Passeggiata in Val Troncea
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Oggi il tempo è brutto, la moglie è poco allenata ma siamo venuti in Val Chisone per camminare e tutto questo mi fa proporre una passeggiata in Val Troncea. La zona è protetta da un Parco Naturale Regionale e i motivi di interesse che vi abbiamo trovato sono geologico, floristico e faunistico. Geologico per gli affioramenti delle serpentiniti e per la presenza di sorgenti calcaree, floristico perchè anche se non ce ne intendiamo in quelle due ore in cui è uscito il sole i prati fioriti erano uno spettacolo, faunistico per l'osservazione delle marmotte.
Dal parcheggio (m.1614) procediamo lungo la strada strerrata di fondovalle sulla destra idrografica del torrente Chisone scavalcandolo sul ponte "Daz Itrei" e dopo circa 2 km, superati sia il bivio per il paesino di Laval sia la località chiamata Baracot, varchiamo il confine del Parco Naturale Val Troncea. Più avanti sulla sinistra si stacca la stradina che con qualche tornante porta al rifugio Val Troncea, dove arriviamo sotto la pioggia. Dopo pranzo il tempo migliora, compare il sole e si vedono alcune cime della valle.
Il serpentino si vede un pò dappertutto, specie sotto forma di detrito portato da torrenti o frane. Si tratta di una roccia originata da magmi fuoriusciti dal mantello terrestre sul fondo dell'oceano che separava l'Europa dall'Africa, i cui lembi sono stati incorporati nella catena alpina durante la collisione tra i due continenti.
Usciti dal rifugio, lungo un sentiero a mezzacosta procediamo verso la testata della valle, attraversando numerosi prati fioriti, per poi abbassarci nuovamente alla strada di fondovalle. Per essa arriviamo all'alpeggio (bergerie) del Mey (m.2047) . Sono circa 7 - 8 km dal parcheggio. In questo tratto osserviamo numerose marmotte e passiamo accanto alle sorgenti calcaree dove le acque giunte in superficie ricche di carbonato di calcio hanno depositato questo sale sotto forma di travertino.
Dalla zona dell'alpeggio partono alcuni sentieri per raggiungere altrettanti colli sui 2800 metri.
Nel frattempo il cielo si è di nuovo coperto e durante il ritorno sulla sterrata di fondovalle facciamo in tempo a prendere altra pioggia, per poi finire la passeggiata con il sole durante una schiarita.
Prima del posteggio, spostandoci sulla sinistra idrografica del Chisone, andiamo a vedere le rovine della "Fonderia La Tuccia". In questa valle infatti erano attive le miniere di rame del Beth, il cui minerale veniva inviato alla fonderia per una prima lavorazione. Questa industria chiuse nel 1914, dopo che 10 anni prima una valanga aveva seppellito 81 minatori oltre a varie infrastrutture.
Dal parcheggio (m.1614) procediamo lungo la strada strerrata di fondovalle sulla destra idrografica del torrente Chisone scavalcandolo sul ponte "Daz Itrei" e dopo circa 2 km, superati sia il bivio per il paesino di Laval sia la località chiamata Baracot, varchiamo il confine del Parco Naturale Val Troncea. Più avanti sulla sinistra si stacca la stradina che con qualche tornante porta al rifugio Val Troncea, dove arriviamo sotto la pioggia. Dopo pranzo il tempo migliora, compare il sole e si vedono alcune cime della valle.
Il serpentino si vede un pò dappertutto, specie sotto forma di detrito portato da torrenti o frane. Si tratta di una roccia originata da magmi fuoriusciti dal mantello terrestre sul fondo dell'oceano che separava l'Europa dall'Africa, i cui lembi sono stati incorporati nella catena alpina durante la collisione tra i due continenti.
Usciti dal rifugio, lungo un sentiero a mezzacosta procediamo verso la testata della valle, attraversando numerosi prati fioriti, per poi abbassarci nuovamente alla strada di fondovalle. Per essa arriviamo all'alpeggio (bergerie) del Mey (m.2047) . Sono circa 7 - 8 km dal parcheggio. In questo tratto osserviamo numerose marmotte e passiamo accanto alle sorgenti calcaree dove le acque giunte in superficie ricche di carbonato di calcio hanno depositato questo sale sotto forma di travertino.
Dalla zona dell'alpeggio partono alcuni sentieri per raggiungere altrettanti colli sui 2800 metri.
Nel frattempo il cielo si è di nuovo coperto e durante il ritorno sulla sterrata di fondovalle facciamo in tempo a prendere altra pioggia, per poi finire la passeggiata con il sole durante una schiarita.
Prima del posteggio, spostandoci sulla sinistra idrografica del Chisone, andiamo a vedere le rovine della "Fonderia La Tuccia". In questa valle infatti erano attive le miniere di rame del Beth, il cui minerale veniva inviato alla fonderia per una prima lavorazione. Questa industria chiuse nel 1914, dopo che 10 anni prima una valanga aveva seppellito 81 minatori oltre a varie infrastrutture.
Tourengänger:
andrea62

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