Cima di Lago, 2832 da All'Acqua
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Volevamo tornare al Cristallina, siamo tornati alla Cima di Lago.
La Val Torta è un po’ noiosa, così decidiamo di salire da All’Acqua per l’amato Vallone del Cavagnolo, anche se sappiamo bene che ci toccano due discese e conseguenti ripellamenti, roba che per dei pigri come noi è sempre un po’ indigesta.
Niente rampant, ovviamente. Pancho non li ha e io, solidale, li lascio in macchina.
La paghiamo subito: la salita nei larici iniziali si presenta bella gelata e ricamata di tracce da discesa marmificate che ci fanno penare un pochino.
Usciti dal bosco, però, la pendenza diminuisce e la situazione migliora; andiamo su spediti anche se la traccia non è delle migliori. Si sta bene anche se il vallone è tutto in ombra; siamo partiti presto, per le nostre abitudini, e Pancho, che fa scialpinismo solo per l’abbronzatura, guarda con rammarico la salita al Gerenpass che, dalla parte opposta della valle, è inondata di sole. “A noi il sole ci fa schifo, eh?!” è il ritornello di giornata.
Arriviamo, col sole (!), alla Bocchetta del Poncione di Val Piana in meno di due ore, in compagnia di un simpatico trentino, che ci spiega che è venuto a trovare la fidanzata svizzera per poter fare scialpinismo, perché, dalle sue parti, a parte le piste “sparate” l’unico bianco che si trova è offerto dalle margherite.
Questa è la Val Bedretto, bellezza! Qui, la neve c’è! Anche se, per la verità, per i suoi standard, non è in gran forma neppure lei.
Tolte le pelli, (io, Pancho è troppo pigro), scendiamo sul ghiacciaio di Valleggia, tutto in ombra neh, e, rimesse le pelli, (io), lo attraversiamo dirigendoci alla Bocchetta di Valleggia. Poco prima della Bocchetta rivediamo il sole e, attraverso l’intaglio del Passo della Cima di Lago, la Cima di Lago. Vah che bella, la Cima di Lago, te la ricordi la Cima di Lago? Eee, l’ho fatta due volte, la Cima di Lago...
E la pigrizia, subdola, si insinua. Ma, concedetecelo, non è che sia tutta colpa sua.
Gli è che, già dalla bocchetta, Cristallina e Basodino appaiono impestati di nubi.
Gli è che che sui versanti in ombra la neve è rimasta bella dura e noi, (li detestiamo) siamo senza rampant.
Gli è che, sempre per la medesima neve dura, ci viene in mente che sull’ultimo tratto del Cristallina i ramponi, what does it mean “ramponi”, potrebbero tornarci utili.
Gli è che siamo pigri, dai.
Insomma, scendiamo fin sopra la Capanna Cristallina e, con le nuvole sempre più padrone delle creste, giriamo i tacchi e torniamo su.
Dall’altro lato, in verità, il sole batte ancora, ma Pancho non fa a tempo ad abbronzarsi neanche un po’: raggiunta di nuovo la Bocchetta di Valleggia, ci abbassiamo per poi risalire al Passo della Cima di Lago ed il grigionuvola trionfa.
Per un attimo, graffiando, (senza rampant), la neve gelata che porta al passo, penso di lasciar perdere anche la Cima di Scorta. Ma sarebbe ridicolo, così, aggrappati alle lamine, andiamo avanti.
La situazione è anche un po’ appesantita dal fatto che, prima della partenza, preso in contropiede dall’orario inusitatamente antelucano, non sono riuscito ad inviare il solito fax, ma, alla fine, passando dal ghiaccio sotto il passo alla neve molle della cresta ed alla neve ancora dura sotto la cima, arriviamo su e pure con il sole che riesce a bucare di nuovo.
Avevamo fatto la Cima di Lago così, (senza divagazioni verso il Cristallina), anche la prima volta nel 2006; poi l’avevo rifatta da solo dalla Val Torta nel 2010, (con discesa dalla Val Piana e guado del Ticino) e devo dire che ritengo la versione da All’Acqua più divertente. Con il vantaggio che quando arrivi in fondo al Vallone del Cavagnolo, (ottima sciata, oggi), la macchina è lì e non ad Ossasco.

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