Bruzzella - Bisbino - Sasso Gordona - Cabbio
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Un po' di neve è caduta...si potrebbe andare finalmente a fare scialpinismo...però da casa le cime appaiono ancora tanto prive di neve che anche la voglia di preparare l'attrezzatura da scialpinismo sembra mancare.
Decido di andare al Sasso Gordona: è almeno trent'anni che non ci torno, ne ho un ricordo piuttosto vago. Ci sono anche Monica e Mariangela, gli altri hanno deciso per lo scialpinismo.
Il cielo che al mio risveglio era sereno si sta rapidamente rannuvolando, non fa comunque freddo ma sembra proprio autunno (che sarebbe anche ora dopotutto).
Salita da Bruzzella al Monte Bisbino, inizialmente per una bella Via Crucis che arriva ad una chiesa in località Zoch, da cui si gode una magnifica vista, il Sasso Gordona da qui appare come un trapezio, ricorda un po' un vulcano.
Dopo qualche metro d'asfalto fin nei pressi di un'enorme antenna il sentiero inizia a salire nel bosco, faggi, castagni, betulle, roverelle, tigli...decisamente un bel bosco misto, nonostante riscaldarsi con la legna sia tornato in auge il terreno è ingombro di rami e tronchi abbattuti, sarà perchè il pellet è più comodo!?
Usciti dal bosco alla Sella Cavazza, poco sopra ecco il grande edificio che la caratterizza, anni fa era un albergo: "Albergo Internazionale", per far fede al suo nome era un luogo di ritrovo per contrabbandieri e faccendieri Svizzeri ed Italiani; quando correvo costituiva il punto d'arrivo della Vacallo - Monte Bisbino, una bellissima corsa in salita organizzata dalla Società Atletica Vacallo nel mese di maggio, bei ricordi.
Proseguiamo per la vetta del Bisbino, attraversiamo un area disboscata ed arriviamo allo spiazzo sommitale dove si trova un ristorante, una selva di antenne ed il santuario, purtroppo è chiuso, speravo di vedere la statua marmorea di scuola leonardesca che dovrebbe trovarsi sull'altare, forse si devono chiedere le chiavi al ristorante ma mi sa che la storia diverrebbe lunga, la strada che dobbiamo percorrere è ancora tanta.
Scendiamo dalla vetta seguendo per un breve tratto la strada che sale da Como fino ad incontrare i segnavia dell'Alta Via dei Monti Lariani.
Percorriamo una strada sterrata che in breve ci porta al rifugio Colma del Bugone, dove c'è un esemplare eccezionale di faggio circondato da una palizzata, sulla facciata una lapide ricorda quattro partigiani, da qui si vede uno scorcio del lago sottostante, in una giornata brumosa come questa non è il massimo ma con il bel tempo...
Proseguiamo sempre su strada sterrata fino al rifugio dei Murelli, del CAI dI Moltrasio, in una bella e limpida giornata varrebbe la pena di salire fino al vicino Monte Colmegnone, oggi decidiamo di soprassedere...
Proseguiamo sulla stradina, poi decidiamo per una breve disgressione all'Alpe di Carate salendo la "cima" quotata 1307 metri, rientriamo sull'alta via ed arriviamo all'ennesimo rifugio: il Binate del CAI di Cantù, poco oltre ecco la Colma di Schignano con diversi edifici, per lo più in pessime condizioni, fra cui una nevera.
Proseguiamo fino alla località Sassetto dove vediamo le prime opere militari, il nome lo desumiamo dal cartello esplicativo delle fortificazioni visto che nessuna carta lo riporta, cosiccome non riportano il sentiero che da qui sale al Sasso Gordona e scende per la cresta opposta.
Da questa località parte il ripido sentiero che porta a Sasso Gordona, ci sono trincee, fortificazioni, curiose formazioni geologiche e, nella parte sommitale, qualche catena per agevolare il percorso, incontriamo una coppia con una bambina di pochi mesi tutta intabarrata nello zaino, arriviamo alla croce da cui si gode di una vista spettacolare sulla Valle d'Intelvi e sul Lago di Como con la punta di Bellagio..
Ancora qualche metro ed ecco la cima, più o meno a metà della cresta sommitale, un breve tratto esposto ed eccoci pronti a scendere, la cresta Ovest è leggermente più ripida di quella Est ma c'è qualche cavo per coadiuvare la discesa.
