Mont Gelè dal rifugio Crete Séche
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Definire un'alpinistica il Mont Gelè è un po' esagerato: è pur vero che si risale un ghiacciaio (o meglio, quello che ne è rimasto) ma di crepacci...neanche l'ombra. E' comunque l'ideale per portarci un gruppo alla prima esperienza di alta montagna: si ha la possibilità di incordarli, di fargli usare piccozza e ramponi e poi, l'ambiente è grandioso, con il Ghiacciaio di Otemma ben visibile dalla cima e tante vette famose tutt'intorno.
La salita al rifugio Crete Seche è tranquilla, dal parcheggio si sale per una stradina agricola fino all'alpeggio di Primo e poi a quello di Bernier a quota 2192 m da cui per un bel sentiero verso ovest si va verso il rifugio, solo in vista di questo si devia a sinistra e si salgono gli ultimi 80 ripidi metri. Se avete fretta però dalla strada agricola a quota 2000 m circa, cioè un centinaio di metri sopra Primo, si devia a sinistra per un sentiero che segue un costone e che, come si dice, "rende": in una quarantina di minuti sarete al Crete Seche. Questa soluzione viene scelta solo da me e da pochi altri, questa gran fretta in realtà non l'abbiamo ma vogliamo andare a dare un occhio alla palestrina di roccia poco distante dal rifugio. Naturalmente le nuvole che si stanno addensando sopra le nostre teste decidono di scaricarsi non appena abbiamo finito di imbragarci. Vabbè, tutti al rifugio, ne approfittiamo per un bel ripasso nodi per accompagnatori ed accompagnati!
Dopo una lauta cena usciamo per una boccata d'aria e, che meraviglia: le nubi si sono dissolte e la luna splende in cielo.
Il mattino dopo alle 4,30 non c'è una nuvola, si preannuncia una splendida giornata. Alle 5,30 lasciamo il rifugio seguendo il sentiero verso nord che risale il vallone, è già chiaro, fa ancora freddo e la prima neve è piuttosto dura ma non tanto da richiedere l'uso dei ramponi.
In breve siamo al Plan de la Sabla, un magnifico ed inaspettato pianoro con pozze e rigagnoli in cui si specchiano le cime circostanti illuminate dai primi raggi solari. Ci portiamo verso il fondo del piano e poi risaliamo il canalino che immette sul ghiacciaio e, in alto, al Colle del Mont Gelè a 3180 m. Olrepassato il colle ci leghiamo, calziamo i ramponi e cominciamo a risalire il pendio, la croce della cima è già ben visibile, procediamo con calma, prendendoci il tempo per guardarci intorno e fare foto, solo l'ultima rampa si impenna e facciamo alcuni zig zag, eccoci alle roccette finali, ci sleghiamo, leviamo i ramponi e in breve, siamo in cima, le nuvole non ci permettono di vedere molto, solo a tratti qualche vetta si fa vedere: il Mont Avril, la Pigne d'Arolla, il Mont Blanc de Cheillon e, naturalmente, imponente, il Grand Combin. Comunque un gran bell'ambiente, per molti poi è la prima esperienza di alta montagna e sembrano particolarmente entusiasti. Mangiamo con calma e poi scendiamo con altrettanta flemma, anche così poco dopo le 13 siamo al rifugio, poco prima di arrivare alle auto...inizia a piovere a dirotto, ma che importa: alle macchine ci cambieremo e l'importante è che tutto sia andato bene.
Senz'altro una gita consigliabile per chi voglia far fare una prima esperienza di alta montagna a dei neofiti ma anche una bella salita per godere di un gran panorama (nuvole permettendo). Il rifugio poi è veramente accogliente.
La salita al rifugio Crete Seche è tranquilla, dal parcheggio si sale per una stradina agricola fino all'alpeggio di Primo e poi a quello di Bernier a quota 2192 m da cui per un bel sentiero verso ovest si va verso il rifugio, solo in vista di questo si devia a sinistra e si salgono gli ultimi 80 ripidi metri. Se avete fretta però dalla strada agricola a quota 2000 m circa, cioè un centinaio di metri sopra Primo, si devia a sinistra per un sentiero che segue un costone e che, come si dice, "rende": in una quarantina di minuti sarete al Crete Seche. Questa soluzione viene scelta solo da me e da pochi altri, questa gran fretta in realtà non l'abbiamo ma vogliamo andare a dare un occhio alla palestrina di roccia poco distante dal rifugio. Naturalmente le nuvole che si stanno addensando sopra le nostre teste decidono di scaricarsi non appena abbiamo finito di imbragarci. Vabbè, tutti al rifugio, ne approfittiamo per un bel ripasso nodi per accompagnatori ed accompagnati!
Dopo una lauta cena usciamo per una boccata d'aria e, che meraviglia: le nubi si sono dissolte e la luna splende in cielo.
Il mattino dopo alle 4,30 non c'è una nuvola, si preannuncia una splendida giornata. Alle 5,30 lasciamo il rifugio seguendo il sentiero verso nord che risale il vallone, è già chiaro, fa ancora freddo e la prima neve è piuttosto dura ma non tanto da richiedere l'uso dei ramponi.
In breve siamo al Plan de la Sabla, un magnifico ed inaspettato pianoro con pozze e rigagnoli in cui si specchiano le cime circostanti illuminate dai primi raggi solari. Ci portiamo verso il fondo del piano e poi risaliamo il canalino che immette sul ghiacciaio e, in alto, al Colle del Mont Gelè a 3180 m. Olrepassato il colle ci leghiamo, calziamo i ramponi e cominciamo a risalire il pendio, la croce della cima è già ben visibile, procediamo con calma, prendendoci il tempo per guardarci intorno e fare foto, solo l'ultima rampa si impenna e facciamo alcuni zig zag, eccoci alle roccette finali, ci sleghiamo, leviamo i ramponi e in breve, siamo in cima, le nuvole non ci permettono di vedere molto, solo a tratti qualche vetta si fa vedere: il Mont Avril, la Pigne d'Arolla, il Mont Blanc de Cheillon e, naturalmente, imponente, il Grand Combin. Comunque un gran bell'ambiente, per molti poi è la prima esperienza di alta montagna e sembrano particolarmente entusiasti. Mangiamo con calma e poi scendiamo con altrettanta flemma, anche così poco dopo le 13 siamo al rifugio, poco prima di arrivare alle auto...inizia a piovere a dirotto, ma che importa: alle macchine ci cambieremo e l'importante è che tutto sia andato bene.
Senz'altro una gita consigliabile per chi voglia far fare una prima esperienza di alta montagna a dei neofiti ma anche una bella salita per godere di un gran panorama (nuvole permettendo). Il rifugio poi è veramente accogliente.
Tourengänger:
paoloski

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