Piz Grevasalvas (2932 m)
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Dopo la beffa di un mese fa, quando arrivai in Engadina e trovai una brutta giornata piovosa, decido di prendermi una rivincita e di tornare in questa meravigliosa valle a cui sono profondamente legato.
Inoltre voglio un pò salire di quota rispetto alle ultime uscite e il Piz Grevasalvas è l'ideale per avvicinarsi ai tremila metri senza troppe difficoltà.
La giornata inizia nel peggiore dei modi con una mega coda a Bellano, causa chiusura totale della SS36 e obbligo di percorrere il lungo lago, completamente bloccato dai tir. Sembra una maledizione, ogni volta che vado in Engadina passo la giornata in auto (oggi quasi 9 ore tra andata e ritorno).
A Plaun da Lej, minuscola località in riva al lago tra Maloja e Sils, parcheggio negli ampi spazi gratuiti e imbocco la stradina sterrata ben indicata dalle paline gialle.
Taglio alcuni tornanti grazie ad un sentierino e in un attimo arrivo al fiabesco villaggio di Grevasalvas (0 h 15), posto in spettacolare posizione panoramica.
Svolto a destra, sempre seguendo le chiare indicazioni, e con un brevissimo strappo raggiungo un altro bivio, dove continuo dritto.
Il sentiero guadagna quota moderatamente tagliando in diagonale verso sinistra i pendii soprastanti Grevasalvas, le cui baite sono sempre ben visibili di sotto di me.
Raggiungo quindi un bel pianoro, a quota 2300 m circa, dove svolto a destra e inizio il ripido strappo che porta in pochi minuti al Lej Nair (1 h 20), meraviglioso come tutti i laghetti engadinesi.
Qui non ci sono più cartelli ma il sentiero continua, evidente e ben marcato da segnavia bianco-rossi, sulla sponda sinistra del lago.
Raggiungo in breve la base di un canale di rocce e pietraie e qui sbaglio strada: pensando di doverlo risalire non presto sufficiente attenzione e perdo i segnavia, che invece risalgono sulla sinistra una facile placchetta rocciosa (me ne accorgerò al ritorno).
A metà strada mi fermo dubbioso, consulto la carta e capisco comunque che il sentiero ufficiale non dev'essere lontano. Muovendomi con attenzione tra grossi massi e facili placconate rocciose raggiungo la testata del canale dove c'è un piccolo pianoro e, con una breve ricerca, ritrovo i segnavia.
Si sale ora con scarsa pendenza tra le rocce e, seguendo i frequenti segnavia, si raggiungono alcune piccole pozze d'acqua, dove inizia l'ultimo strappo che porta in cresta.
Arrivato in cresta svolto a sinistra e con una breve salita tra pietre e sfasciumi raggiungo l'ampia e pianeggiante vetta del Piz Grevasalvas (2 h 40), contrassegnata da un ometto più grosso e tanti altri più piccoli.
Inutile dire che il panorama è spettacolare, in più le nubi basse che avvolgono la vallata di Bivio, lasciando spuntare solo le cime più alte, rendono tutto ancora più suggestivo.
Grossi nuvoloni salgono dalla Bregaglia a gran velocità e, arrivati a pochi metri dalla mia cima si alzano e si dissolvono in un attimo.
Mi fermo una ventina di minuti a godermi questo spettacolo, poi ricomincio la discesa, seguendo lo stesso percorso di salita.
Come sempre scendo con estrema calma, godendomi il paradiso che mi circonda.
Ripasso dal Lej Nair (4 h 05), dove mi fermo per il rituale pediluvio, quindi torno a Grevasalvas e a Plaun da Lej (5 h 15).
Ho classificato l'escursione come T3+ per via del mio errore dopo il Lej Nair, che mi ha portato a seguire un percorso più impegnativo e non indicato, altrimenti l'escursione è di difficoltà T3.
