Pizzo Tre Confini 2824 m
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A differenza di ieri e dello scorso week end oggi è una giornata spettacolare e alle 7.30 partiamo da Lizzola per salire una delle cime che da tempo adocchiamo. Saliamo la bellissima Valle di Bondione attraversata dal torrente omonimo, sembra che qualcuno la ritenga noiosa, io penso sia stupenda, ricca di vegetazione e cascate in basso, brulla e pietrosa in alto, la parte alta è tutt’ora ancora molto innevata. La salita fino al P.so Bondione, richiede da cartelli segnavia circa 4 ore e qualcosa come 1400 m di dislivello. Una salita a mio parere comoda che alterna tratti ripidi a tratti in piano che lasciano il tempo di respirare e poi l’ambiente è veramente molto bello! Intorno ai 2400 m cominciamo a trovare le prime chiazze di neve e giunti poco sotto il P.so di Bondione la conca è completamente innevata. Complice la pioggia di ieri e la temperatura non alta di oggi la neve tiene bene e arriviamo velocemente al P.so. Qui parte la cresta per il P.zo Tre Confini che, anche se non difficile bisogna prestarle molta attenzione. Nel primo tratto si rimane sul lato Valle di Bondione, probabilmente dato che la neve non deve essersene andata da molto il terreno, è poco compatto e anche scivoloso, giunti sulla cresta che divide la Valle di Bondione dalla Val Cerviera si svolta a dx e si prosegue ora per cresta, si attraversa un breve tratto su placchette che tengono benissimo, anche se forse fanno un poco impressione, passate queste la cresta diventa tranquilla e in poco si è in cima. Poco prima della vetta notiamo un giovane stambecco sulla cresta che arriva dal Monte Gleno, sembra scocciato dalla presenza in cima di noi bipedi, tutti appollaiati, più o meno sotto la campana della cima, in modo da sentire meno aria possibile. Foto di vetta e poco dopo arriva un gruppo di bergamaschi, e neanche a farlo apposta, come spesso succede, sono lo stesso gruppo che avevamo incontrato qualche tempo fa sul Madonnino, foto anche con loro e poi giù. Giunti sul traverso sopra la Valle di Bondione decidiamo o meglio decidono, di non tornare fino al P.so Bondione, visto che in salita quel tratto non era stato un granché, e anche se io non sono molto convinta, vista la ripidezza della discesa, Marco e Daniele cominciano a scendere lungo il nevaio, a ruota arriva anche il gruppo di bergamaschi, per cui mi tocca! Effettivamente è stato più sicuro scendere sulla neve che alla meno peggio mi avrebbe fatto fare una bella scivolata, che ritornare al P.so. Rintracciamo sulla pietraia il sentiero che scende in Val Cerviera e porta al Rifugio Curò e risaliamo alla cresta spartiacque. Sempre fedeli al motto “se possibile fare un giro circolare si fa!”. Tra l’altro Daniele a inizio settimana ci aveva avvertito che domenica sarebbe stato libero e senza limiti di orario, per cui quale occasione migliore per goderci la Valbondione notoriamente conosciuta anche per il suo maltempo! Anche la parte alta della Val Cerviera è ancora innevata, la differenza è che da questa parte prende meno sole per cui la neve è più dura e, visto che bisogna affrontare un lungo traverso, per sicurezza decidiamo di ramponarci. Scendiamo poi per la linea di massima pendenza e andiamo a prendere la prima traccia di sentiero visibile, la perdiamo nella neve poco dopo, attraversiamo ancora qualche nevaio fino al punto dove il sentiero svolta decisamente a sx e scende a stretti tornanti nel fondo valle. Ora comodamente scendiamo lungo il percorso Naturalistico A. Curò fino a giungere all’omonimo rifugio. Troviamo un posto riparato e tranquillo nei pressi del vecchio rifugio per mangiare il nostro più che meritato panino, qui come previsto, sembra di essere a Rimini!
Per il rientro prendiamo l’ampia mulattiera nonché’ Sentiero delle Orobie Centrali che scende a Valbondione ma l’abbandoniamo al primo tornate andando a prendere il sentiero per Lizzola. Questo sentiero viaggia per un buon tratto, fino a quando entra nel bosco, a mezza costa sulla Valbondione. E’ altamente panoramico ma molto stretto ed esposto, in alcuni punti anche un po’ franato, non bisogna soffrire di vertigini, avere un piede sicuro e soprattutto non distrarsi mai, da tener presente anche che risale di circa 200 m. Una volta nel bosco bisogna fare solo attenzione a non perdere la traccia principale visto che poi ce ne sono di innumerevoli! Usciti dal bosco si attraversano i prati sopra a Lizzola e velocemente si ritorna in paese. Alla fin della fiera siamo rimasti in giro quasi 10 h, la giornata era assolutamente da sfruttare per intero visto poi le giornate precedenti, magnifica escursione, ottima compagnia e un'altra cima spuntata dal lungo lunghissimo elenco di luoghi che vorremmo vedere, che poi si allunga ogni anno!
DATI GPS
Dislivello 1748 m – km 20,80
ALTRE FOTO QUI: http://www.montimania.it/Multimedia/Arch/2011/Pizzo_Tre_Confini/album/index.html
Per il rientro prendiamo l’ampia mulattiera nonché’ Sentiero delle Orobie Centrali che scende a Valbondione ma l’abbandoniamo al primo tornate andando a prendere il sentiero per Lizzola. Questo sentiero viaggia per un buon tratto, fino a quando entra nel bosco, a mezza costa sulla Valbondione. E’ altamente panoramico ma molto stretto ed esposto, in alcuni punti anche un po’ franato, non bisogna soffrire di vertigini, avere un piede sicuro e soprattutto non distrarsi mai, da tener presente anche che risale di circa 200 m. Una volta nel bosco bisogna fare solo attenzione a non perdere la traccia principale visto che poi ce ne sono di innumerevoli! Usciti dal bosco si attraversano i prati sopra a Lizzola e velocemente si ritorna in paese. Alla fin della fiera siamo rimasti in giro quasi 10 h, la giornata era assolutamente da sfruttare per intero visto poi le giornate precedenti, magnifica escursione, ottima compagnia e un'altra cima spuntata dal lungo lunghissimo elenco di luoghi che vorremmo vedere, che poi si allunga ogni anno!
DATI GPS
Dislivello 1748 m – km 20,80
ALTRE FOTO QUI: http://www.montimania.it/Multimedia/Arch/2011/Pizzo_Tre_Confini/album/index.html
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