Lèi da Carì (2275 m) skitour
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Bosco, Airolo e il Nara aprono oggi? Va bene, per fare un po’ di pelli in tutta tranquillità ma allo stesso tempo non lontano dalle piste da sci - vuote! - c’è sempre Carì. Naturalmente, essendo per me solo la seconda volta, non posso pensare di esagerare con le difficoltà, per cui decido per l’appunto in favore dei bei pendii soleggiati di Carì. Il vantaggio principale qui è che il terreno e le piste li conosco già; inoltre a macchia di leopardo si appalesano presto delle tracce di gatti delle nevi, ma nel contempo gli spazi aperti offrono anche parecchi crinali vergini. Sul tracciato seguito non vi è molto da dire: seguo la stradina che parte dalla Tana dell’Orso (dietro il ristorante la Pineta) in direzione di Cassinello e poi, evitando Carì di dentro, continuo sul tracciato delle piste da sci fino al Belvedere (deserto!). Salgo poi a destra e mi immetto sulla bella pista di discesa, ma naturalmente in salita (qui con buone tracce di gatti), fino a portarmi all’arrivo dell’ancora. Qui svolto a sinistra sempre sulla stradina, ma quando questa prende verso destra per la parte terminale che porta al lago di Carì e al Betolin, mi dirigo ulteriormente verso sinistra sotto le roccette che fanno da contrafforte al Pizzo d’Era, per saggiare la neve polverosa e fresca. La zona è però densa di accumuli (passo sotto a due piccole slavine), quindi, raggiunto il crestone che dà su Venn, sopra Pian Cavallo, decido di piegare verso destra e salire in direzione del lago (Lèi da Carì) che raggiungo superando un ripido pendio. Da qui, anche per proteggermi dalle fastidiose ed impetuose folate di vento da nord che mi ghiacciano il naso e il mento, salgo poi fino al Betolin du Lèi a quota 2275. Riparato dal Betolin (anche se chiuso) tolgo le pelli e scambio due chiacchiere con altri tre sci-escursionisti, giunti da poco in questo bellissimo angolino. I miei sci “d’epoca” fanno entusiasticamente incuriosire il piccolo collegio, comunque, essendo io senza viveri, mi trattengo brevemente e poi comincio la discesa che porto a termine con una sola (goffa) caduta nella neve fresca, e, dove possibile, approfittando della neve dura già precedentemente battuta. Dal Belvedere in giù non c’è più traccia di gatti, quindi mi ingegno come posso nella bella neve farinosa e sorprendentemente l’operazione viene portata a termine senza ulteriori voli. Insegnamento ricevuto dall’esperienza odierna: per quanto riguarda la salita, i pendii troppo ripidi con neve portata dal vento sono pericolosi: meglio cercare la neve dura, quando possibile, e stare lontani dagli accumuli. In discesa oggi è andato tutto abbastanza bene: certo, niente sassi, niente bosco e niente sentieri stretti da escursionismo estivo. Carì non delude mai: arrivato alla macchina mangio un boccone baciato dal sole in fronte, molto più caldo di quanto annunciato dalla meteo (-8° a 2000 metri).
Tourengänger:
tapio
Communities: Hikr in italiano, Skitouren
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Kommentare (8)