Punta Rossa della Grivola (3630 m.)
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Spiace per alcuni amici assenti (principalmente perchè in vacanza), ma non è facile trovare le condizioni giuste, e così dopo avere visto previsioni eccellenti, con 3 palle di sole, zero termico oltre 4.500 metri e assenza di venti, carpe diem. Anche Suni è assente perchè nel Parco del Gran Paradiso non possono circolare i cani, anche se il massimo disturbo che lei arreca alla fauna è quello di fare correre qualche marmotta, ma le regole sono regole.
Ritrovo a Saronno alle 4.00, Max fa anche da tassista. Alle 07.00 siamo pronti per partire dal posteggio gratuito di Cogne (Alberto, visto che è accanto al cimitero e sei richiesto per servizi funerari potevi portare anche qualche tua amica, he he he). Attraversiamo i prati di Sant'Orso tramite la stradina che porta a Buttier, dove, confortati anche dalla segnaletica, iniziamo la risalita vera e propria alle 07.15 circa.
Il menù dello chef Max prevede di salire dal vallone di Pousset, da lì al Bivacco Gratton, la cima e poi rientro a Valnontey via Rifugio Sella. Dopo un primo tratto abbastanza ripido iniziamo un lungo taglio che ci porta alle baite dell'Alpe Les Ors, dove vi è anche un sentiero che sale da Cretaz, località sopra alla quale ci troviamo di fatto in linea d'aria. Svoltiamo a sx. e saliamo sino ad arrivare al Casotto del Pousset ( 2.286 m.) del Parco. Qui vi è l'unico momento di incertezza, in quanto giriamo subito a sx., ma dopo poche decine di metri il Galaxy di Gabri (la sua utilità ce l'ha, he he he) ci fa capire che sbagliamo. Così prendiamo l'altro sentiero marcato (n°26) che gira sì a sinistra ma dopo avere superato il Casotto (se Claudio avesse saputo che c'era non avrebbe certo declinato l'invito, hi hi). Dopo avere perso alcuni metri di quota attraversiamo un rio ed entriamo nel vallone di Pousset, che risaliamo per intero su sentiero sempre evidente e comunque marcato quando, avvicinandosi ai tremila metri, incominciamo ad incontrare alcune pietraie. Così arriviamo al Bivacco Gratton, posto al Col Pousset, da dove già la vista è notevolissima, con il Cervino, il Rosa, il Gran Paradiso e la Grivola, dalla quale siamo separati solo dal crepacciato ghiacciaio del Trajoz.
Sin qui siamo arrivati oltre 3.200 m. su sentiero molto semplice; ora il menù prevede di risalire su cammino libero l’erta pietrosa che si trova alle spalle del bivacco; forse a sx. vi è uno pseudo sentierino indicato da qualche ometto, ma io risalgo invece partendo tutto a dx., tagliando successivamente verso il centro. I massi sono di buone dimensioni ed occorre un minimo di attenzione per risalirli, ma davvero niente di particolare. Gabri mi segue di qualche minuto, mentre Max ed Alberto si fermano a scambiare due chiacchiere con altre persone sopraggiunte nel frattempo al bivacco, per cui io e Gabri li attendiamo una decina di minuti a quota 3400 m. circa, al termine del tratto più ripido della pietraia. Ora il panorama si è aperto anche al Monte Bianco, appena a NE della Grivola. Proseguiamo brevemente quasi in piano su pietraia e ci ricolleghiamo col sentiero che sale dal Colle della Rossa; vi sono giusto un paio di punti dove avere un minimo di attenzione su lastre senza appigli per evitare di finire a gambe all’aria sul sottostante ghiacciaio (come ha rischiato seriamente di fare al ritorno un escursionista !! Sempre in campana), ma alle 13.00 io e Gabri siamo in vetta senza alcun problema, con Max ed Alberto che arrivano poco dopo.
