Bocchetta Nord del Lago
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C'è chi già lavora, chi è ancora in ferie per cui ad accompagnarmi in questa escursione il giorno precedente il ritorno al lavoro c'è solo Francesca.
L'idea è di andare al Pizzo di Claro dalla Val Calanca. In vetta sono riuscito a salirvi solo una volta 15 - 20 anni fa ma salendo dai Monti di Claro, ogni volta che ho tentato la salita dal versante calanchino qualcosa è andato storto e non sono arrivato in vetta. Oggi non sarà un'eccezione: parcheggiato a quota 1640 (dove finisce l'asfalto della strada forestale a pagamento), saliamo all'Alpe Stabveder seguendo per un tratto la strada sterrata e prendendo poi il sentiero segnalato, seguiamo fedelmente le indicazioni ed i segnali bianco - rossi sopra l'alpe, saliamo per un 200 metri e, non so dove, perdo la strada!
Sopra di me vedo la cresta NO del Mot Ciarin so, per esperienze passate, che il sentiero passa alla base del rilievo quotato 2322 metri al termine della cresta per cui salgo in quella direzione, poco prima di arrivare alla sella però incontro dei segnavia bianco - blu dall'aspetto recente: "Che abbiano deciso di classificare come alpinistico il percorso?"
Non so, comunque decidiamo di seguirli: sembrano portare al sentiero che sale al Pizzo di Claro dalla Val Granda.
Più che un sentiero si tratta di una traccia ma ben segnalata, mi aspetto di trovare presto una deviazione verso sinistra che salga verso la Val Granda ma, sarà anche per le nuvole che a tratti coprono i versanti intorno, non la vediamo, ora i segnavia, sempre bianco -blu, ci portano ad attraversare un macereto di grandi roccie, a questo punto è chiaro che la nostra meta è un bel pezzo alle nostre spalle, vabbè: seguiamo questa traccia, finita la pietraia inizia un ripido pendio erboso che risaliamo finchè non sbuchiamo ad una bocchetta che si affaccia sulla Valle di Cresciano. Le nuvole ci danno un attimo di tregua e, bussola e cartina alla mano, riesco a fare il punto: decisamente non siamo dove volevamo andare! Siamo alla bocchetta che la mia carta quota 2575 metri (a casa scoprirò che il Brenna la chiama Bocchetta Nord del Lago).
I segnavia si abbassano sul versante Val Cresciano in un canalino piuttosto ripido, quelli per intenderci che sono molto più agevoli da percorrere con la neve ed una piccozza in mano, con le temperature di questo agosto di neve non ce n'è traccia alcuna!
Francesca ha qualche problema con il vuoto ed i pendii ripidi per cui non se ne parla nemmeno di scendere.
Vabbè: altra gita esplorativa! Torniamo indietro, scendendo però direttamente senza ripassare dalla pietraia, dalle parti del Mot Ciarin ritroviamo i segnavia bianco - rossi e ci fermiamo per la sosta pranzo.
Poi torniamo all'alpe Stabveder ed all'auto.
Prima o poi riuscirò a salire il Pizzo di Claro dalla Val Calanca, per ora continuo la mia esplorazione della zona.
Il sentiero che abbiamo percorso costituisce il collegamento alpinistico fra le capanne Brogoldone e Cava, fino alla bocchetta raggiunta da noi oggi le difficoltà non superano il T3+, la seconda parte, almeno dalla descrizione del Brenna, sembra riservare difficoltà ed esposizioni maggiori, il percorso è comunque segnalato in tempi recenti e dalla bocchetta si vedevano numerosi segnali sulle pietraie del Rosso di Grav e fino alla Bocchetta di Piov di Fuori.
L'idea è di andare al Pizzo di Claro dalla Val Calanca. In vetta sono riuscito a salirvi solo una volta 15 - 20 anni fa ma salendo dai Monti di Claro, ogni volta che ho tentato la salita dal versante calanchino qualcosa è andato storto e non sono arrivato in vetta. Oggi non sarà un'eccezione: parcheggiato a quota 1640 (dove finisce l'asfalto della strada forestale a pagamento), saliamo all'Alpe Stabveder seguendo per un tratto la strada sterrata e prendendo poi il sentiero segnalato, seguiamo fedelmente le indicazioni ed i segnali bianco - rossi sopra l'alpe, saliamo per un 200 metri e, non so dove, perdo la strada!
Sopra di me vedo la cresta NO del Mot Ciarin so, per esperienze passate, che il sentiero passa alla base del rilievo quotato 2322 metri al termine della cresta per cui salgo in quella direzione, poco prima di arrivare alla sella però incontro dei segnavia bianco - blu dall'aspetto recente: "Che abbiano deciso di classificare come alpinistico il percorso?"
Non so, comunque decidiamo di seguirli: sembrano portare al sentiero che sale al Pizzo di Claro dalla Val Granda.
Più che un sentiero si tratta di una traccia ma ben segnalata, mi aspetto di trovare presto una deviazione verso sinistra che salga verso la Val Granda ma, sarà anche per le nuvole che a tratti coprono i versanti intorno, non la vediamo, ora i segnavia, sempre bianco -blu, ci portano ad attraversare un macereto di grandi roccie, a questo punto è chiaro che la nostra meta è un bel pezzo alle nostre spalle, vabbè: seguiamo questa traccia, finita la pietraia inizia un ripido pendio erboso che risaliamo finchè non sbuchiamo ad una bocchetta che si affaccia sulla Valle di Cresciano. Le nuvole ci danno un attimo di tregua e, bussola e cartina alla mano, riesco a fare il punto: decisamente non siamo dove volevamo andare! Siamo alla bocchetta che la mia carta quota 2575 metri (a casa scoprirò che il Brenna la chiama Bocchetta Nord del Lago).
I segnavia si abbassano sul versante Val Cresciano in un canalino piuttosto ripido, quelli per intenderci che sono molto più agevoli da percorrere con la neve ed una piccozza in mano, con le temperature di questo agosto di neve non ce n'è traccia alcuna!
Francesca ha qualche problema con il vuoto ed i pendii ripidi per cui non se ne parla nemmeno di scendere.
Vabbè: altra gita esplorativa! Torniamo indietro, scendendo però direttamente senza ripassare dalla pietraia, dalle parti del Mot Ciarin ritroviamo i segnavia bianco - rossi e ci fermiamo per la sosta pranzo.
Poi torniamo all'alpe Stabveder ed all'auto.
Prima o poi riuscirò a salire il Pizzo di Claro dalla Val Calanca, per ora continuo la mia esplorazione della zona.
Il sentiero che abbiamo percorso costituisce il collegamento alpinistico fra le capanne Brogoldone e Cava, fino alla bocchetta raggiunta da noi oggi le difficoltà non superano il T3+, la seconda parte, almeno dalla descrizione del Brenna, sembra riservare difficoltà ed esposizioni maggiori, il percorso è comunque segnalato in tempi recenti e dalla bocchetta si vedevano numerosi segnali sulle pietraie del Rosso di Grav e fino alla Bocchetta di Piov di Fuori.
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paoloski
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