Scaiee 2457 m
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Potrei iniziare questa relazione con una frase tipo “La Verzasca non si smentisce mai” , oppure
“ E’ sempre bella la Val Verzasca”.Le frasi sembrano i luoghi comuni, lette innumerevoli volte nelle relazioni degli assidui frequentatori di questa Valle, ma sono maledettamente vere! Chi almeno una volta ha riempito gli occhi delle sue acque di giada o intriso di sudore i suoi sentieri riesce a compendermi.
Quando scopro di non avere nessun impegno per questo sabato, non esito un momento nella scelta di cosa e dove fare. Non mi faccio prendere troppo dal “terrorismo meteorologico”, un pò d’acqua, purché non si tratti di piogge acide, non ha fatto male a nessuno.
La sosta forzata delle ultime settimane provoca in me un formicolio alle piante dei piedi, sarà perché ultimamente ho dato priorità all’uso delle braccia (casa brilla, Gamma 1 fatta) e l’unica cosa che possa calmare il sintomo sono gli scarponi ai piedi e un bel dislivello da superare. Apro il mio cassetto dei sogni premendo il tasto “progetti” e vedo Cima di Gagnone e Scaiee. Mi documento leggendo le relazioni di
Jules e
tapio circa il percorso e parto spedita. Talmente spedita che non mi ricordo più di com’è fatta la neve, l’ultimo contatto diretto risale a quasi un mese fa è così che lascio le ghette,le ciaspole, la picozza ed i ramponi in macchina. Percorro il seniero molto ben segnato con i cartelli segnavia e bolli inizialmente gialli poi bianco-rossi, partendo dalla località Gerra-Formighera e seguendo le indicazioni per Corte di Fondo/Capanna Efra. Tutto “fila liscio” fino alla gelida scoperta: a 2200 m c’è ancora la neve! Tanta e di peggior qualità! Come se non bastasse copre pure i bolli. Dopo aver individuato la Bocchetta dello Scaiee decido di proseguire nonostante tutto. Ogni passo va elevato al cubo per la fatica impegnata, gli scarponi sembrano le spugne assetate e quando arrivo alla bocchetta ottengono il peso atomico pari a quello di piombo. Tento di affrontare la salita alla Cima di Gagnone ma dopo i primi metri, memore dell’avvertimento di
tapio rinuncio con amarezza. La roccia bagnata e le chiazze di neve sparse lungo la salita rendono il percorso, da questo punto segnato con i bolli blu, poco sicuro. Mi resta la poco distante cima di Scaiee con la sua cresta anch’essa innevata ma almeno fattibile da percorrere. Foto di vetta, panino al volo e inizio la discesa con i fiocchi (di neve). I primi 30 metri scendo con la faccia verso monte poi mi giro e affondando sempre ma almeno con il paso più veloce, ammiro la veduta sul Brione attraversato dal nastro color smeraldo. Quando di nuovo sento la terra sotto ai piedi anche i fiocchi si trasformano in acqua. Arrivo alla macchina intrisa di…emozioni.
“ E’ sempre bella la Val Verzasca”.Le frasi sembrano i luoghi comuni, lette innumerevoli volte nelle relazioni degli assidui frequentatori di questa Valle, ma sono maledettamente vere! Chi almeno una volta ha riempito gli occhi delle sue acque di giada o intriso di sudore i suoi sentieri riesce a compendermi.
Quando scopro di non avere nessun impegno per questo sabato, non esito un momento nella scelta di cosa e dove fare. Non mi faccio prendere troppo dal “terrorismo meteorologico”, un pò d’acqua, purché non si tratti di piogge acide, non ha fatto male a nessuno.
La sosta forzata delle ultime settimane provoca in me un formicolio alle piante dei piedi, sarà perché ultimamente ho dato priorità all’uso delle braccia (casa brilla, Gamma 1 fatta) e l’unica cosa che possa calmare il sintomo sono gli scarponi ai piedi e un bel dislivello da superare. Apro il mio cassetto dei sogni premendo il tasto “progetti” e vedo Cima di Gagnone e Scaiee. Mi documento leggendo le relazioni di



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