Pizzo del Narèt (2588 m) - Skitour
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Una grande giornata di sci! Come potrei altrimenti definire l’escursione odierna? Lode alla Val Bedretto? Panegirico dei versanti Nord? Tuffo nella polvere più immacolata? Tutto questo e molto altro: uno skitour da raccomandare caldamente a tutti gli appassionati! Panorami da sogno con una coltre nevosa inimmaginabile, se si pensa che pochi km più a sud, di neve non c’è nemmeno l’ombra (questa era la situazione al giorno dell’escursione). E tuttavia, senza valicare la cresta principale delle Alpi.
All’arrivo ad Ossasco ci sono già due skialper confederati che stanno ultimando le operazioni preparatorie in vista della loro salita. Mi preparo anch’io e seguo le loro tracce, distanziato di una decina di minuti (più in alto, su terreno aperto, noterò che nemmeno loro tracciano, qualcuno, forse ieri, ha già provveduto a facilitare il nostro compito). Inizialmente si sale nel bosco sullo stretto sentiero estivo (la parte finale della discesa lo dimostrerà). Dopo il bivio per Piei le cose migliorano leggermente, ed in vista dell’Alpe di Cristallina rimangono solo pochi sparuti larici pionieri. Il tratto successivo si dipana all’Alpe di Cristallina su terreno aperto, e dai contrafforti del bellissimo Madone (2756 m) filtrano ogni tanto alcuni raggi di sole. La salita nella Val Torta si rivela entusiasmante e permette di pregustare già la polvere della discesa. Per sfruttare al massimo la traccia pregressa, supero l’Alpe Torta ed arrivo a toccare quota 2300 in direzione della Capanna Cristallina. La mia meta però è dalla parte opposta, per cui, senza togliere le pelli cambio direzione raggiungendo in discesa l’Alpe Torta (2214 m). Da qui mi dirigo verso il Passo del Narèt tracciando la via ma attenendomi in gran parte a delle preesistenti orme di lepre variabile. Poco prima di giungere alla baracca che precede il Passo, il terreno sconta gli effetti del vento dei giorni precedenti: sul ripido me la cavo in qualche modo, lasciando per pigrizia i rampanti nello zaino. Arrivo al Passo ed un mondo magico si offre alla mia vista: la distesa bianca del Lago del Narèt è sotto di me. Potrei già essere ampiamente soddisfatto, ma la cima del Pizzo del Narèt è a soli 150 metri di dislivello. Salgo rimanendo presso il filo di cresta (nessuna cornice a SE, il vento dei giorni precedenti si è mangiato tutto), ogni tanto sono tentato di estrarre i coltelli, ma ormai manca così poco …
In breve guadagno la cima (2588 m). L’incanto è totale con una giornata così, senza una nuvola. Per quanto attiene ai panorami lascio parlare le foto. Invece, senza indugi preparo gli sci per la discesa e restando un po’ più a sinistra rispetto alla salita (ma non troppo, anche di lì ci sono alcuni strapiombi) mi involo verso il Passo facendo attenzione ai sassi scoperti dal vento e alla neve crostosa. Dal passo fino all’Alpe Torta, e poi anche fino all’ingresso nel bosco ben oltre l’Alpe Cristallina, è una fantastica danza sulla polvere. Sono letteralmente ammaliato dalle condizioni odierne. Nel bosco invece mi tocca seguire la traccia di salita (battuta poi anche da altri skialper e quindi resa molto “veloce”) ma in qualche modo ne esco indenne. Poco prima dell’arrivo all'auto alcuni dolci pendii fuori dal bosco mi regalano ancora alcune belle curve polverose. Concludo la giornata spostandomi dall’ombra di Ossasco al sole di Villa di Bedretto per gustare le mie vettovaglie innaffiate dall’imprescindibile birretta.
Ossasco – Pizzo del Narèt: uno dei più soddisfacenti skitour fatti fino ad oggi!
Tempo totale: 5 ore e 30 andata 4 ore e 30 – ritorno 1 ora

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