Catinaccio, alla scoperta di Re Laurino, salita al passo Santner
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Torniamo dalla Marmolada, è il 15.8, transitiamo per un val di Fassa affollatissima e raggiungiamo Pozza; da lì posteggiata l'auto e dimezzati gli zaini, prendiamo posto sul pulmino che fa servizio tra Pozza ed il rifugio Gardeccia(9€ a/r).
E' molto tardi, siamo al Gardeccia alle 11 circa, il traffico ci ha rallentato moltissimo, specialmente l'attraversamento di Canazei, pertanto avviati verso il rifugio Vajolet, base dei nostri prossimi tre giorni, decidiamo di accorciare l'escursione della giornata.
Non più giro del Catinaccio in senso orario, dal Vajolet al passo delle Coronelle e poi ferrata Santer ridiscendendo su rifugio re Alberto, calandosi attraverso il Gartl, e ritorno al nostro rifugio; ma salita dal Gartl verso il Re Alberto ed il passo Santner a 2734 metri.
Ci riposiamo dopo il pranzo, ancora abbiamo nelle gambe lo "strappo" dal Gardeccia al Vajolet, che con gli zaini carichi non è proprio una cosa semplice.
Alle 15,30 partiamo, in compenso per questa escursione siamo leggerissimi, come equipaggiamento, anche se il Gartl non è da prendere sottogamba(una donna è morta nel 2010), è sempre un sentiero attrezzato, non portiamo equipaggiamento per ferrata ma tanta serietà nel salire esoprattutto scendere.
Dopo circa 45 minuti in cui passiamo gruppi e singoli in salita ed in discesa, arriviamo nel "cuore" del Rosengarten, la conca del rifugio Re Alberto è qualcosa di straordinario, di fronte a noi la croda di Re Laurino, alla destra le tre torri del Vajolet, a sinistra la cima del Catinaccio.
E' ferragosto e varie cordate sono impegnate su queste pareti, noi nel nostro piccolo ci guardiamo attorno e proseguiamo verso il rifugio.
Da questo,dopo una piccola pausa con un buon the alle erbe, riprendiamo il sentiero che ora sale sul lato della croda di Re Laurino, la quota aumenta e davanti a noi abbiamo il passo Senter che si avvicina; alle 17 circa finalmente sbuchiamo sul passo, sul fianco nell'incrocio dei venti che salgono dal passo Costalunga e dal Gartl è adagiato il rifugio omonimo, piccolo, in legno, molto bello.
Io ed Irene ammiriamo da questo balcone tutta la vastità dell'orizzonte verso ovest, con a sinistra il Latemar, di fronte nella foschia pomeridiana il Brenta, Adamello e su i monti sopra Merano e Bolzano nella sua calda e torrida valle.
Dopo una mezz'ora riprendiamo la discesa che ci porta nuovamente al Vajolet.
E' molto tardi, siamo al Gardeccia alle 11 circa, il traffico ci ha rallentato moltissimo, specialmente l'attraversamento di Canazei, pertanto avviati verso il rifugio Vajolet, base dei nostri prossimi tre giorni, decidiamo di accorciare l'escursione della giornata.
Non più giro del Catinaccio in senso orario, dal Vajolet al passo delle Coronelle e poi ferrata Santer ridiscendendo su rifugio re Alberto, calandosi attraverso il Gartl, e ritorno al nostro rifugio; ma salita dal Gartl verso il Re Alberto ed il passo Santner a 2734 metri.
Ci riposiamo dopo il pranzo, ancora abbiamo nelle gambe lo "strappo" dal Gardeccia al Vajolet, che con gli zaini carichi non è proprio una cosa semplice.
Alle 15,30 partiamo, in compenso per questa escursione siamo leggerissimi, come equipaggiamento, anche se il Gartl non è da prendere sottogamba(una donna è morta nel 2010), è sempre un sentiero attrezzato, non portiamo equipaggiamento per ferrata ma tanta serietà nel salire esoprattutto scendere.
Dopo circa 45 minuti in cui passiamo gruppi e singoli in salita ed in discesa, arriviamo nel "cuore" del Rosengarten, la conca del rifugio Re Alberto è qualcosa di straordinario, di fronte a noi la croda di Re Laurino, alla destra le tre torri del Vajolet, a sinistra la cima del Catinaccio.
E' ferragosto e varie cordate sono impegnate su queste pareti, noi nel nostro piccolo ci guardiamo attorno e proseguiamo verso il rifugio.
Da questo,dopo una piccola pausa con un buon the alle erbe, riprendiamo il sentiero che ora sale sul lato della croda di Re Laurino, la quota aumenta e davanti a noi abbiamo il passo Senter che si avvicina; alle 17 circa finalmente sbuchiamo sul passo, sul fianco nell'incrocio dei venti che salgono dal passo Costalunga e dal Gartl è adagiato il rifugio omonimo, piccolo, in legno, molto bello.
Io ed Irene ammiriamo da questo balcone tutta la vastità dell'orizzonte verso ovest, con a sinistra il Latemar, di fronte nella foschia pomeridiana il Brenta, Adamello e su i monti sopra Merano e Bolzano nella sua calda e torrida valle.
Dopo una mezz'ora riprendiamo la discesa che ci porta nuovamente al Vajolet.
Tourengänger:
Amadeus

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