Rifugio Brasca, Alpe Coeder
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"Ah, io vorrei tornare anche solo per un dì, lassù nella valle alpina,
Lassù tra gli alti abeti, ed i rododentri in fior,
distendermi a terra e sognar..."
Questa è una strofa di una famosa canzone scout, forse la prima che ho imparato e che descrive perfettamente ciò che è Codera, ciò che Codera rappresenta per me, per noi scout. Sono passati ventidue anni dalla mia prima salita, allora la valle era veramente selvaggia e poco frequentata. Di strade non se ne parlava, i viaggi in elicottero erano rari. O salivi a piedi o rimanevi giù. A Codera ho imparato la montagna, ho imparato a farmela entrare dalle scarpe e a sentire ancora di più l'essenzialità delle cose. Come l'ho trovata? ancora in forma, forse ha perso un po' di smalto ma ancora ricca di fascino nonostante tutti i dispetti che le stanno facendo. Sulla strada per Bresciadega sono stato superto da un sacco di Quad, moto da cross...pareva di stare in città. Fortunatamente la zona di Codera e del Brasca è rimasta ancora selvaggia e spero che rimanga tale nonostante l'afflusso di gente che in questi anni è aumentato...forse troppo. Ho voluto condividere una piccola riflessione personale; nonostante non sia più quella di prima, Lei continua a regalarmi emozioni e il brivido che m'è corso sulla schiena alla vista del Brasca e del Lis d'Arnasca, vi giuro, non ha paragoni...
Ok salgo a Codera e marco la 32° visita alla valle!
Mezzolpiano ore 8:00. Dopo aver trovato di culo un posto per la macchina, mi sistemo, accendo il gps e inizio a salire lungo la mitica mulattiera e i suoi 2600 e rotti scalini. Il tempo sta migliorando, sprazzi di sereno si stagliano in cielo, il caldo si fa sentire ma la frescura del bosco di castagni mi evita già una super sudata in partenza. Passo la cappellina Sora i Sassei, arrivo alla Cava del Giòlia per vedere gli effetti della frana dell'autunno scorso. Stica! un fronte di una ventina di metri aveva spazzato via mezzo sentiero, ma fortunatamente è stato ripristinato; ora si sale in maniera più decisa e con diversi zig-zag. Sorpassata la ruspa, scattata una foto alla cappellina di Suradoo, giungo ad Avedèe dove mi fermo pochi istanti per bere un po' d'acqua.
Nonostante il parcheggio fosse pieno, trovo poca gente sul sentiero. In compenso l'elicottero continua a fare spola da Novate in valle; scoprirò poi che una ventina di persone sono state trasportate a Bresciadega. Riprendo il cammino seguendo la mulattiera che ora perde quota nella Val di Razza per poi riguadagnala di nuovo passando sotto i paravalanghe nel Vallone di Valghera. Me la godo un sacco e i miei scarponi vanno da soli, ormai conoscono la strada. Passo sotto la Tajada, tratto scavato nella roccia, arrivo alla cappellina del Mut dove mi fermo per una sosta. Riprendo e poco dopo arrivo a Codera mentre l'orologio batte le 9:10.
Faccio un salto in Locanda a prendere un succo di frutta, scatto qualche foto e visto l'orario decido per continuare fino al Brasca, bocciando l'itinerario originale che prevedeva il classico giro ad anello con discesa da San Giorgio. Uno sguardo malinconico all' oratorio, qualche vecchio ricordo che affiora e riparto passando sul sentiero basso. A Corte incrocio diversi scout e alla Centralina fervono le attività! Fuori Codera parte la strada agro-silvo-pastorale, urenda (orrenda)! che sostituisce il bucolico sentier che c'era. La
heliS aveva ragione, è ignobile quello che han fatto! Percorro rapidamente questo tratto della valle, molto assolato, cercando di arrivare il prima possibile alla piana di Bresciadega che mi regalerà un po' di frescura; lungo la via passo Saline, Stoppadura e qualche baita isolata. Prima di Bresciadega c'è già un nuovo ponte carrozzabile in costruzione, altri scempio in arrivo :(
Bresciadega. Preferisco non proferire parola. Una volta era un nucleo di quattro case, ora è quasi un paesello. Ci sono un sacco di vecchie case ristrutturate e qualcuna che proprio non centra niente...pare una villa di città! Ma non c'è un regolamento a cui attenersi?? E' tutto un via vai di moto, quad, famiglie che fanno casino, non so...non ho insulti, non so che dire. Spero di aver beccato io la giornata "no". Allora continuo di buon passo, mi fermo alla Casera Scout a fare il pieno d'acqua e finalmente giugo all'alpe Coeder dove la pace e la natura tornarno ad essere padroni. Superati i due ponticelli su torrente Arnasca, intravedo la sagoma del Brasca e delle cime alle sue spalle. Che visione!! La selvaggia Sivigia, l' Averta con il Pizzo Barbacan, l' Arnasca con i pizzi dell' Oro, il Ligoncio, la Sfinge...come godo!! Non vedo l'ora di fare le traversate che ho da anni sulla carta, che voglia di sentire il granito sotto le mani. Basta sognare, ci penserò a tempo debito. Quattro passi e scarico lo zaino sulle panchine del Brasca. Sono le 11:05, boia...ho corso!?
