Pizzo Badile 3308mt.
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Scalata che da parecchio tempo ho nei miei "sogni nel cassetto" e quest'anno, dato anche l'eccellente periodo di bel tempo con un Settembre ed un Ottobre da incorniciare, perlomeno nei w.e., vada come vada decido di tentare, da solo ed in giornata, per il pizzo Badile Retico dalla via normale della val Masino.
Partenza da casa prestissimo e arrivo ai Bagni di Masino verso le 6, ancora con il buio, tant'è che non avendo la frontale, per risparmiare al massimo il peso che mi dovrò portare (ho una corda di 40mt. con una fettuccia più moschettoni ed i ramponi - questi ultimi poi non utilizzati - dato che un po' di neve è già caduta sopra i 3000mt.), me la prendo con calma per i preparativi, finchè un escursionista, mi pare cercatore di funghi, mi dà qualche indicazione per il sentiero diretto al rifugio Gianetti.
In effetti da queste parti è parecchio tempo che non torno e quindi non vorrei sbagliare proprio il sentiero di partenza in particolare il bivio tra rifugi Omio e Gianetti, si sa che con il buio tutto diventa più complicato, oltretutto la prima parte del sentiero è in una fitta abetaia.
Una volta imboccato il giusto sentiero, salita senza problemi fino al rifugio Gianetti che, pur essendo ancora aperto, non dà segni di "vita": infatti non c'è nessuna presenza fuori di esso nonostante sia ormai baciato dal sole.
Forse l'aria frizzante ed un venticello non proprio caldo non invogliano a star fermi lì fuori.
Decido di non entrare e non fermarmi visto che ho sempre la preoccupazione di cosa troverò sopra, l'itinerario l'ho letto solo sulle carte ma non sono mai stato nemmeno al Gianetti.
Con il Badile ormai in bella vista, dal rifugio proseguo verso nord per tracce fra detriti pietraie e piccoli nevaietti fino ad arrivare sul costone centrale che discende la parete sud del pizzo Badile.
Tenendomi leggermente sulla sua sinistra, mi porto alla base della parete e per fortuna trovo quasi subito il punto dove "attaccare", ho letto talmente tante volte più guide e relazioni che mi sembra un posto quasi familiare.
Dopo aver iniziato la parete incomincia una cengia che porta verso destra fino ad arrivare alla cresta vera e propria.
Con un po' d'intuito ed esperienza, a cui mi affido sempre in queste circostanze, seguendo le tracce del passaggio (ci sono vari chiodi, anelli ed una corda molto vecchia che però non dà molto affidamento...) mantengo la cresta, stando però talvolta leggermente ad est ossia lasciandola sulla sinistra mentre si sale, evitando il passaggio dalla famosa croce Castelli Piatti, da cui transiterò invece in discesa, dove aggiro verso destra lo stretto camino di accesso alla croce.
Dopo questo passaggio c'è anche un tratto di cengia in leggera discesa (sempre mentre si sale), quindi circa a metà parete ci si sposta più decisamente a destra della cresta nell'ampio canale centrale della parete stessa percorrendolo fino in vetta ,che in realtà è una cresta allungata da est a ovest.
Avevo anche letto di una statua del Buddha collocata in cima ma non l'ho vista , non so se perchè sia stata rimossa o se fosse nascosta dalla neve.
Discesa dalla via di salita, senza aver purtroppo avuto il tempo di visitare il bivacco Redaelli, solo fotografato, per la preoccupazione della discesa e... del buio.
Unica variante nella discesa il passaggio dalla croce Castelli Piatti dove ho effettuato la seconda calata in doppia, (l'altra poco prima, in corrispondenza di uno dei tanti anelli presenti) con il problema però che la corda da 40mt. in questo passaggio è risultata un po' corta per l'arrivo fuori dal camino e... mi sono arrangiato... disarrampicando e recuperando con qualche difficoltà la corda.
A questo punto la tensione è scemata anche se avevo ancora un paio di passaggi un po' esposti ed ho perso almeno una ventina di minuti nel cercare i bastonicini telescopici che avevo depositato prima di iniziare la salita.
Sosta al rifugio Gianetti che nel frattempo risulta un po' rianimato e dove incontro la prima persona, il gestore, dopo questa mattina presto alla partenza; rientro infine a Bagni di Masino praticamente al buio.
Grazie Badile per avermi regalato un giornata memorabile e di avermi concesso di raccontarla, anche se a distanza di un po' di tempo, ancora viva nei miei ricordi.
