Chilchalphorn (3040 m) - Skitour
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Passato il picco del grande freddo ed evitato l’inutile masochismo dei trenta sottozero mi concedo una classica dello scialpinismo, nota ormai alla gran parte degli Hikr’s sia italofoni che germanofoni, ma non a me. Lo stimolo a pubblicare comunque la relazione non è naturalmente quello divulgativo, né tantomeno per poter dire “ci sono stato anch’io” (a chi può interessare?); semmai, grazie anche alle foto, poter aggiornare gli eventuali interessati circa le condizioni di questo periodo in quella determinata zona.
Dunque, come neve ho trovato di tutto: polvere (non tantissima), crosta (non poca), soffiata (qua e là), sastrugi (parecchi, molto duri e fastidiosi), dura/ghiacciata (dove è passato il vento).
Come itinerario mi è bastato seguire delle tracce pregresse (immagino si rinnovino molto spesso, data l’assidua frequentazione della zona), che ogni tanto scomparivano sotto la neve soffiata: in ogni caso basta avere presente la meta ed è impossibile sbagliare.
La meteo è stata ottima con un’unica eccezione: al colletto, posto una trentina di metri sotto la cima sul versante nord, sono stato investito da prolungate e gelide folate di vento; se non fossi stato così vicino alla meta avrei probabilmente rinunciato. Ho cominciato a non sentire più le mani: per riscaldarle ho preparato l’assetto da discesa (gamasce, guanti pesanti, giacca a vento pesante, berretto aggiuntivo) e così bardato sono passato sulla cresta S a picco su Hinterrhein, raggiungendo così la cima senza togliere gli sci (c’erano buchi di scarponi da sci, qualcuno ha evidentemente preferito fare un bel deposito sul colletto sottostante). Sulla cima non mi è rimasto altro da fare che togliere le pelli ed inserire sull’attacco l’apposita cinghietta ferma-sci. Le foto di vetta le ho fatte in preda ad un quasi congelamento delle dita, ma a parte questo non ho da spendere che parole positive per questa gita. Certo, vista la quota mi sarei aspettato una neve migliore, ma tutto sommato ho avuto la possibilità di provare vari tipi di neve in un’unica uscita, e questo è sicuramente positivo. Nessun skialper ha seguito le mie tracce: gli unici presenti, oltre a me, erano tutti diretti al vicino ed altrettanto interessante Wenglispitz. Infatti, dopo la prima parte della discesa, svota su pendii diversi rispetto a quelli della salita (un po' più "indietro", cioè a N), ho potuto notare le loro belle curve in attesa di ritrovarsi, come me, al punto di partenza di Hinterrhein.
PS - Ciliegina sulla torta: quando con paoloski andammo al Parpeinahorn, vidi per la prima volta il Piz Ela e ne fui stregato. Ebbene, nella gita odierna ho potuto continuare la corrispondenza d’amorosi sensi … il Piz Ela svettava regale, lontano ma vicino …
Tempo totale: 5 ore; andata 4 ore – ritorno 1 ora
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