Canzo - Acqua del Fo
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È arrivata la neve, e la voglia di calpestarla è forte.Oggi non mi sento molto in forma, il cambiamento climatico ed un lavoretto temporaneo un po' impegnativo fanno sentire i loro effetti.
Anche lo zaino appesantito dall' equipaggiamento invernale si sente, ma l'esperienza mi ha insegnato che non ci si deve mai fermare.
Arrivato a Canzo, mi incammino verso la Terzalpe per il Sentiero Geologico, senza una meta precisa; le nuvole nascondono parzialmente il cielo e non fà troppo freddo.
Salendo comincia a vedersi un po' di neve che diventa più abbondante alla Terzalpe, ma non eccessiva.
Arrivato all'attacco del sentiero n° 6 decido di salire al Monte Rai.
Vengo raggiunto da Carlito e Peluche, i due cani alpinisti di Terzalpe; anche a loro piace la neve, e si scatenano in corse in su e giù, salti e rotolate nella neve; che bella "vita da cani"!!!
Io invece sono lento, Carlito sparisce ma Peluche ogni tanto si ferma ad aspettarmi.
Il sentiero è calpestato e la neve ghiacciata, io non sono più abituato a neve e ghiaccio, le ginocchia cominciano a farsi sentire; le rotule non mi davano fastidi da quando ho fatto le ultime terapie a giugno.
Decido allora di fare un giro più tranquillo; prendo la stradina che raggiunge il sentiero che sale alla Colma, arrivando all'Acqua del Fo dove faccio una sosta per il pranzo, anche se è solo metà mattina.
Appena tolto lo zaino sono subito assediato da due cani affamati; Carlito, che finora mi aveva ignorato, è il più intraprendente.
Tra le loro zanne finiscono la maggior parte dei biscotti, un po' di pecorino toscano superstagionato ed un po' del mio pane al latte con farina di ceci, addentati con delicatezza senza portarmi via le dita.
Fortunatamente non gli piacciono frutta secca, uvetta e Cabernet; il cioccolato, che non gli fà bene, riesco a mangiarmelo io.
Giunge il momento di scendere, prendo dallo zaino ginocchiere e ramponcini, che uso solo per il primo tratto di discesa; non voglio sollecitare troppo le ginocchia.
Arrivato alla Terzalpe, chiusa, faccio un'altra sosta mangiando ancora qualcosa; arriva Nebbia, non ho più niente da darle, a parte frutta secca ed uvette, che invece lei apprezza molto.
I ramponcini sono asciutti, e la loro custodia???
Si torna all'Acqua del Fo; il tempo non mi manca, le ginocchia non si lamentano più e la neve non è più ghiacciata.
Recupero la custodia dei ramponi, appoggiata su un sasso, e torno alla Terzalpe; qui faccio quattro chiacchiere con l'unica persona presente, che mi offre un caffé come compenso per aver nutrito i cani.
Riprendo la discesa lungo la strada, tanto per cambiare percorso.
Il giro mi ha soddisfatto, nonostante le ginocchia; la neve è sempre bella (escludendo bufere e valanghe, ovviamente).
Alla prossima
Ciao
Stefano
Anche lo zaino appesantito dall' equipaggiamento invernale si sente, ma l'esperienza mi ha insegnato che non ci si deve mai fermare.
Arrivato a Canzo, mi incammino verso la Terzalpe per il Sentiero Geologico, senza una meta precisa; le nuvole nascondono parzialmente il cielo e non fà troppo freddo.
Salendo comincia a vedersi un po' di neve che diventa più abbondante alla Terzalpe, ma non eccessiva.
Arrivato all'attacco del sentiero n° 6 decido di salire al Monte Rai.
Vengo raggiunto da Carlito e Peluche, i due cani alpinisti di Terzalpe; anche a loro piace la neve, e si scatenano in corse in su e giù, salti e rotolate nella neve; che bella "vita da cani"!!!
Io invece sono lento, Carlito sparisce ma Peluche ogni tanto si ferma ad aspettarmi.
Il sentiero è calpestato e la neve ghiacciata, io non sono più abituato a neve e ghiaccio, le ginocchia cominciano a farsi sentire; le rotule non mi davano fastidi da quando ho fatto le ultime terapie a giugno.
Decido allora di fare un giro più tranquillo; prendo la stradina che raggiunge il sentiero che sale alla Colma, arrivando all'Acqua del Fo dove faccio una sosta per il pranzo, anche se è solo metà mattina.
Appena tolto lo zaino sono subito assediato da due cani affamati; Carlito, che finora mi aveva ignorato, è il più intraprendente.
Tra le loro zanne finiscono la maggior parte dei biscotti, un po' di pecorino toscano superstagionato ed un po' del mio pane al latte con farina di ceci, addentati con delicatezza senza portarmi via le dita.
Fortunatamente non gli piacciono frutta secca, uvetta e Cabernet; il cioccolato, che non gli fà bene, riesco a mangiarmelo io.
Giunge il momento di scendere, prendo dallo zaino ginocchiere e ramponcini, che uso solo per il primo tratto di discesa; non voglio sollecitare troppo le ginocchia.
Arrivato alla Terzalpe, chiusa, faccio un'altra sosta mangiando ancora qualcosa; arriva Nebbia, non ho più niente da darle, a parte frutta secca ed uvette, che invece lei apprezza molto.
I ramponcini sono asciutti, e la loro custodia???
Si torna all'Acqua del Fo; il tempo non mi manca, le ginocchia non si lamentano più e la neve non è più ghiacciata.
Recupero la custodia dei ramponi, appoggiata su un sasso, e torno alla Terzalpe; qui faccio quattro chiacchiere con l'unica persona presente, che mi offre un caffé come compenso per aver nutrito i cani.
Riprendo la discesa lungo la strada, tanto per cambiare percorso.
Il giro mi ha soddisfatto, nonostante le ginocchia; la neve è sempre bella (escludendo bufere e valanghe, ovviamente).
Alla prossima
Ciao
Stefano
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stefano58

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