Pizzo Tignaga: Parete NNO e cresta O da Ceppo Morelli
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Scartabellando una vecchia (vecchissima) edizione di Monte Rosa (1960) -Guida ai Monti d’Italia-, trovata casualmente una quindicina di anni fa in un mercatino dell’usato, mi è caduto l’occhio su una sintetica relazione dell’instancabile Bonacossa:
Parete NO del Pizzo Tignaga (1° sal. nota 1942) Facile.
Be! Proviamo a farla, l’ambiente austero e selvaggio renderà sicuramente ancor più affascinante tutta l’escursione, poi, se il tempo tiene, provo magari anche la discesa lungo la cresta O che guarda caso, è recensita anche questa da Bonacossa 1938… ma c’è una qualche mezza montagna in Ossola e dintorni che non porta la sua firma?
Davvero Un Grande Alpinista!
Ceppo Morelli ore 7,30: Parto dal piazzale vicino all’antico ponte sull’Anza e superato il fiume, seguendo le indicazioni, mi spingo sino al limite più lontano del campetto da calcio dove è presente un altro ponte che consente l’ingresso nella Valle Tignaga.
In poco meno di un’ora supero il fitto bosco di conifere giungendo all’alpe Piani Alti di Ceppomorelli, quindi con una breve discesa raggiungo il torrente e l’attraverso con una moderna passerella di acciaio sospesa, risalgo poi il ripido diagonale sull’opposto versante arrivando così alla Cappella del Cour Gil.
Una veloce pausa e riparto spingendomi ai piedi delle numerose cascate che cingono tutta la base degli alti pascoli, dove proseguo sulla sx orogr. della valle (si può salire anche da dx) guadagnando in circa mezz’ora l’Alpe Corte di Sopra (Mt 1713).
Qualche foto, due chiacchiere con il cavallo e parto nuovamente facendo fede alla rel. di A.B. che dice di attraversare sopra le cascate (indicazione Cascinone) portandosi oltre il limite della boschina per procedere poi direttamente, prima tra rocce e rododendri poi su giavine, in direzione alla base della parete.
Arrivato all’attacco, supero il nevaio basale, e risalgo facilmente la parete sfruttando le evidenti cenge e le tracce dei camosci e in meno di mezz’ora sono fuori sulla cresta O a poche decine di metri dalla croce.
La parete NO, anche se da lontano può fare una certa soggezione, è risultata davvero facile; cenge, canalini e solide rocce accatastate permettono di salire con un ottimo margine di sicurezza.
La cima, che ben non si capisce dov’è, in realtà è un ampio pianoro di rocce ammucchiate con un’emblematica croce pendente sgangherata e un cartello attaccato ai pali con un po’ di fil ferro arrugginito…Povera declassata Italia!
In compenso c’è un bel libro vetta con una cassetta nuova fiammante…
Faccio la meritata pausa ma non mi fermo eccessivamente poiché in cielo permane una certa noiosa velatura che può diventare problematica intensificandosi lungo la cresta.
La cresta O è stupenda, rocce solide e numerosi spuntoni lungo tutto il suo sviluppo, qualche muro verticale impegnativo ma aggirabile e un paio di salti obbligati sopra profondi intagli, impegnano una buona ora ½-2 senza un attimo di distrazione.
Mai difficile, si passa bene anche slegati, comunque quel Facile datato 1938 da A.B a mio avviso è un tantino riduttivo.
Passata la quota 2546, in breve per facili blocchi, sono arrivato al Colle del Laghetto dov' è presente une bella freccia segnale in vernice giallo/rosso porpora Ceppo Morelli 3h…si ritorna alla base.
-Al ritorno sono passato a destra orogr. delle cascate per la via B25 Alpe Cascina Nova sicuramente più diretta e veloce, anche salendo, di quella sul versante opposto fatta all'andata-.

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