Il rifugio Prabello, del CAI di Monte Olimpino, si trova su un'insellatura dove si trovano anche alcuni altri edifici, una nevera, una casa colonica ed il vecchio albergo chiuso negli anni '50.
Sono quasi le 15, la fame si fa sentire, il rifugio è chiuso per cui ci "accomodiamo" sui gradini esterni, si è alzato un vento gelido per cui la sosta pranzo è breve.
Scendiamo verso la Confederazione per qualche metro, nonostante si sia ancora in Italia poco sotto la sella vediamo un familiare cartello indicatore svizzero, prendiamo la traccia per Cabbio, passiamo da Piancabella dove una panca invita alla contemplazione e proseguiamo contornando ad Est il Dosso d'Arla, all'alpe Laorina le luci sono accese, una moto da trial parcheggiata all'esterno: c'è qualcuno che vive qui. Passiamo per Batuela e, dopo una curva, ecco Cabbio preceduto da qualche notevole edificio rurale.
Attraversiamo il paese , scendiamo alla cantonale e ci incamminiamo per percorrere i due Km che ci separano da Bruzzella, ma siamo fortunati: dei gentili automobilisti ci evitano la fatica di camminare sull'asfalto portandoci fino alla chiesa di Bruzzella dove abbiamo parcheggiato.
Difficoltà:
Bruzzella - Monte Bisbino: T2
Monte Bisbino - Località Sassetto: T1
Salita e discesa al Sasso Gordona: T3+
Rifugio Prabello - Cabbio T2
Francamente la traversata dal Bisbino fino alle pendici del Sasso Gordona in una giornata brumosa e con scarsa visibilità come questa, risulta piuttosto noiosa, in una bella giornata offre invece scorci spettacolari sulle montagne e sui laghi, (dal Bisbino poi si vede anche il Cervino).
La salita al Sasso Gordona è interessante e divertente, non ci sono praticamente difficoltà a parte un po' di esposizione.
Su questo percorso si ha modo di notare la differenza fra la segnaletica svizzera: precisa, al posto giusto, uniforme e leggibile; e quella italiana: una miriade di cartelli di tutti i tipi, dimensioni e foggia messi a casaccio, a volte assenti, spesso sovrabbondanti (non che, per fortuna, dappertutto in Italia sia così ma qui si, una bella revisione della segnaletica non sarebbe male)
Decido di andare al Sasso Gordona: è almeno trent'anni che non ci torno, ne ho un ricordo piuttosto vago. Ci sono anche Monica e Mariangela, gli altri hanno deciso per lo scialpinismo.
Il cielo che al mio risveglio era sereno si sta rapidamente rannuvolando, non fa comunque freddo ma sembra proprio autunno (che sarebbe anche ora dopotutto).
Salita da Bruzzella al Monte Bisbino, inizialmente per una bella Via Crucis che arriva ad una chiesa in località Zoch, da cui si gode una magnifica vista, il Sasso Gordona da qui appare come un trapezio, ricorda un po' un vulcano.
Dopo qualche metro d'asfalto fin nei pressi di un'enorme antenna il sentiero inizia a salire nel bosco, faggi, castagni, betulle, roverelle, tigli...decisamente un bel bosco misto, nonostante riscaldarsi con la legna sia tornato in auge il terreno è ingombro di rami e tronchi abbattuti, sarà perchè il pellet è più comodo!?
Usciti dal bosco alla Sella Cavazza, poco sopra ecco il grande edificio che la caratterizza, anni fa era un albergo: "Albergo Internazionale", per far fede al suo nome era un luogo di ritrovo per contrabbandieri e faccendieri Svizzeri ed Italiani; quando correvo costituiva il punto d'arrivo della Vacallo - Monte Bisbino, una bellissima corsa in salita organizzata dalla Società Atletica Vacallo nel mese di maggio, bei ricordi.
Proseguiamo per la vetta del Bisbino, attraversiamo un area disboscata ed arriviamo allo spiazzo sommitale dove si trova un ristorante, una selva di antenne ed il santuario, purtroppo è chiuso, speravo di vedere la statua marmorea di scuola leonardesca che dovrebbe trovarsi sull'altare, forse si devono chiedere le chiavi al ristorante ma mi sa che la storia diverrebbe lunga, la strada che dobbiamo percorrere è ancora tanta.
