Schildspitze o Punta dello Scudo 3461 m
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Raggiungere la Val Martello dalla Val di Non non è gran cosa, a parte che si percorre la Val Venosta. In ogni caso non è peggio che andare nella bergamasca, ma quando siamo qui nei fine settimana, diventa più difficile per cui ne approfittiamo in questa settimana e curiosando sulla cartina vediamo che ci sono varie cime raggiungibili da sentieri con possibilità di fare anche qualche giro ad anello.
Lasciamo l’auto al posteggio a pagamento in fondo alla Val Martello nei pressi dell’Albergo Genziana. Torniamo un poco indietro e prendiamo la strada per Malga Livi. Superata Malga Borromeo svoltiamo a sx e prendiamo un sentiero che risale in un rado bosco fino al punto, quasi al termine del bosco, dove tramite un ponte attraversiamo il torrente. Il sentiero con pendenza quasi nulla risale la Val Peder fino al bivio dove a sx si prosegue per la Plattenspitze mentre a dx per la Schuldspitze. Non avevamo ancora le idee chiare su dove andare ma se saliamo alla Schuldspitze dovremmo riuscire a fare anche un piccolo anello scendendo. Per cui proseguiamo a dx. Poco dopo troviamo il bivio per malga Livi e quindi per l’anellino che potremmo fare. Proseguiamo a sx e cominciamo a salire più decisamente. Qualche mucca ci osserva placidamente mentre noi proseguiamo ora su pietraia, poi una breve risalita su morena e ci ritroviamo ad avere davanti a noi la prima ripida salita, tutto bollato in maniera quasi esagerata. A questo punto ci accorgiamo di avere un paio di persone davanti a noi, sentiamo le voci ma non le vediamo. Dopo la sosta riprendiamo la salita, raggiungiamo un bivio che indica la cima Peder di fuori, penso, visto che la scritta sul sasso è in tedesco. Sulla cartina non abbiamo nulla che indichi un sentiero per detta cima. Proseguiamo con il nostro sentiero e sempre in ripida salita arriviamo ad un altro bivio, a dx indica la cima Peder di Mezzo e a sx la nostra cima e qui finiscono i bolli. Ci sono però degli evidenti ometti che sempre in ripida salita raggiungono una fascia rocciosa. Qualche facile passaggio di I° grado, poi sentiero, ancora qualche roccetta, ma il sentiero si fa sempre meno escursionistico e qualche dubbio comincia a venirci. La coppia davanti a noi è sempre più vicina, la raggiungiamo, stranamente parlano italiano e anche loro hanno cominciato ad avere dei dubbi sul percorso. Controlliamo cartina e GPS, si sa mai, magari siamo a pochi metri dalla cima e questo è solo il salto finale, invece…siamo a km dalla cima, stiamo salendo alla cima Peder di Mezzo. Ricontrolliamo meglio. Sulla cartina abbiamo un unico sentiero che porta alla Schuldspitze ma passa da tutt’altra parte. Tutto uguale fino a quota 3000 m circa, poi il sentiero avrebbe dovuto fare un traverso a sx e portarsi nella valle parallela. Siamo intorno ai 3300 m, da qui ci sembra ovvio che non arriviamo da nessuna parte per cui torniamo sui nostri passi, ricontrolliamo al bivio ma non vediamo niente più di prima per cui scendiamo ancora e seguendo cartina e GPS proviamo, intorno a quota 3000, a svoltare, a questo punto siccome stiamo scendendo, a dx. Traversiamo su pietraia instabile e andiamo a prendere la valletta parallela. Il GPS ci conferma che siamo sul percorso giusto anche se non vediamo nulla attorno a noi che ci confermi la cosa. Tra pietre e sassi risaliamo la valletta fino ai piedi di quella che dovrebbe essere la nostra cima, anche qui una pietraia instabile. Mancheranno ancora 300 m ma ora è diventata una sorta di sfida, salire e andare a vedere se dalla cima vediamo qualcosa che ci indichi il percorso corretto. Risaliamo con un passo avanti e due indietro cercando di non far rotolare troppi sassi, ci spostiamo sulla dx evitando dei salti rocciosi e raggiungiamo una sorta di colletto dove il panorama sulle cime dell’Angelo Grande e Vertana e loro relative vedrette ci ripaga della fatica. Un ultimo faticoso strappo, breve tratto di cresta e siamo all’ometto. Il panorama è sconfinato e ci ripaga della fatica e della cocciutaggine. Ci rimane il dubbio sulla segnaletica. Scendendo troveremo degli ometti e allora cercando di trovare una spiegazione abbiamo pensato che il bivio sia stato messo prima del bivio effettivo, proseguendo giustamente seguendo gli ometti dopo pochi metri quelli che salivano a dx portavano alla Peder di Mezzo mentre per la Schuldspitze probabilmente avremmo dovuto scollinare e scendere quindi nella valletta parallela, anche se la discesa vista dalla valletta non sembrava granché. In ogni caso non abbiamo visto ometti in quella direzione. E’ probabile che essendoci stata una frana, il traverso che abbiamo fatto, ora è sconsigliabile, per cui il percorso, rispetto a quanto riportato sulla cartina, è cambiato. Però sono tutte supposizioni. In ogni caso arrivare lassù è stata una bella soddisfazione, l’altra coppia non sappiamo che fine abbia fatto, l’ultima volta che li abbiamo visti stavano scendendo, in cima e attorno a noi non abbiamo visto nessun altro!
Dopo una bella sosta per goderci questo panorama sconfinato, scendiamo andando a prendere delle lingue di neve che rendono tutto meno pericoloso. Sosta pranzo sul torrente al termine delle discese più ripide.