Escursione che mi piacerebbe ripetere, visitando così il "famoso" piccolo bivacco Alfredo Redaelli, magari pernottando al Gianetti.
Partenza da casa prestissimo e arrivo ai Bagni di Masino verso le 6, ancora con il buio, tant'è che non avendo la frontale, per risparmiare al massimo il peso che mi dovrò portare (ho una corda di 40mt. con una fettuccia più moschettoni ed i ramponi - questi ultimi poi non utilizzati - dato che un po' di neve è già caduta sopra i 3000mt.), me la prendo con calma per i preparativi, finchè un escursionista, mi pare cercatore di funghi, mi dà qualche indicazione per il sentiero diretto al rifugio Gianetti.
In effetti da queste parti è parecchio tempo che non torno e quindi non vorrei sbagliare proprio il sentiero di partenza in particolare il bivio tra rifugi Omio e Gianetti, si sa che con il buio tutto diventa più complicato, oltretutto la prima parte del sentiero è in una fitta abetaia.
Una volta imboccato il giusto sentiero, salita senza problemi fino al rifugio Gianetti che, pur essendo ancora aperto, non dà segni di "vita": infatti non c'è nessuna presenza fuori di esso nonostante sia ormai baciato dal sole.
Forse l'aria frizzante ed un venticello non proprio caldo non invogliano a star fermi lì fuori.
Decido di non entrare e non fermarmi visto che ho sempre la preoccupazione di cosa troverò sopra, l'itinerario l'ho letto solo sulle carte ma non sono mai stato nemmeno al Gianetti.
Con il Badile ormai in bella vista, dal rifugio proseguo verso nord per tracce fra detriti pietraie e piccoli nevaietti fino ad arrivare sul costone centrale che discende la parete sud del pizzo Badile.
Tenendomi leggermente sulla sua sinistra, mi porto alla base della parete e per fortuna trovo quasi subito il punto dove "attaccare", ho letto talmente tante volte più guide e relazioni che mi sembra un posto quasi familiare.
Dopo aver iniziato la parete incomincia una cengia che porta verso destra fino ad arrivare alla cresta vera e propria.
Con un po' d'intuito ed esperienza, a cui mi affido sempre in queste circostanze, seguendo le tracce del passaggio (ci sono vari chiodi, anelli ed una corda molto vecchia che però non dà molto affidamento...) mantengo la cresta, stando però talvolta leggermente ad est ossia lasciandola sulla sinistra mentre si sale, evitando il passaggio dalla famosa croce Castelli Piatti, da cui transiterò invece in discesa, dove aggiro verso destra lo stretto camino di accesso alla croce.
Dopo questo passaggio c'è anche un tratto di cengia in leggera discesa (sempre mentre si sale), quindi circa a metà parete ci si sposta più decisamente a destra della cresta nell'ampio canale centrale della parete stessa percorrendolo fino in vetta ,che in realtà è una cresta allungata da est a ovest.
Avevo anche letto di una statua del Buddha collocata in cima ma non l'ho vista , non so se perchè sia stata rimossa o se fosse nascosta dalla neve.
Discesa dalla via di salita, senza aver purtroppo avuto il tempo di visitare il bivacco Redaelli, solo fotografato, per la preoccupazione della discesa e... del buio.
Unica variante nella discesa il passaggio dalla croce Castelli Piatti dove ho effettuato la seconda calata in doppia, (l'altra poco prima, in corrispondenza di uno dei tanti anelli presenti) con il problema però che la corda da 40mt. in questo passaggio è risultata un po' corta per l'arrivo fuori dal camino e... mi sono arrangiato... disarrampicando e recuperando con qualche difficoltà la corda.
A questo punto la tensione è scemata anche se avevo ancora un paio di passaggi un po' esposti ed ho perso almeno una ventina di minuti nel cercare i bastonicini telescopici che avevo depositato prima di iniziare la salita.
Sosta al rifugio Gianetti che nel frattempo risulta un po' rianimato e dove incontro la prima persona, il gestore, dopo questa mattina presto alla partenza; rientro infine a Bagni di Masino praticamente al buio.
Grazie Badile per avermi regalato un giornata memorabile e di avermi concesso di raccontarla, anche se a distanza di un po' di tempo, ancora viva nei miei ricordi.
Escursione che mi piacerebbe ripetere, visitando così il "famoso" piccolo bivacco Alfredo Redaelli, magari pernottando al Gianetti.
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Luca_P

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