Scendiamo dalla vetta seguendo per un breve tratto la strada che sale da Como fino ad incontrare i segnavia dell'Alta Via dei Monti Lariani.
Percorriamo una strada sterrata che in breve ci porta al rifugio Colma del Bugone, dove c'è un esemplare eccezionale di faggio circondato da una palizzata, sulla facciata una lapide ricorda quattro partigiani, da qui si vede uno scorcio del lago sottostante, in una giornata brumosa come questa non è il massimo ma con il bel tempo...
Proseguiamo sempre su strada sterrata fino al rifugio dei Murelli, del CAI dI Moltrasio, in una bella e limpida giornata varrebbe la pena di salire fino al vicino Monte Colmegnone, oggi decidiamo di soprassedere...
Proseguiamo sulla stradina, poi decidiamo per una breve disgressione all'Alpe di Carate salendo la "cima" quotata 1307 metri, rientriamo sull'alta via ed arriviamo all'ennesimo rifugio: il Binate del CAI di Cantù, poco oltre ecco la Colma di Schignano con diversi edifici, per lo più in pessime condizioni, fra cui una nevera.
Proseguiamo fino alla località Sassetto dove vediamo le prime opere militari, il nome lo desumiamo dal cartello esplicativo delle fortificazioni visto che nessuna carta lo riporta, cosiccome non riportano il sentiero che da qui sale al Sasso Gordona e scende per la cresta opposta.
Da questa località parte il ripido sentiero che porta a Sasso Gordona, ci sono trincee, fortificazioni, curiose formazioni geologiche e, nella parte sommitale, qualche catena per agevolare il percorso, incontriamo una coppia con una bambina di pochi mesi tutta intabarrata nello zaino, arriviamo alla croce da cui si gode di una vista spettacolare sulla Valle d'Intelvi e sul Lago di Como con la punta di Bellagio..
Ancora qualche metro ed ecco la cima, più o meno a metà della cresta sommitale, un breve tratto esposto ed eccoci pronti a scendere, la cresta Ovest è leggermente più ripida di quella Est ma c'è qualche cavo per coadiuvare la discesa.
Il rifugio Prabello, del CAI di Monte Olimpino, si trova su un'insellatura dove si trovano anche alcuni altri edifici, una nevera, una casa colonica ed il vecchio albergo chiuso negli anni '50.
Sono quasi le 15, la fame si fa sentire, il rifugio è chiuso per cui ci "accomodiamo" sui gradini esterni, si è alzato un vento gelido per cui la sosta pranzo è breve.
Scendiamo verso la Confederazione per qualche metro, nonostante si sia ancora in Italia poco sotto la sella vediamo un familiare cartello indicatore svizzero, prendiamo la traccia per Cabbio, passiamo da Piancabella dove una panca invita alla contemplazione e proseguiamo contornando ad Est il Dosso d'Arla, all'alpe Laorina le luci sono accese, una moto da trial parcheggiata all'esterno: c'è qualcuno che vive qui. Passiamo per Batuela e, dopo una curva, ecco Cabbio preceduto da qualche notevole edificio rurale.
Attraversiamo il paese , scendiamo alla cantonale e ci incamminiamo per percorrere i due Km che ci separano da Bruzzella, ma siamo fortunati: dei gentili automobilisti ci evitano la fatica di camminare sull'asfalto portandoci fino alla chiesa di Bruzzella dove abbiamo parcheggiato.
Difficoltà:
Bruzzella - Monte Bisbino: T2
Monte Bisbino - Località Sassetto: T1
Salita e discesa al Sasso Gordona: T3+
Rifugio Prabello - Cabbio T2
Francamente la traversata dal Bisbino fino alle pendici del Sasso Gordona in una giornata brumosa e con scarsa visibilità come questa, risulta piuttosto noiosa, in una bella giornata offre invece scorci spettacolari sulle montagne e sui laghi, (dal Bisbino poi si vede anche il Cervino).
La salita al Sasso Gordona è interessante e divertente, non ci sono praticamente difficoltà a parte un po' di esposizione.
Su questo percorso si ha modo di notare la differenza fra la segnaletica svizzera: precisa, al posto giusto, uniforme e leggibile; e quella italiana: una miriade di cartelli di tutti i tipi, dimensioni e foggia messi a casaccio, a volte assenti, spesso sovrabbondanti (non che, per fortuna, dappertutto in Italia sia così ma qui si, una bella revisione della segnaletica non sarebbe male)
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