Cima della Laurasca (2195 m)
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Ero partito con l'obbiettivo del Pedum ma a causa dell'orario, del caldo e qualche problema al gruppo, ho dovuto ripiegare sulla più vicina Cima della Laurasca.........il Pedum è solo rimandato a questo autunno.
Dalla località Fondighebi, Fondo Li Gabbi, della valle Loana si procede in direzione Sud passando di fianco a La Cascina (1253 m......... c'è un agriturismo) e più avanti di fianco ad un vecchio forno a calce ristrutturato.
Su chiaro sentiero si raggiunge l'Alpe Cortenuovo (1792 m) e poi il Bivacco Alpe Scaredi (1842 m).
Da questa località (al gruppo si è aggregata Loredana) si sale sempre in direzione sud, su pendii detritici e su sentiero si arriva alla Cima della Laurasca (2195 m).
Al ritorno prima della immancabile birra un saluto al:
Berzelesk
Ideato dallo scultore milanese Luca di Francesco, il "berzelesk" come lo chiamano da queste parti, è ritratto nel suo atteggiamento tipico, e nelle sue proporzioni reali. Il masso sul quale è poggiato, non è una pietra qualsiasi: proviene infatti dal territorio di Malesco, è di pietra ollare e reca le tracce lasciate dagli antichi cavatori.
Neppure la forma quadrilobata della fontana è casuale: essa riprende quella della Potentilla Tormentilla, pianticella che troviamo nello stemma del paese, e che veniva usata dalle streghe per certi filtri magici.
Il basilisco pare frequenti soprattutto il versante sinistro orografico del Rio Portarola. Le descrizioni non lasciano dubbi: ha una grande cresta, sputa un liquido corrosivo, compie poderosi salti ma può rotolare rapidamente lungo i pendii e il suo sguardo è magnetico (tratto da Piemonte Parchi).
"Nel momento in cui mi sono stati commissionati il progetto e la realizzazione del monumento al Basilisco di Malesco, ho personalmente raccolto interessanti racconti tra la popolazione locale e gli escursionisti del luogo ma, pur rimanendo sempre piuttosto scettico, sono rimasto alquanto colpito: alcuni riportavano di un animale dotato di un incredibile potere ipnotico e sostenevano fosse capace di sputare un liquido corrosivo, altri ancora lo descrivevano capace di lunghissimi balzi.
Ancor più meraviglia ha destato in me la testimonianza di un parroco di Domodossola, appassionato escursionista ed esperto conoscitore delle montagne circostanti.
Il parroco racconta di aver scorto un giorno nella fitta vegetazione un animale dalla difficile identificazione. Lo descrive della lunghezza di circa 60 cm., con la forma di una bottiglia e la capacità di lasciarsi rotolare velocemente dai pendii. Talmente stupito dalla particolarità dell'avvistamento, ha ritenuto opportuno avvisare un medico veterinario di Domodossola, studioso da lungo tempo dei rettili del luogo.
Ho voluto parlare personalmente col veterinario per sapere se era possibile ricondurre gli avvistamenti ad un animale già esistente.
Il medico, nel corso dei suoi approfonditi studi nel campo specifico, conferma l'esistenza da tempo di questa leggenda. Lui stesso ha raccolto e continua a ricevere strane segnalazioni che, secondo lui, sono per la maggior parte frutto della suggestione dei turisti e degli abitanti locali, ma una parte è invece da considerarsi attendibile e veritiera. Una possibile spiegazione può trovare fondamento nell'antica natura geologica del territorio: come è noto, le montagne dell'Ossola sono ricche di reperti fossili risalenti all'era preistorica; non è difficile, pertanto trovare rocce contenenti pesci e conchiglie fossili. Da qui l'ipotesi dello studioso, il quale non esclude la possibilità che qualche rettile preistorico sia potuto sopravvivere, pur evolvendosi nei secoli in un animale mai classificato ed in via di estinzione (se non recentemente estinto).
Questa autorevole ipotesi contribuisce a rendere ancora più viva questa interessante e curiosa leggenda, destinata a durare ancora nel tempo.
La leggenda del basilisco di Malesco, continua..." (dal sito di Luca di Francesco)
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