Stravaccati al sole con i ghiacciai della Val Martello davanti agli occhi, un sacchetto di panini vari, mi chiedo: “Ma cosa possiamo desiderare di più!”
Dislivello 1817 m; 17,8
Lasciamo l’auto al posteggio a pagamento in fondo alla Val Martello nei pressi dell’Albergo Genziana. Torniamo un poco indietro e prendiamo la strada per Malga Livi. Superata Malga Borromeo svoltiamo a sx e prendiamo un sentiero che risale in un rado bosco fino al punto, quasi al termine del bosco, dove tramite un ponte attraversiamo il torrente. Il sentiero con pendenza quasi nulla risale la Val Peder fino al bivio dove a sx si prosegue per la Plattenspitze mentre a dx per la Schuldspitze. Non avevamo ancora le idee chiare su dove andare ma se saliamo alla Schuldspitze dovremmo riuscire a fare anche un piccolo anello scendendo. Per cui proseguiamo a dx. Poco dopo troviamo il bivio per malga Livi e quindi per l’anellino che potremmo fare. Proseguiamo a sx e cominciamo a salire più decisamente. Qualche mucca ci osserva placidamente mentre noi proseguiamo ora su pietraia, poi una breve risalita su morena e ci ritroviamo ad avere davanti a noi la prima ripida salita, tutto bollato in maniera quasi esagerata. A questo punto ci accorgiamo di avere un paio di persone davanti a noi, sentiamo le voci ma non le vediamo. Dopo la sosta riprendiamo la salita, raggiungiamo un bivio che indica la cima Peder di fuori, penso, visto che la scritta sul sasso è in tedesco. Sulla cartina non abbiamo nulla che indichi un sentiero per detta cima. Proseguiamo con il nostro sentiero e sempre in ripida salita arriviamo ad un altro bivio, a dx indica la cima Peder di Mezzo e a sx la nostra cima e qui finiscono i bolli. Ci sono però degli evidenti ometti che sempre in ripida salita raggiungono una fascia rocciosa. Qualche facile passaggio di I° grado, poi sentiero, ancora qualche roccetta, ma il sentiero si fa sempre meno escursionistico e qualche dubbio comincia a venirci. La coppia davanti a noi è sempre più vicina, la raggiungiamo, stranamente parlano italiano e anche loro hanno cominciato ad avere dei dubbi sul percorso. Controlliamo cartina e GPS, si sa mai, magari siamo a pochi metri dalla cima e questo è solo il salto finale, invece…siamo a km dalla cima, stiamo salendo alla cima Peder di Mezzo. Ricontrolliamo meglio. Sulla cartina abbiamo un unico sentiero che porta alla Schuldspitze ma passa da tutt’altra parte. Tutto uguale fino a quota 3000 m circa, poi il sentiero avrebbe dovuto fare un traverso a sx e portarsi nella valle parallela. Siamo intorno ai 3300 m, da qui ci sembra ovvio che non arriviamo da nessuna parte per cui torniamo sui nostri passi, ricontrolliamo al bivio ma non vediamo niente più di prima per cui scendiamo ancora e seguendo cartina e GPS proviamo, intorno a quota 3000, a svoltare, a questo punto siccome stiamo scendendo, a dx. Traversiamo su pietraia instabile e andiamo a prendere la valletta parallela. Il GPS ci conferma che siamo sul percorso giusto anche se non vediamo nulla attorno a noi che ci confermi la cosa. Tra pietre e sassi risaliamo la valletta fino ai piedi di quella che dovrebbe essere la nostra cima, anche qui una pietraia instabile. Mancheranno ancora 300 m ma ora è diventata una sorta di sfida, salire e andare a vedere se dalla cima vediamo qualcosa che ci indichi il percorso corretto. Risaliamo con un passo avanti e due indietro cercando di non far rotolare troppi sassi, ci spostiamo sulla dx evitando dei salti rocciosi e raggiungiamo una sorta di colletto dove il panorama sulle cime dell’Angelo Grande e Vertana e loro relative vedrette ci ripaga della fatica. Un ultimo faticoso strappo, breve tratto di cresta e siamo all’ometto. Il panorama è sconfinato e ci ripaga della fatica e della cocciutaggine. Ci rimane il dubbio sulla segnaletica. Scendendo troveremo degli ometti e allora cercando di trovare una spiegazione abbiamo pensato che il bivio sia stato messo prima del bivio effettivo, proseguendo giustamente seguendo gli ometti dopo pochi metri quelli che salivano a dx portavano alla Peder di Mezzo mentre per la Schuldspitze probabilmente avremmo dovuto scollinare e scendere quindi nella valletta parallela, anche se la discesa vista dalla valletta non sembrava granché. In ogni caso non abbiamo visto ometti in quella direzione. E’ probabile che essendoci stata una frana, il traverso che abbiamo fatto, ora è sconsigliabile, per cui il percorso, rispetto a quanto riportato sulla cartina, è cambiato. Però sono tutte supposizioni. In ogni caso arrivare lassù è stata una bella soddisfazione, l’altra coppia non sappiamo che fine abbia fatto, l’ultima volta che li abbiamo visti stavano scendendo, in cima e attorno a noi non abbiamo visto nessun altro!
Dopo una bella sosta per goderci questo panorama sconfinato, scendiamo andando a prendere delle lingue di neve che rendono tutto meno pericoloso. Sosta pranzo sul torrente al termine delle discese più ripide.
Stravaccati al sole con i ghiacciai della Val Martello davanti agli occhi, un sacchetto di panini vari, mi chiedo: “Ma cosa possiamo desiderare di più!”
Dislivello 1817 m; 17,8
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