Saluto i nuovi gestori e li informo che mi fermerò a pranzo. Nel frattempo esco, mi sdraio sull'erba e rimango li...a farmi coccolare dal vento fresco, dal rumore delle cascate, annusando l'aria, sentendo quel buon profumo di fuoco di legna, fuoco di campo..aaahh... Poco prima di mezzogiorno arriva una coppia con cui mi intrattengo, discutiamo della valle, di giri, della giornata di oggi, si insomma, i classici discorsi da escursionisti :) Un quarto dopo le 12, esce il gestore e prende le ordinazioni: oggi gnocchetti di Chiavenna fatti a mano! Alè!
Dentro a mangiare mentre arrivano tre tizi che sono saliti in bici e altri di corsa (si allenavano per il Kima). Dopo l'ottimo pranzo, alle 13 in punto saluto e riprendo il cammino; vado un po' veloce perchè ho paura di prendere acqua scendendo da Codera. Avendola già fatta diverse volte con la pioggia, vorrei evitare altre scivolate per cui, tempo, si trotta! Sulla via del ritorno incrocio diversi escursionisti, quasi tutti si fermeranno a Brescidega. Tornato a Codera, piccola sosta per visitare la Chiesa e poi via di nuovo. Scendo rapidamente, salutando un tizio che sale in bici (a spalla, ovvio!) e una famiglia con dei figli che corrono come matti :) Passato il grande Castagno, la cappellina ai Sassei, faccio l'ultimo gradino e sono di nuovo al parcheggio. Ore 15:05, apperò...e no ho corso!
Con già un po' di nostalgia, saluto la valle, la mia valle, la mia montagna e mi riprometto di tornare senza attendere altri tre anni. Cambio di vestiti, saluti ai vecchi arzilli seduti sulle panche e via verso casa..e mentre rientro, mi tornano in mentre le parole della canzone: "Lassù tra gli alti abeti ed i rododendri in fior..."
Alla prossima!
Lassù tra gli alti abeti, ed i rododentri in fior,
distendermi a terra e sognar..."
Questa è una strofa di una famosa canzone scout, forse la prima che ho imparato e che descrive perfettamente ciò che è Codera, ciò che Codera rappresenta per me, per noi scout. Sono passati ventidue anni dalla mia prima salita, allora la valle era veramente selvaggia e poco frequentata. Di strade non se ne parlava, i viaggi in elicottero erano rari. O salivi a piedi o rimanevi giù. A Codera ho imparato la montagna, ho imparato a farmela entrare dalle scarpe e a sentire ancora di più l'essenzialità delle cose. Come l'ho trovata? ancora in forma, forse ha perso un po' di smalto ma ancora ricca di fascino nonostante tutti i dispetti che le stanno facendo. Sulla strada per Bresciadega sono stato superto da un sacco di Quad, moto da cross...pareva di stare in città. Fortunatamente la zona di Codera e del Brasca è rimasta ancora selvaggia e spero che rimanga tale nonostante l'afflusso di gente che in questi anni è aumentato...forse troppo. Ho voluto condividere una piccola riflessione personale; nonostante non sia più quella di prima, Lei continua a regalarmi emozioni e il brivido che m'è corso sulla schiena alla vista del Brasca e del Lis d'Arnasca, vi giuro, non ha paragoni...
Ok salgo a Codera e marco la 32° visita alla valle!
Mezzolpiano ore 8:00. Dopo aver trovato di culo un posto per la macchina, mi sistemo, accendo il gps e inizio a salire lungo la mitica mulattiera e i suoi 2600 e rotti scalini. Il tempo sta migliorando, sprazzi di sereno si stagliano in cielo, il caldo si fa sentire ma la frescura del bosco di castagni mi evita già una super sudata in partenza. Passo la cappellina Sora i Sassei, arrivo alla Cava del Giòlia per vedere gli effetti della frana dell'autunno scorso. Stica! un fronte di una ventina di metri aveva spazzato via mezzo sentiero, ma fortunatamente è stato ripristinato; ora si sale in maniera più decisa e con diversi zig-zag. Sorpassata la ruspa, scattata una foto alla cappellina di Suradoo, giungo ad Avedèe dove mi fermo pochi istanti per bere un po' d'acqua.