La soddisfazione è notevole; pranzo molto spartano rispetto alle ns. usanze e senza alcolici (una rarità), foto a 360° e poi via per il rientro, che come anticipato avviene verso Valnontey. Così, sempre su sentiero evidente e segnato, prendiamo il lungo traverso che ci porta al Colle della Rossa, da lì perdiamo quota in modo più deciso incassandoci anche nel greto di un rio, ed arriviamo al pianoro che sovrasta il Rifugio Sella, dove arriviamo alle 16.30 circa. Una birretta dissetante e poi la discesa finale verso Valnontey, la parte forse meno bella del percorso, ma probabilmente si è influenzati dal lungo cammino e dal dislivello già percorso, per cui con la testa si è già al rientro. Giungiamo in paese 2 minuti in ritardo per prendere il pullman gratuito delle 18.15 che ci deve riportare a Cogne (non abbiamo voglia di farci altri 3 Km.), e mentre aspettiamo il successivo delle 18.45 un gentilissimo escursionista bergamasco trovato in cima si offre di darci un passaggio con la sua auto. Così alle 19.00 siamo all’auto, 12 ore dopo la partenza. Il rientro a casa avviene quasi a mezzanotte, vista anche la pausa merenda effettuata in un locale a noi già noto poco dopo Verres.
Una giornata quindi molto intensa ma davvero ottima, con la meteo che ha tenuto alla grandissima come da previsioni. Un grande ringraziamento ai soci che hanno condiviso con me questa bella escursione nel consueto clima di giocosa amicizia.


Che aggiungere ………….., un sogno che si è avverato!!!!
Era da tempo che avevo adocchiato questa magnifica escursione, e finalmente tutto si è tramutato in realtà con una giornata davvero super da tutti i punti di vista.
Meteo perfetto, fin quasi troppo caldo nonostante la quota raggiunta, compagni d’avventura eccezionali ( passare 20 ore filate insieme con alla fine la stanchezza che la fa da padrona senza avere mai uno screzio la dice lunga sull’ottimo affiatamento ormai raggiunto fra di noi ), viaggio tranquillo senza particolari problematiche, tempistiche previste rispettate quasi al minuto e per finire la giornata perfetta cosa c’è di meglio che mettere le gambe sotto il tavolo per degustare degli ottimi prodotti locali raccontandoci e rivivendo le emozioni vissute durante l'escursione.
Oggi grazie al cielo terso abbiamo potuto ammirare buona parte delle montagne più alte e più belle d’Europa: il Bianco, il Rosa, il Cervino, il Gran Paradiso, gli Apostoli, le Grand Combin, la Grivola, il Monte Emilius, la Tersiva e chi più ne ha più ne metta ……… da orgasmo.
Grazie ragazzi e avanti cosi.
Vista da Alberto: Massimo mi propone questa escursione e pure Gabriele che mi sente incerto sulla scelta,insiste cosicché accetto e l'indomani mi ritrovo con il "Quartetto Cetra" (Ivan, Massimo, Gabriele senza la mitica Suni causa leggi e norme sul divieto dei cani nel parco).
Il viaggio non mai monotono,si ride in completa allegria oltre le prese per il c....che non mancano mai,tanto che giungiamo senza accorgercene a Cogne alle 6,30 dove ci prepariamo e mentre alle 6,50 ci mettiamo in cammino,Gabriele è in ansia e comincia da subito a tirare,una cosa allucinante......avete presente gli scoiattoli? Sono super ipertesi con movimenti veloci: ecco il giusto soprannome per il Gabri "scoiattolo" (per metà però,perché dopo un poco al sciopa) ma ecco che non si riesce a capir bene dove si debba andare.....ma con breve consulto ci dirigiamo verso il ristorante Orso dove una stradetta ci conduce ad un ponticello,attrezzato di pannello con tutte le direzioni e mete possibili: la nostra prima meta il bivacco Gratton che la da ben di 5 ore (4,30 da Cretaz),seguendo il segnavia n° 26. Saliamo il bel sentiero erto,che una volta giunto in quota si sposta verso destra,sopra Cretaz per raggiungere il percorso che sale da tale località.