Non ci sono tratti esposti o delicati, bisogna considerare però che ci si muove per lunghi tratti tra rocce e sfasciumi che, per quanto facili, richiedono attenzione.
Inoltre voglio un pò salire di quota rispetto alle ultime uscite e il Piz Grevasalvas è l'ideale per avvicinarsi ai tremila metri senza troppe difficoltà.
La giornata inizia nel peggiore dei modi con una mega coda a Bellano, causa chiusura totale della SS36 e obbligo di percorrere il lungo lago, completamente bloccato dai tir. Sembra una maledizione, ogni volta che vado in Engadina passo la giornata in auto (oggi quasi 9 ore tra andata e ritorno).
A Plaun da Lej, minuscola località in riva al lago tra Maloja e Sils, parcheggio negli ampi spazi gratuiti e imbocco la stradina sterrata ben indicata dalle paline gialle.
Taglio alcuni tornanti grazie ad un sentierino e in un attimo arrivo al fiabesco villaggio di Grevasalvas (0 h 15), posto in spettacolare posizione panoramica.
Svolto a destra, sempre seguendo le chiare indicazioni, e con un brevissimo strappo raggiungo un altro bivio, dove continuo dritto.
Il sentiero guadagna quota moderatamente tagliando in diagonale verso sinistra i pendii soprastanti Grevasalvas, le cui baite sono sempre ben visibili di sotto di me.
Raggiungo quindi un bel pianoro, a quota 2300 m circa, dove svolto a destra e inizio il ripido strappo che porta in pochi minuti al Lej Nair (1 h 20), meraviglioso come tutti i laghetti engadinesi.
Qui non ci sono più cartelli ma il sentiero continua, evidente e ben marcato da segnavia bianco-rossi, sulla sponda sinistra del lago.
Raggiungo in breve la base di un canale di rocce e pietraie e qui sbaglio strada: pensando di doverlo risalire non presto sufficiente attenzione e perdo i segnavia, che invece risalgono sulla sinistra una facile placchetta rocciosa (me ne accorgerò al ritorno).
A metà strada mi fermo dubbioso, consulto la carta e capisco comunque che il sentiero ufficiale non dev'essere lontano. Muovendomi con attenzione tra grossi massi e facili placconate rocciose raggiungo la testata del canale dove c'è un piccolo pianoro e, con una breve ricerca, ritrovo i segnavia.
Si sale ora con scarsa pendenza tra le rocce e, seguendo i frequenti segnavia, si raggiungono alcune piccole pozze d'acqua, dove inizia l'ultimo strappo che porta in cresta.
Arrivato in cresta svolto a sinistra e con una breve salita tra pietre e sfasciumi raggiungo l'ampia e pianeggiante vetta del Piz Grevasalvas (2 h 40), contrassegnata da un ometto più grosso e tanti altri più piccoli.
Inutile dire che il panorama è spettacolare, in più le nubi basse che avvolgono la vallata di Bivio, lasciando spuntare solo le cime più alte, rendono tutto ancora più suggestivo.
Grossi nuvoloni salgono dalla Bregaglia a gran velocità e, arrivati a pochi metri dalla mia cima si alzano e si dissolvono in un attimo.
Mi fermo una ventina di minuti a godermi questo spettacolo, poi ricomincio la discesa, seguendo lo stesso percorso di salita.
Come sempre scendo con estrema calma, godendomi il paradiso che mi circonda.
Ripasso dal Lej Nair (4 h 05), dove mi fermo per il rituale pediluvio, quindi torno a Grevasalvas e a Plaun da Lej (5 h 15).
Ho classificato l'escursione come T3+ per via del mio errore dopo il Lej Nair, che mi ha portato a seguire un percorso più impegnativo e non indicato, altrimenti l'escursione è di difficoltà T3.
Non ci sono tratti esposti o delicati, bisogna considerare però che ci si muove per lunghi tratti tra rocce e sfasciumi che, per quanto facili, richiedono attenzione.
Tourengänger:
peter86

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Kommentare (4)