Monte Adamello dal Rifugio Gnutti per la via Terzulli
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Avevo detto che avrei appeso i ramponi al chiodo……
E invece mi sono lasciata convincere a calzarli ancora una volta!
L’idea è di Mauro, che mi propone di andare sull’Adamello, uno di quei progetti che tengo nel cassetto da diverso tempo e che ormai stavo per abbandonare……..
Come si fa a dire di no!
Faremo la salita in 2 giorni, percorrendo la Val Miller e salendo lungo la via attrezzata Terzulli.
Punto d’appoggio sarà il Rifugio Gnutti che contatto telefonicamente per conoscere le condizioni della via. La “rifugista” mi dice che la via è percorribile già da una settimana, anche se c’è ancora un po’ di neve lungo il percorso.
Così partiamo, martedì, in tarda mattinata, alla volta della Malga Premassone, dove inizia il sentiero n. 23 per il Rifugio Gnutti, posto all’imbocco della Val Miller a 2.166 metri d’altezza.
Il percorso, dapprima pianeggiante, si inerpica poi ripidamente zigzagando su uno dei versanti della val Malga: siamo sulle scale del Miller che faticosamente conducono ai pascoli d’altura dove è adagiato il Rifugio, nei pressi della diga che chiude il lago Miller.
Ci accoglie Domenica, la rifugista, assieme al marito Davide e al figlio Francesco che da subito dimostrano una grande disponibilità nei nostri confronti e ci sistemano in una camera tutta per noi, unici ospiti.
Trascorriamo la serata chiacchierando con loro del più e del meno e poi a letto presto!
Il mattino successivo, alle 5:15, siamo già in cammino e in breve raggiungiamo il pantano del Miller da dove inizia il ripido e detritico sentiero che percorre un crinale morenico che sembra non finire mai e che conduce ad una conca nevosa che percorriamo calzando i ramponi, in quanto la neve è gelata.
Alla sommità del pendio nevoso inizia la via Terzulli, segnalata da un grosso bollo rosso e bianco e da una Madonnina alloggiata in una nicchia, poco sopra l’attacco.
Qui ci imbraghiamo e cominciamo a salire in conserva assicurandoci a degli “stranissimi”, ma geniali fittoni.
Il percorso non è per nulla banale e le condizioni di salita non sono ottimali, poiché in alcuni tratti i chiodi sono coperti dalla neve.
Raggiungiamo il Passo dell’Adamello e da qui lo spettacolo è indescrivibile: davanti a noi il Pian di neve, sovrastato dall’Adamello e dal Corno Miller, dietro la val Miller, con in lontananza il Rifugio, piccolissimo…
Rimettiamo i ramponi, costeggiando la Cima Ugolini, nei pressi della quale sorge l’omonimo bivacco e seguiamo la traccia su neve poco consistente, che rende più faticoso il nostro incedere, ricollegandoci al percorso proveniente dal Pian di neve. La cima è lì, davanti a noi, e sembra a portata di mano, ma impieghiamo più di un’ora per raggiungerla.
Siamo stanchi, ma determinati, e quando tocchiamo la croce di vetta la nostra soddisfazione è al massimo!
Giusto il tempo per una foto ricordo e poi via di corsa, perché il tratto che dobbiamo percorrere in discesa è lungo e faticoso.
Nei pressi del pantano del Miller troviamo Domenica e Francesco, che si offrono di portarmi lo zaino.
Provo a rifiutare, ma loro insistono, con molta delicatezza, e io li lascio fare.
Arriviamo al Rifugio verso le 17:00, stanchi morti, e decidiamo di fermarci per la notte, tanto non abbiamo impegni per il giorno dopo.
Questa volta non siamo soli: trascorriamo la serata con una coppia di francesi con i quali, faticosamente, riusciamo ad imbastire qualche discorso.
Il mattino successivo, sempre insieme ai due francesi, scendiamo verso valle sotto una pioggia insistente, pensando a quanto siamo stati fortunati a salire sull’Adamello il giorno prima, in condizioni di tempo favorevoli.
