Nolla
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Diciamo la verità: una "cima" come questa in estate non se la fila proprio nessuno. Ero già stato anni fa in zona per un'escursione e avevo sorpassato questo monterozzo senza farci alcun caso. Ma in inverno cambia tutto e questa insignificante elevazione a Nord del Piz digl Gurschus diventa una scialpinistica di gran classe: capace di offrire magnifici panorami, bei pendii, scorci suggestivi e, soprattutto, una discesa che, con neve buona, è memorabile.
Tanto per cambiare siamo in tanti: oggi in dodici, il tempo è quantomai incerto, sprazzi di sereno si alternano a tratti di immersione nella nebbia, a volte il vento porta dei fiocchi di neve, subito dopo il sole eleva la temperatura di colpo...
Fino al bellissimo alpeggio di Cresta il percorso non presenta alcun problema: basta seguire la strada! Dall'abitato però abbiamo qualche difficoltà: PG che, come sempre è partito a testa bassa come un forsennato, ha preso la traccia che porta al Piz La Mazza e non quella per il Nolla.
Con grandi sforzi lo raggiungiamo ma, invece di fare dietrofront e tornare a Cresta per imboccare la traccia giusta, attraversiamo l'Ual da Ferrera e risaliamo un ripido, spettacolare pendio che con qualche difficoltà, dovuta alla fitta boschina del tratto finale, ci porta a trovare la via giusta a circa 1900 metri.
Da qui si deve seguire il costone per la linea di massima pendenza, la neve è un incredibile cartone con cui si potrebbero confezionare scatole e scatolette, la speranza è che sopra migliori!
La salita di questo tratto è abbastanza difficoltosa anche perchè il vento ha spazzato la coltre nevosa in parecchi punti, a sinistra abbiamo una fitta rete metallica che protegge il rimboschimento del Bannwald di Cresta dalle attenzioni di cervi e caprioli, a destra la neve c'è ma il pendio è decisamente ripido ed esposto. Poco sopra però la pendenza diminuisce e davanti a noi si apre lo scenario favoloso dell'Alp Andies con i suoi magnifici ed ampii pendi ricoperti da un fantastico manto candido.
Il tempo è sempre più variabile: c'è il sole ma siamo sotto ad un'intensa nevicata. Più in alto il vento è micidiale tanto che decidiamo di preparare gli sci per la discesa al riparo di un piccolo risalto pochi metri sotto la "cima" vera e propria.
La discesa, pur disturbata nella parte alta dal vento, ci regala una magnifica sciata su neve polverosa che è chiaramente distinguibile dai tratti di ventata.
Questo fino al costolone: qui la neve cartonata trovata in salita non si è miracolosamente trasformata in qualcosa di meglio ed è giocoforza saltare o fare dietrofront da fermi per scendere questi 150, penosissimi, metri.
Poi la gita ci fa un nuovo regalo: la parte finale, che si svolge su prati intervallati da grandi alberi, è una gran sciata su neve polverosa, da Cresta sfruttiamo un taglio che ci permette di ridiscendere ad Auserferrera senza ripercorrere la strada.
Gran gita, a parte i 150 metri, orrendi, del costolone abbiamo trovato una neve favolosa. Consigliabile senz'altro.
Tanto per cambiare siamo in tanti: oggi in dodici, il tempo è quantomai incerto, sprazzi di sereno si alternano a tratti di immersione nella nebbia, a volte il vento porta dei fiocchi di neve, subito dopo il sole eleva la temperatura di colpo...
Fino al bellissimo alpeggio di Cresta il percorso non presenta alcun problema: basta seguire la strada! Dall'abitato però abbiamo qualche difficoltà: PG che, come sempre è partito a testa bassa come un forsennato, ha preso la traccia che porta al Piz La Mazza e non quella per il Nolla.
Con grandi sforzi lo raggiungiamo ma, invece di fare dietrofront e tornare a Cresta per imboccare la traccia giusta, attraversiamo l'Ual da Ferrera e risaliamo un ripido, spettacolare pendio che con qualche difficoltà, dovuta alla fitta boschina del tratto finale, ci porta a trovare la via giusta a circa 1900 metri.
Da qui si deve seguire il costone per la linea di massima pendenza, la neve è un incredibile cartone con cui si potrebbero confezionare scatole e scatolette, la speranza è che sopra migliori!
La salita di questo tratto è abbastanza difficoltosa anche perchè il vento ha spazzato la coltre nevosa in parecchi punti, a sinistra abbiamo una fitta rete metallica che protegge il rimboschimento del Bannwald di Cresta dalle attenzioni di cervi e caprioli, a destra la neve c'è ma il pendio è decisamente ripido ed esposto. Poco sopra però la pendenza diminuisce e davanti a noi si apre lo scenario favoloso dell'Alp Andies con i suoi magnifici ed ampii pendi ricoperti da un fantastico manto candido.
Il tempo è sempre più variabile: c'è il sole ma siamo sotto ad un'intensa nevicata. Più in alto il vento è micidiale tanto che decidiamo di preparare gli sci per la discesa al riparo di un piccolo risalto pochi metri sotto la "cima" vera e propria.
La discesa, pur disturbata nella parte alta dal vento, ci regala una magnifica sciata su neve polverosa che è chiaramente distinguibile dai tratti di ventata.
Questo fino al costolone: qui la neve cartonata trovata in salita non si è miracolosamente trasformata in qualcosa di meglio ed è giocoforza saltare o fare dietrofront da fermi per scendere questi 150, penosissimi, metri.
Poi la gita ci fa un nuovo regalo: la parte finale, che si svolge su prati intervallati da grandi alberi, è una gran sciata su neve polverosa, da Cresta sfruttiamo un taglio che ci permette di ridiscendere ad Auserferrera senza ripercorrere la strada.
Gran gita, a parte i 150 metri, orrendi, del costolone abbiamo trovato una neve favolosa. Consigliabile senz'altro.
Tourengänger:
paoloski

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