Valnontey, camosci e figli delle stelle
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Ci sono luoghi che attraversiamo nel corso della nostra vita che vengono eletti dalle autorità della memoria a luoghi dell’anima: questi ritagli di mondo hanno il potere di attrarci per tutta la nostra esistenza come salmoni che risalgono le rapide per tornare al luogo natìo.
Quando l'accumulatore della nostalgia è carico, dall'angolo balcanico del mio cervello il richiamo risuona come le note di una sevdalinka, sillabe malinconiche tramutate in canto struggente, sensazioni dolci e amare che rendono necessario il pellegrinaggio.
I dolci pendii boschivi della Valnontey hanno questo titolo nella mia personale esperienza. Avvenne proprio qui, nel lontano 1977, il mio primo vero, fisico contatto con i muscoli della montagna!
Naturale propaggine della Valle di Cogne, il piccolo abitato di Valnontey è la partenza di questa promenade, come direbbero i locali nel linguaggio patois di origine francofona.
Un tratto evidente di questo luogo è il contrasto tra i tenui saliscendi del fondovalle e la spettacolare verticalità innevata del massiccio del Gran Paradiso, unico quattromila interamente in territorio italiano.
Trentun dicembre, giornata limpida e cielo azzurro Van Gogh, il tempo di un caffè al mitico Bar Lauson ( qui nel settantasette con cento lire insieme ai miei compagni di baita ascoltavo Figli delle stelle e I feel love) e ci mettiamo in cammino.
Oggi la colonnina di mercurio è fissa sui -8C°.
D’inverno, la valle raggiunge temperature ben più basse, da vera landa artica, e i numerosi corsi d’acqua che solcano le pareti rocciose si tramutano in cascate di ghiaccio, molto apprezzate dagli scalatori più estremi.
Il sentiero battuto corre parallelo al torrente e alla pista da fondo, in direzione Gran Paradiso. La neve intatta presenta una superficie cosparsa di cristalli di ghiaccio simili a miliardi di piccole spade, sembra un esercito di formiche bianche in posizione di difesa.
Inspiro avidamente l’aria fredda per riempire anche il più piccolo alveolo di essenza vitale, i luoghi dell’anima ne sono estremamente ricchi.Volo con lo sguardo sopra i profili delle montagne che tante volte ho calpestato, entro in quella condizione di piacere geologico e leggero inebriamento che in questi luoghi eletti trasuda da ogni elemento.
Cammino senza peso, nei luoghi dell'anima la percezione di fatica è minore.
Il Gran Paradiso è bianchissimo e altero, è una delle mete che manca alla mia collezione, spero di colmare questa lacuna al più presto, magari la prossima estate insieme a qualche altro goloso di cime.
Per completare questa sorta di poker emotivo manca solo una carta: il camoscio, il pellegrinaggio è più suggestivo con l'apparizione no?
Il tempo di articolare questo pensiero ed ecco che la natura provvede alla mia personale soddisfazione: una ventina di metri sopra il sentiero una coppia degli ungulati appare come per magia… timorosi come sempre, ma costretti dalla fame a scendere quasi a fondovalle per nutrirsi di muschi e cortecce.
Scatto diverse fotografie, e sorridente prendo la strada del ritorno, quando scorgo un’altra coppia di camosci tra gli alberi…un grido stridulo mi fa alzare gli occhi al cielo dove vedo un’aquila volteggiare maestosa e altissima; oggi è il mio compleanno e questo è decisamente il fiocco rosso su di un regalo ad hoc da parte di madre natura!
soundtrack: "I feel love" Donna Summer
http://www.youtube.com/watch?v=f0h8Pjf4vNM
Quando l'accumulatore della nostalgia è carico, dall'angolo balcanico del mio cervello il richiamo risuona come le note di una sevdalinka, sillabe malinconiche tramutate in canto struggente, sensazioni dolci e amare che rendono necessario il pellegrinaggio.
I dolci pendii boschivi della Valnontey hanno questo titolo nella mia personale esperienza. Avvenne proprio qui, nel lontano 1977, il mio primo vero, fisico contatto con i muscoli della montagna!
Naturale propaggine della Valle di Cogne, il piccolo abitato di Valnontey è la partenza di questa promenade, come direbbero i locali nel linguaggio patois di origine francofona.
Un tratto evidente di questo luogo è il contrasto tra i tenui saliscendi del fondovalle e la spettacolare verticalità innevata del massiccio del Gran Paradiso, unico quattromila interamente in territorio italiano.
Trentun dicembre, giornata limpida e cielo azzurro Van Gogh, il tempo di un caffè al mitico Bar Lauson ( qui nel settantasette con cento lire insieme ai miei compagni di baita ascoltavo Figli delle stelle e I feel love) e ci mettiamo in cammino.
Oggi la colonnina di mercurio è fissa sui -8C°.
D’inverno, la valle raggiunge temperature ben più basse, da vera landa artica, e i numerosi corsi d’acqua che solcano le pareti rocciose si tramutano in cascate di ghiaccio, molto apprezzate dagli scalatori più estremi.
Il sentiero battuto corre parallelo al torrente e alla pista da fondo, in direzione Gran Paradiso. La neve intatta presenta una superficie cosparsa di cristalli di ghiaccio simili a miliardi di piccole spade, sembra un esercito di formiche bianche in posizione di difesa.
Inspiro avidamente l’aria fredda per riempire anche il più piccolo alveolo di essenza vitale, i luoghi dell’anima ne sono estremamente ricchi.Volo con lo sguardo sopra i profili delle montagne che tante volte ho calpestato, entro in quella condizione di piacere geologico e leggero inebriamento che in questi luoghi eletti trasuda da ogni elemento.
Cammino senza peso, nei luoghi dell'anima la percezione di fatica è minore.
Il Gran Paradiso è bianchissimo e altero, è una delle mete che manca alla mia collezione, spero di colmare questa lacuna al più presto, magari la prossima estate insieme a qualche altro goloso di cime.
Per completare questa sorta di poker emotivo manca solo una carta: il camoscio, il pellegrinaggio è più suggestivo con l'apparizione no?
Il tempo di articolare questo pensiero ed ecco che la natura provvede alla mia personale soddisfazione: una ventina di metri sopra il sentiero una coppia degli ungulati appare come per magia… timorosi come sempre, ma costretti dalla fame a scendere quasi a fondovalle per nutrirsi di muschi e cortecce.
Scatto diverse fotografie, e sorridente prendo la strada del ritorno, quando scorgo un’altra coppia di camosci tra gli alberi…un grido stridulo mi fa alzare gli occhi al cielo dove vedo un’aquila volteggiare maestosa e altissima; oggi è il mio compleanno e questo è decisamente il fiocco rosso su di un regalo ad hoc da parte di madre natura!
soundtrack: "I feel love" Donna Summer
http://www.youtube.com/watch?v=f0h8Pjf4vNM
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lebowski

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Kommentare (16)