Cima di Lago (2833 m) - Skitour
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Dopo aver assaporato la polvere vera nella recente escursione al Pizzo del Narèt, il desiderio di risentire sotto i legni “quella sensazione” mi ha portato di nuovo in Val Torta. Però... ne bis in idem… è risaputo che la stessa neve a distanza di giorni non sarà uguale a sé stessa. E così è stato, anche se il giro odierno è da considerare (per i miei parametri scialpinistici) di totale soddisfazione, indipendentemente dalla qualità della neve.
Da Ossasco fino all’Alpe Torta (2214 m) rimando al già citato rapporto sul Pizzo del Narèt. Da qui continuo in modo “torto” la salita in Val Torta - cioè piegando verso SW - con obiettivo, sempre ben visibile, il passo di Cristallina e l’omonima capanna. Nessuna difficoltà sin qui. Dal Passo si comincia ad avere sott’occhio la meta odierna. Pur avendo scelto, in fase di preparazione della gita, la via più semplice, ancorché più lunga, inizialmente mi faccio tentare da una bella traccia che esce sulla destra senza perdere dislivello. Noto ben presto che questa continua sul ripido pendio in forma di traverso su neve molto lavorata dal vento. Non ho nessuna voglia di tirare fuori dallo zaino i rampanti, per cui torno sui miei passi e, dopo aver aggirato alcune evidenze, mi butto in discesa come da programma a tavolino (naturalmente senza togliere le pelli, si tratta solo di una settantina di metri di dislivello…). Raggiunta la zona del laghetto a quota 2512 ricomincio la salita puntando al versante sinistro, cioè alla cresta ESE, della Cima di Lago. Nella zona sommitale un traverso mi fa maledire la mia pigrizia nell’estrarre i rampanti, ma, tra lamine degli sci e spinta con la forza della braccia, supero il punto in questione ed in breve raggiungo la cima. La giornata è stata fin qui molto fredda (anche se migliore, sul fronte meteo, di ciò che era stato annunciato); le mani hanno sofferto parecchio, ma qui in cima riesco a preparare l’assetto da discesa senza grossi problemi e senza congelamenti, riuscendo anche a gustarmi il fantastico panorama (specialmente sul Cristallina e sul Basodino; invece le magiche vette dall’altra parte della Val Bedretto, Pizzo Rotondo in testa, rimarranno per tutta la giornata offuscate da un’insistente nuvolaglia). Qualche foto e giù, stavolta dalla parte opposta a quella di salita, per poter raggiungere la Capanna Cristallina senza dover ripellare. In ogni caso, una quindicina di metri di dislivello mi tocca ugualmente riprenderli a scaletta anche da questo versante, ma in ogni caso arrivo alla capanna senza troppo sforzo. La neve però non è delle migliori. In questo tratto si presenta a volte dura e a volte con una crosta non portante, per cui l’attenzione è d’obbligo. Stesso discorso dalla Capanna fino all’Alpe Torta. Più in basso è leggermente meglio, ma permangono le caratteristiche appena enunciate. La sorpresa si materializza tra l’Alpe di Cristallina (1800 m) e Leiunscia (1539 m): rimanendo nel bosco di larici, cioè più in alto della traccia del sentiero ufficiale, la polvere si prende la rivincita sul cartone e io ne gioisco come un bambino. Senza storia invece l’ultimo tratto da Leiunscia ad Ossasco: la traccia nel bosco di abeti raramente supera il metro di larghezza: sembra una pista da bob e lo spazzaneve è d’obbligo. Poco prima dell’arrivo all’auto, su pendii nuovamente aperti, le ultime curve su neve dura.
Escursione consigliabilissima anche se un pochino lunga: auguro a chi la voglia intraprendere di trovare una neve migliore di quella odierna.
Tempo totale: 6 ore e 30’; andata 5 ore – ritorno 1 ora e 30’
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