Vista da Sky
Premessa.
Un anno fa circa, alla ricerca di 3000 escursionistici, mi ero andato a vedere un po’ di rapporti sul Monte Vioz, che mi risulta sia la più alta cima sulle Alpi raggiunta da un sentiero (si gioca questo primato con il Barrhorn, un’altra cima che mi incuriosiva fare). Ne parlai ai tempi con i miei amici della sezione di Avventure nel Mondo Besnate, ed ora l’hanno messo come prima gita di Settembre, affidandone l’organizzazione a me. Ora, ad un anno di distanza, ho fatto cime (alpinistiche) anche più alte, per cui scade un po’ il motivo per cui l’avevo in progetto, ma rimane sicuramente una cima interessante, in una zona che non conosco, per cui ben venga un’uscita da quelle parti. Comunque, visto che il rifugio Mantova è a un tiro di schioppo dal Vioz, per l’uscita ho proposto di fare anche un’altra cima, e la più vicina lì è il Palon de la Mare.
Dopo aver raggiunto Pejo Fonti, e di lì, in cabinovia e poi in seggiovia, il Doss dei Cembri, partiamo alla volta del rifugio Mantova. Io faccio un po’ da punto di riferimento del gruppo – la loro filosofia è di essere un gruppo autogestito, senza “clienti” e “accompagnatori”, ed è quello il loro bello, per cui la mia figura non è di un capogruppo, ma di quello che ne sa di più della zona (in realtà non ci sono mai stato neanch’io, ma mi sono letto un po’’ di relazioni in giro..).
Il gruppo è molto eterogeneo, si va da uno come gebre, che ho portato con me questa volta, perché, raccontandogli di questa uscita, mi aveva detto che gli interessava, ad altri che sono venuti su con grande fatica. 1200 m di dislivello per noi sono pochi, ma per molti sono tantissimi !
L’indomani all’alba partiamo in 5 per il Palon de la Mare. Io, gebre, Carlo, Mirella e Dino. Con noi, imbrago, piccozza e ramponi. Saliamo in una decina di minuti al Vioz. Dalla cima guardiamo il Palon de la Mare. Da come l’avevo visto sulla cartina qui di HIKR (sfortunatamente questa zona non è coperta dalla stupenda carta nazionale svizzera 1:25000 !) sembrava moolto più facile.. una passeggiata.. Invece c’è da fare una cresta che, vista dall’altra parte del ghiacciaio, non sembra proprio banale. Seguiamo le tracce sul ghiacciaio e scendiamo fino al Passo della Vedretta Rossa. Vediamo che la traccia sul ghiacciaio prende la cresta più in alto – evidentemente la cresta non è fattibile integralmente, ed infatti più tardi vedrò che c’è un gendarme che non si può superare facilmente.. Risaliamo fino a raggiungere una bocchetta e di lì proseguiamo lungo la cresta. Io sto davanti. I segni, un po’ tracce di sentiero per terra, un po’ graffi di ramponi sulle rocce, portano un po’ a sinistra, un po’ a destra della cresta. Divertente la salita, mai difficile, ma neanche banale. Ce la prendiamo con comodo. L’ultimo tratto è su neve, una cinquantina di metri su una crestina affilata.. ma la vetta è lì ! Stretta di mano, un bel 3700 ! Soffia un po’ il vento.. tutto attorno ghiacciai.. il panorama è maestoso.. anche per un filoelvetico come me, non ha niente da cui invidiare a quelli svizzeri ! Mangiucchiamo qualcosa al riparo dal vento e scendiamo, ripercorrendo all’incirca la traccia della salita. Arrivati in vista del Monte Vioz propongo a gebre di farci anche una cimetta lì vicina, e il mio amico ovviamente non mi dice di no !! Scopriamo che è la Cima Linke, punto importante nella Prima Guerra Mondiale. E sono tre !
Una zona che non conoscevo, il gruppo dell’Ortles-Cevedale, un tassello nel mio puzzle delle Alpi ! Ed un’ottima compagnia !
Giorno 1 :
Distanza : 5.61 km
Dislivello : +1210 m
Giorno 2 :
Distanza : 12.31 km
Dislivello : +740 / -1950 m
Vista da Gebre:
Durante l’escursione al Piz Corvatsch Sky mi ha accennato dell’escursione organizzata al Vioz, ci ho pensato ed anche se prendere funivie e seggiovie non mi piace, ho accettato l’invito anche per “fuggire” dalla mia città invasa per il GP F1.
Bella escursione in compagnia in una zona dove non ero mai stato, è sempre bello osservare il tramonto e l’alba da tali altezze, anche se dormire non è per niente semplice!
In cima al Monte Vioz ci siamo gustati l’alba con i primi raggi di sole che illuminavano le vette circostanti, la discesa verso il passo della vedretta rossa percorrendo un tratto del ghiacciaio dei Forni (il più vasto d’Italia), la salita al Palon de La Mare con una cresta rocciosa di 200m di dislivello ci ha regalato un panorama grandioso, mentre la Punta Linke che mi ha proposto Sky e che ho accettato volentieri era una stazione austro-ungarica della prima guerra mondiale.
Un grazie a Sky che ci ha “guidato” in questa escursione, sicuramente è una zona in cui ritornerò.
In questa zona si trova la famosa “traversata delle tredici cime” (dal sito Promotur Pejo);
Classica e meravigliosa traversata alpinistica, con partenza dal rifugio Larcher, attraverso 13 cime, tutte sopra i 3000 m del gruppo Ortles Cevedale. Il percorso si snoda per circa 17 Km, con dislivello di salita e discesa rispettivamente di m 1750 e m 1920, su ghiacciai e nevai di media difficoltà.
L'itinerario richiede una buona preparazione alpinistica, adeguata attrezzatura (picozza, corda e ramponi) e l'accompagnamento della guida alpina. Dal rifugio Larcher si sale con il sentiero 103 alPasso della Forcola e si prosegue in cresta fino alla cima Zufall (1° cima m 3757), sempre in cresta si passa alla cima Cevedale (2° cima m3769) punto più alto, si scende al bivacco Colombo e si sale verso il Palon della Mare (3°cima m 3703) concludendo il primo giorno al rifugio Mantova del monte Vioz (4° cima m 3645) dove si consiglia di pernottare per riprendere il mattino successivo attaccando il tratto più impegnativo che dal monte Vioz passa la punta Taviela (5° cima m 3612), la cima Peio (6° cima m 3549), la Roccadi S.Caterina (7° cima m 3529), la Punta Cadini (8° cima m 3524) per poi pernottare al Bivacco Meneghello. Inizio del terzo giorno con la salita al monte Giumella (9° cima m 3594), alla Punta S.Matteo (10° cima m 3678), discesa per la cima Dosegù (11° cima m3560), in quota fino a raggiungere la Punta Pedrazzini (12° cima m 3599) e finalmente il Pizzo Tresero (13° cima m 3594) ultima vetta di questa straordinaria traversata.
Il rientro può avvenire in direzione del Passo del Gavia oppure scendendo dal Tresero o dal S.Matteo verso il lago Palù e la Val di Peio.
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