Poi raggiungiamo il casotto del Pousset (ore 8,38) dove ci dissetiamo con l'ottima acqua: da qui,seguiamo sempre il segnavia 26 (a destra),mentre il 25 (a sinistra) entra nella stretta valle Vermianaz. Sempre per comodo sentiero ben segnalato,risaliamo gli aperti pascoli pervenendo a Pousset superiore (ore 9,30 anche qui se si vuole si può fare scorta di acqua): da questa località si nota a destra la depressione del colle,ancora molto lontano. Il tracciato prosegue sempre ben marcato e segnalato da frecce gialle,poi comincia a farsi erto e infine su pietrame che non da problemi di sorta,eccoci giungere al Colle del Pousset m.3202 (ore 11,18) dove vi è ubicato il bivacco Gratton il quale permette di gustare appieno la fantastica giornata,la panoramica visuale e la possibilità di vedere un tramonto e un'alba da mille e una favola.
Ivan ricomincia a rimettersi in cammino e Gabri lo "insegue" tenacemente....oltre a dirgli insistentemente di aspettarlo.....perché c'è un motivo he he he!
Io e Max riprendiamo il percorso più tardi e nel frattempo arriva uno a cui Max chiede informazioni: ci mostra una cartina (Gran Paradiso/Grivola) ben dettagliata,solo che continuava a girarla e rigirala,tant'è che il punto dove eravamo l'ho trovato io e ci mostra che vi è una traccia di sentiero,che vedo,ben segnalata da ometti,dalla quale sopraggiunge una ragazza,la quale era appena stata sulla Punta Rossa e ci spiega che il percorso è quello da cui lei proviene,però anche salire dove sono andati i nostri amici,va bene,tanto una volta lassù,il tracciato diviene meno ripido,incrociando poi il sentiero che sale in vetta.
Certo che è proprio ripido la via che ha intrapreso Iva e Gabriele: per noi due,che non siamo dei canguri,la cosa non è allettante,mentre per Ivan era puro divertimento.....per il Gabri?.....eeeeeeeeeeeee già......insommaaaaaaaa......lo sentivamo implorare verso Ivan: invece di chiamare 2.000.000 di volte la Suni,che non era presente,il "galaxxiamen" chiamava Ivan (chissà che mal d'urecc he he he) perché aveva problemi su percorso "fuori psta",sapeva che con Ivan è in una botte di ferro e vedendo lui dove sale,vi sarebbe tranquillamente andato appresso......in pratica era una salita che metteva in difficoltà il galaxxiano,che rimanendo distanziato si ritrova un pochino in mer......he he he e quindi Ivan,suggeriva dove si doveva spostare e il bradiposki insieme all'elefante delle Alpi,non potevano che farsi qualche bella risatina. "Ivan,Ivan,aspettami,ti supplico,non ci capisco più nulla,dove devo andare? queste erano le frasi del delirante "scoiattolo" Gabri he he he!
Alle ore 11,53,piano piano cominciamo a risalire l'erto pendio roccioso formato da rocce rotte e poco dopo siamo lassù,su una sorta di spianata dalla quale la lontana vetta ci attende: alla mia sinistra vedo gli ometti che salgono dal tracciato che non abbiamo fatto (lo consiglio vivamente) e ricominciamo a riprendere un sentiero ben marcato e tranquillo fino a raggiungere la cresta piuttosto friabile che in alcuni punti da la possibilità o di salire proprio al limitare di essa o di scendere on poco sotto. Qui valuto che il tratto dove vi è una bella parete liscia,non mi aggrada di percorrere quel sentiero basso e quindi preferisco risalire e difatti è risultato più semplice il procedere,poi il sentiero riprende ad essere più "normale" scomparendo qualche metro prima della vera cima che la si risale su rocce,dove perveniamo alle ore 13,19,sotto l'immancabile voce di Gabriele con i sui "allora ci siete"......"forza che non abbiamo tutto il giorno" e via discorrendo.....per ora è ancora sull'arzillo,ma arriveranno i momenti neri anche per lui ha ha ha......aspetto il momento gaudio e poi......mazzataaaaaaaaaa!
