Rifugio Rino Olmo (tu sei ciò)
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By patripoli
Il richiamo della Presolana colpisce ancora!
E' la seconda volta in poco tempo …..
Una montagna …... tante facce …..
Questa volta è il versante occidentale a fare bella mostra di sé, con le sue pareti rocciose esaltate dall'irregolarità delle forme e solcata da creste, cenge e canali che si rincorrono in una sapiente sequenza.
Non a caso è chiamata la “regina delle Orobie”!
Anche la cima sarebbe nei miei progetti, tra qualche settimana forse, quando il tempo avrà spazzato e portato via con sé tutti i residui lasciati dall'inverno.
Oggi sono in “viaggio” con gli amici del CAI.
Luminita è la nostra guida e ci conduce con sicurezza e determinazione lungo sentieri già noti ad alcuni e sconosciuti per altri.
Mentre cammino anche la mia mente “viaggia”, liberando pensieri randagi che si perdono in un labirinto di emozioni contrastanti. Pensieri che prendono corpo attraverso le parole ….. è ovvio ….. non potrebbero esserci gli uni senza le altre!
Provo a giocare con le parole e con le sensazioni e le idee che esse mi suggeriscono, un intreccio di termini e di significati.
E' un gioco che mi diverte e che riempie di senso i silenzi, i vuoti e le distanze del mio procedere insieme agli altri. Parole che edificano infiniti mondi di ragionamenti.
A poco a poco una lista di parole prende forma, si aggiusta, si allunga …... dandomi la consapevolezza del mio “sentire”.
Ecco la mia lista (Fabio Fazio docet!):
QUELLO CHE (OGGI) HO:
- è la voglia di confondermi con la montagna e di impregnarmi del suo spirito.....
in una sorta di dolce ubriacatura che renda il mio fisico e la mia anima più leggeri
- sono le chiacchiere, i gesti, gli sguardi e i sorrisi degli altri.....
un variegato e composito tessuto umano, la cui trama è intrecciata da fili che si incrociano, si rilasciano, si ritrovano e si ricompongono in una fitta rete di relazioni che danno un senso allo stare insieme
- è l'acqua.....
acqua dappertutto, acqua a volontà, arrivata chissà quando e da dove, che penetra profondamente e ristagna pesantemente in ogni cosa: terra, sassi, erba, alberi …... Ce la sentiamo addosso umida e appiccicaticcia. Ha gonfiato anche il torrente che attraversiamo in continuazione, da una sponda all'altra, su sassi scivolosi, in una serie infinita di guadi, che mettono seriamente alla prova il nostro senso dell'equilibrio.
QUELLO CHE (OGGI) NON HO:
- sono la mappa e la bussola …...
mi lascio guidare verso la meta senza la preoccupazione di aver imboccato o meno il sentiero giusto. Mi abbandono alla corrente, sapendo che prima o poi arriverò a destinazione, non importa quando e in quanto tempo. Sto dietro agli altri, lasciando che ad ogni passo il pensiero si muova insieme al respiro, seguendo i movimenti interiori.
- la noia …..
non mi annoio mai quando porto in montagna me stessa. Ho troppe cose da vedere, da esaminare, da ascoltare, da fissare nell'intimo...
- un raggio di sole …...
capace di penetrare le nuvole per inondarci di luce e di calore, un raggio di sole da catturare e regalare ai miei compagni di viaggio per scaldare i loro cuori, renderli sereni, illuminare i loro sorrisi, alimentare le speranze e i sogni.........
By lebowski
- Rocco, perché attraversi il torrente da quella parte?
- Ci sono dei buoni appigli sulla parete.
Il climber parte deciso e sorridente, appiattito sulla roccia come un lichene, le punte degli scarponi in bilico su piccoli sassi affioranti dall’acqua trasparente.Ce la farà?
Ma Rocco non è nemmeno lontano parente di Chris Sharma o Adam Ondra, i millimetrici appigli sulla roccia sfuggono alla sua presa, e con un volo plastico finisce nell’acqua gelida fino alla vita. La Valle dei Mulini presenta diversi guadi di questo genere, anche se vi ritenete agili come camosci, portatevi un ricambio asciutto.
Percorriamo un lungo tratto immersi in un bosco, che grazie alle intemperie dei giorni scorsi si presenta acqueo, madido, intriso di un’umidità da giungla amazzonica in versione prealpina.Mancano solo le mangrovie.
Fuori dalle inutilmente ombrose fronde, (oggi il sole “el ghè no”), inizia l’incontro ravvicinato con la montagna. Siamo alla Malga Presolana, un ampio anfiteatro naturale dove placidi bovini possono tritare quintali d’erba al cospetto della “Regina delle Orobie”.
Percorriamo tangenzialmente la vallata, passando dai morbidi pascoli erbosi all’irregolare fondo morenico, che porta al passo dominato dal Pizzo Olone.
Sento queste vallate aperte al cielo come specchi parabolici che riflettono l’infinito, camminarci diventa una ricerca del pensiero nelle azioni, di un oltre misterioso quanto necessario.
Ci si sente come se in questa dimensione si dovesse sempre dipingerne un pezzo dell’altra per renderla completa, sciogliendo il sentimento dell’incompletezza del reale.
Quando sono in montagna cammino verso quelle impercettibili lontananze, cercando di avvicinarmi a qualcosa che non so neanche ben definire con parole umane, provvisto però di fascino irresistibile.
Qualunque sia la materia o la fede degli uomini, quello che li differenzia è la presenza o assenza di questo oltre, di questa sintesi che ordina il caotico pulviscolo del mondo.
Posti come questo forniscono aria fresca per lasciare respirare l’Es imbolsito dalla quotidianità.
Internet, televisione altri media ci hanno abituati a tutto, a non stupirci più di nulla eppure…ogni volta che mi trovo in questi luoghi, i miei occhi diventano ingenui e curiosi come quelli di un bambino, ed allo stesso modo avidi di sensazioni.
Superato il passo, ecco il rifugio Olmo, adagiato mollemente in una spettacolare conca. E'una casetta da presepe sotto il riparo del dolomitico versante sud della Presolana.
Il nostro gruppo, una truppa di sedici elementi dalle caratteristiche più varie, si sparge sull'erba tra panini e chiacchere.
L’interno è piccolo ma accogliente, il profumo della polenta mischiato a quello del legno crea un atmosfera che abbraccia i sensi ; prendo un caffè ed un ottimo infuso, stretto parente della grappa, aromatizzato dalle bacche di ginepro.
Gli antichi indiani consideravano essere e percepire come un tutt'uno, e lo indicavano con una sola espressione che tradotta dal sanscrito, suona come "Tu sei ciò." (tat twam asi)
Capire questa assenza di divisione significava per loro raggiungere l'illuminazione.
Dopo questa escursione io sono la montagna, il ginepro e l'amicizia.
Soundtrack: Pino Daniele "Anima"
http://www.youtube.com/watch?v=fSbba39NShc
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