Anello Forcola di Larecchio (2146 m) - Passo di Campolatte (2134 m)
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Questo report si sarebbe potuto intitolare "Pizzo di Campolatte mancato" ma ho preferito nominare i bellissimi luoghi raggiunti e non quelli falliti!
Partiamo da Arvogno, parcheggiando alla fine della strada (che in realtà prosegue ma l'accesso è vietato) e con la solita bella mulattiera raggiungiamo la cappella di San Pantaleone (1 h 35).
Qui svoltiamo a sinistra e in pochi minuti raggiungiamo prima il Lago Panelatte e poi la Forcola di Larecchio (2 h 00), dove non ero mai stato e da cui si gode di un bellissimo panorama.
Dalla Forcola svoltiamo a destra, prendendo l'esile sentiero, marcato comunque da bolli bianco-rossi, che taglia con un traverso il versante occidentale del Pizzo della Forcola.
Ci si aprono quindi due possibilità per salire il Pizzo di Campolatte: raggiungere subito la bocchetta che lo separa dal Pizzo della Forcola, risalendo liberamente i ripidissimi prati, e poi raggiungere il Pizzo dalla cresta sud oppure continuare il traverso, aggirando la nostra meta e risalendola poi da nord, dal Passo di Campolatte.
Optiamo per la seconda opzione, pensando (chissà perchè) che la salita dal Passo al Pizzo sia cosa facile.
Il lungo traverso che dalla Forcola di Larecchio porta al Passo Campolatte non è del tutto banale, il sentiero è molto stretto e in alcuni punti un pò franato, e attraversa alcune pietraie non proprio stabili: nulla di difficile o pericoloso ma bisogna avere cautela in alcuni passaggi.
Inoltre i segni di vernice sono pochi e scoloriti, e la traccia non sempre è evidentissima.
Raggiungiamo comunque senza problemi il Passo di Campolatte (3 h 00), dove possiamo subito constatare quanto sia accidentato il versante che dobbiamo risalire per giungere al Pizzo.
Iniziamo a salire liberamente tra cespugli e pietraie per nulla stabili, solo ogni tanto vediamo un'esilissima e franosa traccia che in realtà non ci aiuta più di tanto.
Raggiunta la quota 2225 m vediamo che sopra di noi il pendio si fa ancora più ripido e instabile, così dopo qualche attimo di esitazione decidiamo di desistere, anche se ci mancano solo 70 metri di dislivello.
Torniamo quindi al Passo di Campolatte (3 h 30). L'idea originale era di tornare per lo stesso percorso dell'andata, ma dalla carta scopro che dovrebbe esistere un sentierino che scende all'Alpe Piana, in Valle Onsernone, e che da lì si può poi risalire al Lago Panelatte.
Non vediamo questo sentiero ma decidiamo comunque di provarci e iniziamo a scendere liberamente per prati, per raggiungere un vasto pianoro solcato da un torrente. Raggiunta la fine del pianoro, vediamo sotto di noi l'Alpe Piana, e in alto più a destra un sentiero che sale a tornanti verso una bocchetta, proprio nella direzione che ci interessa.
Scendiamo quindi fino ad incrociare il sentiero, a quota 1940 m, e risaliamo lo strappo ripido che porta alla piccola bocchetta senza nome. Da qui in falsopiano torniamo in pochi minuti al Lago Panelatte (4 h 50), dove ci concediamo una bella sosta riposante.
Soddisfatti per essere riusciti a completare l'anello pur non essendoci la men che minima indicazione, riprendiamo la facile mulattiera e torniamo alla macchina (6 h 15).
Che dire, peccato per la cima mancata che lascia sempre un pò d'amaro in bocca, ma è andata benissimo così, alla fine abbiamo fatto un bellissimo anello che non era in programma.
La difficoltà T3+ è dovuta solo al fatto di aver tentato di salire il Pizzo, altrimenti T3 per l'anello
Partiamo da Arvogno, parcheggiando alla fine della strada (che in realtà prosegue ma l'accesso è vietato) e con la solita bella mulattiera raggiungiamo la cappella di San Pantaleone (1 h 35).
Qui svoltiamo a sinistra e in pochi minuti raggiungiamo prima il Lago Panelatte e poi la Forcola di Larecchio (2 h 00), dove non ero mai stato e da cui si gode di un bellissimo panorama.
Dalla Forcola svoltiamo a destra, prendendo l'esile sentiero, marcato comunque da bolli bianco-rossi, che taglia con un traverso il versante occidentale del Pizzo della Forcola.
Ci si aprono quindi due possibilità per salire il Pizzo di Campolatte: raggiungere subito la bocchetta che lo separa dal Pizzo della Forcola, risalendo liberamente i ripidissimi prati, e poi raggiungere il Pizzo dalla cresta sud oppure continuare il traverso, aggirando la nostra meta e risalendola poi da nord, dal Passo di Campolatte.
Optiamo per la seconda opzione, pensando (chissà perchè) che la salita dal Passo al Pizzo sia cosa facile.
Il lungo traverso che dalla Forcola di Larecchio porta al Passo Campolatte non è del tutto banale, il sentiero è molto stretto e in alcuni punti un pò franato, e attraversa alcune pietraie non proprio stabili: nulla di difficile o pericoloso ma bisogna avere cautela in alcuni passaggi.
Inoltre i segni di vernice sono pochi e scoloriti, e la traccia non sempre è evidentissima.
Raggiungiamo comunque senza problemi il Passo di Campolatte (3 h 00), dove possiamo subito constatare quanto sia accidentato il versante che dobbiamo risalire per giungere al Pizzo.
Iniziamo a salire liberamente tra cespugli e pietraie per nulla stabili, solo ogni tanto vediamo un'esilissima e franosa traccia che in realtà non ci aiuta più di tanto.
Raggiunta la quota 2225 m vediamo che sopra di noi il pendio si fa ancora più ripido e instabile, così dopo qualche attimo di esitazione decidiamo di desistere, anche se ci mancano solo 70 metri di dislivello.
Torniamo quindi al Passo di Campolatte (3 h 30). L'idea originale era di tornare per lo stesso percorso dell'andata, ma dalla carta scopro che dovrebbe esistere un sentierino che scende all'Alpe Piana, in Valle Onsernone, e che da lì si può poi risalire al Lago Panelatte.
Non vediamo questo sentiero ma decidiamo comunque di provarci e iniziamo a scendere liberamente per prati, per raggiungere un vasto pianoro solcato da un torrente. Raggiunta la fine del pianoro, vediamo sotto di noi l'Alpe Piana, e in alto più a destra un sentiero che sale a tornanti verso una bocchetta, proprio nella direzione che ci interessa.
Scendiamo quindi fino ad incrociare il sentiero, a quota 1940 m, e risaliamo lo strappo ripido che porta alla piccola bocchetta senza nome. Da qui in falsopiano torniamo in pochi minuti al Lago Panelatte (4 h 50), dove ci concediamo una bella sosta riposante.
Soddisfatti per essere riusciti a completare l'anello pur non essendoci la men che minima indicazione, riprendiamo la facile mulattiera e torniamo alla macchina (6 h 15).
Che dire, peccato per la cima mancata che lascia sempre un pò d'amaro in bocca, ma è andata benissimo così, alla fine abbiamo fatto un bellissimo anello che non era in programma.
La difficoltà T3+ è dovuta solo al fatto di aver tentato di salire il Pizzo, altrimenti T3 per l'anello
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peter86
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Kommentare (4)