E invece mi sono lasciata convincere a calzarli ancora una volta!
L’idea è di Mauro, che mi propone di andare sull’Adamello, uno di quei progetti che tengo nel cassetto da diverso tempo e che ormai stavo per abbandonare……..
Come si fa a dire di no!
Faremo la salita in 2 giorni, percorrendo la Val Miller e salendo lungo la via attrezzata Terzulli.
Punto d’appoggio sarà il Rifugio Gnutti che contatto telefonicamente per conoscere le condizioni della via. La “rifugista” mi dice che la via è percorribile già da una settimana, anche se c’è ancora un po’ di neve lungo il percorso.
Così partiamo, martedì, in tarda mattinata, alla volta della Malga Premassone, dove inizia il sentiero n. 23 per il Rifugio Gnutti, posto all’imbocco della Val Miller a 2.166 metri d’altezza.
Il percorso, dapprima pianeggiante, si inerpica poi ripidamente zigzagando su uno dei versanti della val Malga: siamo sulle scale del Miller che faticosamente conducono ai pascoli d’altura dove è adagiato il Rifugio, nei pressi della diga che chiude il lago Miller.
Ci accoglie Domenica, la rifugista, assieme al marito Davide e al figlio Francesco che da subito dimostrano una grande disponibilità nei nostri confronti e ci sistemano in una camera tutta per noi, unici ospiti.
Trascorriamo la serata chiacchierando con loro del più e del meno e poi a letto presto!
Il mattino successivo, alle 5:15, siamo già in cammino e in breve raggiungiamo il pantano del Miller da dove inizia il ripido e detritico sentiero che percorre un crinale morenico che sembra non finire mai e che conduce ad una conca nevosa che percorriamo calzando i ramponi, in quanto la neve è gelata.
Alla sommità del pendio nevoso inizia la via Terzulli, segnalata da un grosso bollo rosso e bianco e da una Madonnina alloggiata in una nicchia, poco sopra l’attacco.
Qui ci imbraghiamo e cominciamo a salire in conserva assicurandoci a degli “stranissimi”, ma geniali fittoni.
Il percorso non è per nulla banale e le condizioni di salita non sono ottimali, poiché in alcuni tratti i chiodi sono coperti dalla neve.
Raggiungiamo il Passo dell’Adamello e da qui lo spettacolo è indescrivibile: davanti a noi il Pian di neve, sovrastato dall’Adamello e dal Corno Miller, dietro la val Miller, con in lontananza il Rifugio, piccolissimo…
Rimettiamo i ramponi, costeggiando la Cima Ugolini, nei pressi della quale sorge l’omonimo bivacco e seguiamo la traccia su neve poco consistente, che rende più faticoso il nostro incedere, ricollegandoci al percorso proveniente dal Pian di neve. La cima è lì, davanti a noi, e sembra a portata di mano, ma impieghiamo più di un’ora per raggiungerla.
Siamo stanchi, ma determinati, e quando tocchiamo la croce di vetta la nostra soddisfazione è al massimo!
Giusto il tempo per una foto ricordo e poi via di corsa, perché il tratto che dobbiamo percorrere in discesa è lungo e faticoso.
Nei pressi del pantano del Miller troviamo Domenica e Francesco, che si offrono di portarmi lo zaino.
Provo a rifiutare, ma loro insistono, con molta delicatezza, e io li lascio fare.
Arriviamo al Rifugio verso le 17:00, stanchi morti, e decidiamo di fermarci per la notte, tanto non abbiamo impegni per il giorno dopo.
Questa volta non siamo soli: trascorriamo la serata con una coppia di francesi con i quali, faticosamente, riusciamo ad imbastire qualche discorso.
Il mattino successivo, sempre insieme ai due francesi, scendiamo verso valle sotto una pioggia insistente, pensando a quanto siamo stati fortunati a salire sull’Adamello il giorno prima, in condizioni di tempo favorevoli.
Tourengänger:
patripoli

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