La gioia di essere lassù la si vedeva dai sorrisi e commenti (registrati).....che non lasciavano spazio ad altro: un panorama di incontrastabile bellezza che non lasciava pensare ad altro che farsi ammirare: il bradipo delle Alpi è salito anche quassù,ma non è la cima più alta che ho fatto,questa è la seconda e viene dopo la Cima Vioz m. 3645,ma la differenza è il dislivello notevole (2096 metri senza contare i saliscendi,sia salendo in andata che al ritorno) e credo che non sia poco,anche se il mio massimo dislivello in giornata e ben superiore,anche di km. Ma qui siamo in alta quota,il fisico risponde in maniera diversa e ad ogni modo ogni escursione ci mette alla prova.
Poco prima delle 14 avviso che è meglio scendere,il percorso di discesa non è corto,ma un coro di voci da rivolta s'innalza nel cielo.....va bene,aspettiamo di fare la foto di gruppo e poi.....via! Grazie ad un gruppetto che abbiamo conosciuto in vetta che ci ha spiegato quali altre cime si possono fare (e non fare senza guida) ci facciamo fare una bella foto in cima,Max poi ne vuole una per l'eventuale lapide.....che può essere un idea per coloro che prima di oggi non vi avevano mai pensato he he he!
Alle 14,10 riprendiamo la discesa,non sono mancate le difficoltà iniziali sulla lunga cresta: io ero partito prima (fortunatamente),ma gli amici non hanno potuto evitare di vedere uno del gruppo di vetta che stava scivolando per decine di metri verso un crepaccio. Sono scene che viverle non danno affatto la sensazione di serenità,ma lasciano nella mente qualcosa che non si deve mai dimenticare: LA MONTAGNA DEVE FARCI RIFLETTERE AD OGNI PASSO CHE NOI FACCIAMO AL SUO COSPETTO!
Per fortuna si è risolto tutto bene per lo sfortunato e a noi con davanti parecchie ore di discesa,riusciamo a riprendere il cammino sperando di non vedere altre situazioni del genere. Ivan e Gabriele proseguono con passo deciso,mentre noi due,giunti al lungo traverso con sentiero stretto e che facilmente smonta a valle qualora dovesse fare un temporale,ci troviamo in alcuni punti dove dobbiamo superarli con cautela: se scivoli,forse non ti fai male,visto il pendio,ma se tutto il materiale si dovesse smuovere.....meglio non pensarci!
Qualcuno sopraggiunge per poi salire in vetta,altri li troviamo al Colle della Rossa dal quale un bel sentiero dopo i primi 20 metri,scende rapidamente incrociando una cascatella (a quota 3000) per poi finalmente raggiungere il pianoro dove è ubicato il rifugio Vittorio Sella: sosta con birra fresca,mentre la beviamo il Gabri ci invita a scendere dal prossimo tratto di sentiero,con una certa "normalità" in modo tale da prendere il bus navetta al più presto per poi raggiungere in un orario consolo il posticino dove vi faremo la cenetta. Riprendiamo il sentiero comodo ma,le tagliate non sono mancate fino al bivio con quello vecchio (decisamente migliore,ma che dal 2002 ne è vietato il percorrerlo) dove si procede su quello nuovo,ma decisamente spacca gambe e molto altro ancora.
Il Gabri però comincia a dare segni di cedimento,vesciche sopra le sue dita del piede lo stanno distruggendo ed è l'UNICO del gruppo ad essere (e mostrare) GRANDE SOFFERENZA FISICA.....giustamente il bradipo approfitta di queste rari e magici momenti per sparare battute massacranti he he he: come dico sempre,non conta la forza fisica,ma conta la resistenza.....e gli scarponi. Se stanno bene i piedi,sta bene anche il resto del nostro corpo!
Mentre finiamo di mangiucchiare,ecco che uno degli amici conosciuti in cima,ci offre un passaggio che accettiamo volentieri,mentre sopraggiunge il bus: giunti all'auto ci cambiamo e partiamo per la cenetta classica che ci aiuta a proseguire il viaggio con più tranquillità,viaggio che scorre velocemente nonostante sia lungo,ma in auto non manca la parola a nessuno e la solita allegria lo rende ancor meno pesante.
AMICI,è stata un' OTTIMA giornata allietata in particolare dalla vostra presenza,un ingrediente importante,che per me ha più valore dell'aver asceso questa vetta,nuova per me come per Voi e di questo vi ringrazio!
Ciao a tutti e alla prossima!.....se posso
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