primo passaggio. Provo e riprovo, ma con la sola forza delle braccia non riesco a salire (e di "volare" non ne ho voglia), e ad ogni tentativo le braccia diventano piu' molli. Mi appendo per l'imbrago e resto a meditare...il passaggio è strapiombante, le prese sono troppo in alto per me e allora che fare? Se fossi ad arrampicare mi farei tirare un pochino, giusto per arrivare all'appiglio in sicurezza, ma davanti a me non c'è nessuno. Scendo, tiro fuori un altra fettuccia e un un altro moscettone e tento per l'undicesima volta. Moschettono gli anelli della catena, carico il peso sull'imbrago, punto i piedi, mi tiro su con le braccia e mi fermo caricando il peso nell'altra fettuccia, mi tengo ferma con i piedi, sgancio il moscettone piu' in basso e lo metto sopra a quello che mi sta tenendo su...ripeto tutta la serie di movimenti e finalmente arrivo alla catena piu' in alto e a questo punto tolgo le sicure supplementari e continuo, con il normale set da ferrata, sulla bella parete adrenalinica, verticale e incalzante. Raggiungo la cencia, mi rilasso qualche minuto, da qui in mezz'ora sono alla fine della ferrata. e alla Madonnina di vetta, dove mi concedo una bella pausa chiacchierando con due escursionisti della Val Brembana, autoscatto di vetta e nuova destinazione. Allo Zuccone Campelli mi fermo solo il tempo di un paio di fotografie, poi inizio la mia discesa per la ferrata/sentiero attrezzato Minonzio...la discesa è bella e divertente da fare SOLO se si ha l'attrezzatura da ferrata (a scendere ci sono un paio di passaggi delicati).
Arrivata alla fine del percorso attrezzato non posso fare a meno di ammirare la magia che la natura ha saputo creare...l'anfiteatro dei Campelli è grandioso. Da qui in poi il rientro è dapprima per sterrata, poi per un sentiero (non segnalato), che mi permette di evitare quasi tutta l'odiosa sterrata.
Una gita che ti lascia senza fiato, in un ambiente che non ha davvero nulla da invidiare alle Dolomiti.
Insomma...il solito lavoro del si sale si qua...si scende di là...ma i giorni passavano e tra il meteo, talvolta inclemente e il fatto che le giornate diventavano sempre piu' corte, il progetto stava per andare in letargo...ma... Ma ieri sera, valutando le varie opzioni per oggi, il pensiero torna sempre alla salita al Pesciola per la via ferrata, la traversata in cresta fino allo Zuccone Campelli e la discesa per la ferrata Minonzio.
Parto dal parcheggio della funiva per i Piani di Bobbio un po' annoiata all'idea di dover camminare per piu' di due ore su una sterrata (ho letto che forse c'è un sentiero, ma avendo una lunga giornata davanti, decido che non perdero' tempo ed energie per cercarlo, caso mai lo faro' al rientro). Dopo un'oretta non ne posso piu'...e lascio la strada per percorrere quella che sembra una pista da sci in abbandono, puntando direttamente all'arrivo della funivia, da li all'attacco della ferrata, transitando dal rifugio Lecco, impiego circa mezz'ora.
La ferrata è stupenda ma faticosa e impegnativa, arrivata al biforcazione difficile-facile guardo cosa mi aspetta e parto in quarta per la via più ostica...e mi inchiodo al primo passaggio. Provo e riprovo, ma con la sola forza delle braccia non riesco a salire (e di "volare" non ne ho voglia), e ad ogni tentativo le braccia diventano piu' molli. Mi appendo per l'imbrago e resto a meditare...il passaggio è strapiombante, le prese sono troppo in alto per me e allora che fare? Se fossi ad arrampicare mi farei tirare un pochino, giusto per arrivare all'appiglio in sicurezza, ma davanti a me non c'è nessuno. Scendo, tiro fuori un altra fettuccia e un un altro moscettone e tento per l'undicesima volta. Moschettono gli anelli della catena, carico il peso sull'imbrago, punto i piedi, mi tiro su con le braccia e mi fermo caricando il peso nell'altra fettuccia, mi tengo ferma con i piedi, sgancio il moscettone piu' in basso e lo metto sopra a quello che mi sta tenendo su...ripeto tutta la serie di movimenti e finalmente arrivo alla catena piu' in alto e a questo punto tolgo le sicure supplementari e continuo, con il normale set da ferrata, sulla bella parete adrenalinica, verticale e incalzante. Raggiungo la cencia, mi rilasso qualche minuto, da qui in mezz'ora sono alla fine della ferrata. e alla Madonnina di vetta, dove mi concedo una bella pausa chiacchierando con due escursionisti della Val Brembana, autoscatto di vetta e nuova destinazione. Allo Zuccone Campelli mi fermo solo il tempo di un paio di fotografie, poi inizio la mia discesa per la ferrata/sentiero attrezzato Minonzio...la discesa è bella e divertente da fare SOLO se si ha l'attrezzatura da ferrata (a scendere ci sono un paio di passaggi delicati).
Arrivata alla fine del percorso attrezzato non posso fare a meno di ammirare la magia che la natura ha saputo creare...l'anfiteatro dei Campelli è grandioso. Da qui in poi il rientro è dapprima per sterrata, poi per un sentiero (non segnalato), che mi permette di evitare quasi tutta l'odiosa sterrata.
Una gita che ti lascia senza fiato, in un ambiente che non ha davvero nulla da invidiare alle Dolomiti.
Tourengänger:
Laura.

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