Nonostante il parcheggio fosse pieno, trovo poca gente sul sentiero. In compenso l'elicottero continua a fare spola da Novate in valle; scoprirò poi che una ventina di persone sono state trasportate a Bresciadega. Riprendo il cammino seguendo la mulattiera che ora perde quota nella Val di Razza per poi riguadagnala di nuovo passando sotto i paravalanghe nel Vallone di Valghera. Me la godo un sacco e i miei scarponi vanno da soli, ormai conoscono la strada. Passo sotto la Tajada, tratto scavato nella roccia, arrivo alla cappellina del Mut dove mi fermo per una sosta. Riprendo e poco dopo arrivo a Codera mentre l'orologio batte le 9:10.
Faccio un salto in Locanda a prendere un succo di frutta, scatto qualche foto e visto l'orario decido per continuare fino al Brasca, bocciando l'itinerario originale che prevedeva il classico giro ad anello con discesa da San Giorgio. Uno sguardo malinconico all' oratorio, qualche vecchio ricordo che affiora e riparto passando sul sentiero basso. A Corte incrocio diversi scout e alla Centralina fervono le attività! Fuori Codera parte la strada agro-silvo-pastorale, urenda (orrenda)! che sostituisce il bucolico sentier che c'era. La

Bresciadega. Preferisco non proferire parola. Una volta era un nucleo di quattro case, ora è quasi un paesello. Ci sono un sacco di vecchie case ristrutturate e qualcuna che proprio non centra niente...pare una villa di città! Ma non c'è un regolamento a cui attenersi?? E' tutto un via vai di moto, quad, famiglie che fanno casino, non so...non ho insulti, non so che dire. Spero di aver beccato io la giornata "no". Allora continuo di buon passo, mi fermo alla Casera Scout a fare il pieno d'acqua e finalmente giugo all'alpe Coeder dove la pace e la natura tornarno ad essere padroni. Superati i due ponticelli su torrente Arnasca, intravedo la sagoma del Brasca e delle cime alle sue spalle. Che visione!! La selvaggia Sivigia, l' Averta con il Pizzo Barbacan, l' Arnasca con i pizzi dell' Oro, il Ligoncio, la Sfinge...come godo!! Non vedo l'ora di fare le traversate che ho da anni sulla carta, che voglia di sentire il granito sotto le mani. Basta sognare, ci penserò a tempo debito. Quattro passi e scarico lo zaino sulle panchine del Brasca. Sono le 11:05, boia...ho corso!?
Saluto i nuovi gestori e li informo che mi fermerò a pranzo. Nel frattempo esco, mi sdraio sull'erba e rimango li...a farmi coccolare dal vento fresco, dal rumore delle cascate, annusando l'aria, sentendo quel buon profumo di fuoco di legna, fuoco di campo..aaahh... Poco prima di mezzogiorno arriva una coppia con cui mi intrattengo, discutiamo della valle, di giri, della giornata di oggi, si insomma, i classici discorsi da escursionisti :) Un quarto dopo le 12, esce il gestore e prende le ordinazioni: oggi gnocchetti di Chiavenna fatti a mano! Alè!
Dentro a mangiare mentre arrivano tre tizi che sono saliti in bici e altri di corsa (si allenavano per il Kima). Dopo l'ottimo pranzo, alle 13 in punto saluto e riprendo il cammino; vado un po' veloce perchè ho paura di prendere acqua scendendo da Codera. Avendola già fatta diverse volte con la pioggia, vorrei evitare altre scivolate per cui, tempo, si trotta! Sulla via del ritorno incrocio diversi escursionisti, quasi tutti si fermeranno a Brescidega. Tornato a Codera, piccola sosta per visitare la Chiesa e poi via di nuovo. Scendo rapidamente, salutando un tizio che sale in bici (a spalla, ovvio!) e una famiglia con dei figli che corrono come matti :) Passato il grande Castagno, la cappellina ai Sassei, faccio l'ultimo gradino e sono di nuovo al parcheggio. Ore 15:05, apperò...e no ho corso!
Con già un po' di nostalgia, saluto la valle, la mia valle, la mia montagna e mi riprometto di tornare senza attendere altri tre anni. Cambio di vestiti, saluti ai vecchi arzilli seduti sulle panche e via verso casa..e mentre rientro, mi tornano in mentre le parole della canzone: "Lassù tra gli alti abeti ed i rododendri in fior..."
Alla prossima!
Tourengänger:
Barbacan

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