L’obiettivo di giornata è la cima Nord del Pizzo dell’Uomo. Con mia fortuna, all’arrivo all’Ospizio Santa Maria sul Lucomagno, è in partenza un sestetto argoviese che sarà un utile punto di riferimento per tutta la giornata. Mi preparo con calma e inizio la salita sul versante Est del Pizzo dell’Uomo. La neve ha un piccolo strato ventato e soffice, ma sotto è dura, e la salita risulta facile. Risalgo la Costa prendendo rapidamente quota, ma anche abbastanza lentamente per non avvicinarmi troppo ai gentili signori che tracciano. In prossimità della quota 2240 m, la pendenza si stempera e mi ritrovo su di un bell’altipiano, dal quale scorgo sotto di me altri due trenini da 7 + 7 persone. Me compreso siamo in 21 a fare lo stesso tragitto. La punta Nord del Pizzo dell’Uomo appare già, con una sagoma che da qui sembra quasi verticale. Continuo la salita rimanendo sempre in prossimità della cresta, un po' verso Est, a dire il vero, fino a giungere ai piedi dell’erta finale. Da vicino non sembra più così verticale, anche se rimane considerevolmente ripida. Nello zaino ci sono i rampanti, ma non ho ancora fatto la prova del loro corretto funzionamento su questi sci (sarebbe un miracolo se dovessero adattarsi!), quindi procedo a fatica, in particolare sui tratti ghiacciati. Ciononostante arrivo ugualmente in cima, con mia grande soddisfazione. La giornata qui è bellissima, se confrontata con il resto del Ticino, coperto da una coltre grigia che arriva fino ad Olivone. Verso Disentis, invece, nessuna nuvola. Ripongo le pelli e scendo fino alla zona semipianeggiante sottostante dove, sempre con gli sci ai piedi, mi concedo una pausa biscotti. Da qui alcuni skialper scendono verso la Val Termine: decido di fare anch’io lo stesso, al limite mi toccherà spingere un po’ per tornare al passo. Il pendio Nord-Ovest del Pizzo dell’Uomo si rivela fantastico: riesco a sciare senza problemi e con anche qualche bella curva. Certo, la neve è quanto di meglio si possa trovare, un po’ di polvere su di un fondo duro. Dopo varie serpentine arrivo al punto di minima (1924 m) alla fine della Val Termine, dove comincia il Lago di Santa Maria: qui sono costretto a ripellare, perché mi aspetta un lungo tratto tutto in pianura-leggera salita, che costeggia la sponda sud del Lago. Cala la nebbia e si alza il vento: la giornata cambia radicalmente il suo aspetto, ma grazie ai pali piantati nella neve, il tragitto fino al Passo rimane sicuro. Arrivo all’auto immerso in un nebbione densissimo, ma tant’è... La giornata è stata stupenda fino a non molto tempo prima, ed in più ho potuto essere tutt’uno armoniosamente con i miei sci per la prima volta sia in salita che in discesa: cosa volere di più?
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