Rifugio Gianetti, Val Porcellizzo
|
||||||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Grazie ad una settimana di eccezionale tempo meteorologico e complice una scommessa vecchia di quasi 10 anni, durante una pausa caffè sul posto di lavoro, decido la meta della prossima uscita: il rifugio Luigi Gianetti in val Porcellizzo. Calcolata la strada da fare, questa volta scelgo di partire di sabato per evitare chilometriche code al rientro e troppo tempo da passare in auto.
Questa volta saliremo solo io ed Andrea, gli altri compagni di strada hanno già preso impegni. La sveglia suona puntuale alle 5:10, doccia, controllo zaino, pieno di benzina, caffè per svegliare i sensi...e siamo già in auto. La strada corre veloce, di traffico non ce n'è. Arriviamo al parcheggio dei Bagni di Masino alle 08:30; il tempo di cambiarsi le scarpe, caricare gli zaini e siamo già per strada.
Superato il bivio rifugio Omio / Rifugio Gianetti, la mulattiera sale decisa e continuerà cosi almeno per la prossima ora e mezza. Nel fitto sottobosco il sentiero costeggia sempre il torrente, regalando ogni tanto qualche scorcio molto bello composto da fiori di montagna e vedute mozzafiato. Man mano che saliamo la visibilità varia rapidamente, alternando sole a basse nubi cariche di umidità. Prima di arrivare al pianoro, superiamo diverse volte il torrente, grosse placche e roccette.
Giunti all' unico tratto pianeggiante del sentiero dove c'è la casera Zoccone, vediamo in lontananza il gruppo del Porcellizzo, il Cengalo e il pizzo Badile che chiudono la valle; al di là c'è la nostra amata Val Codera. Sotto il Dente della Vecchia riusciamo a scorgere a malapena la sagoma del rifugio, ma la parte più impegnativa deve ancora venire. Attraversiamo velocemente la piana, incrociando gli amici del CAI di Lecco, qualche pastore e un nutrito gregge di capre che lasciano ricordini ovunque.
Cominciamo a salire quello che dapprima sembra essere solo un grosso zuccotto, il sentiero rampa mica da ridere e il non avero fatto o quasi colazione si fa sentire. Recuperiamo un po' di forze facendo qualche sosta con foto e mangiando un quadratino di cioccolato. Man mano che saliamo il rifugio fa capolino per poi scomparire di nuovo; come disse Andrea, è "un posto che si fa desiderare"!
L' ultima mezz'ora è scandita dalla vista del Gianetti che si avvicina sempre di più...distinguiamo 3 o 4 sagome di persone appoggiate alla ringhiera che sembrano attendere proprio noi. Ultimi metri e..si, è fatta, siamo su. Foto di rito sotto la targa del rifugio, cambio maglietta e finalmente un po' di meritato riposo...
In attesa di entrare per il pranzo ci intratteniamo a fare quattro chiacchiere con un simpatico signore che poi scopriremo abitare vicino a casa nostra; anche per lui era la prima volta che saliva al Gianetti e condividiamo assieme opinioni ed esperienze di trekking.
Lo stomaco brontola, è ora di entrare. Ci accomodiamo e subito il mitico rifugista Giacomo ci piazza davanti un enorme piatto di pasta che bruciamo in meno di 5 minuti. A seguire cotoletta, formaggio, dolce e caffè. Usciamo a fare quattro foto e a intrattenerci con gli altri escursionisti: c'è chi arriva dall' Omio, chi ha fatto il Badile chi invece come noi è salito per la prima volta.
Mentre altra gente sale dalla Val Masino, sentiamo in lontananza il rumore dell' elicottero che porterà i viveri ed un paio di persone. Ne approfittiamo facendo qualche ripresa con la videocamera che mi sono portato per documentare l'ascesa al Gianetti :)
Veso le 14:15 riprendiamo il sentiero per la Val Masino; avremmo voluto scendere passando dall' Omio ma il tempo stringe e contando che ci aspettano anche 2 ore e mezza di macchina, rimandiamo alla prossima occasione. Arriviamo giù ai bagni poco prima delle 17, ricarichiamo tutto in macchian e torniamo nella bassa padana.
Alla prossima!
Questa volta saliremo solo io ed Andrea, gli altri compagni di strada hanno già preso impegni. La sveglia suona puntuale alle 5:10, doccia, controllo zaino, pieno di benzina, caffè per svegliare i sensi...e siamo già in auto. La strada corre veloce, di traffico non ce n'è. Arriviamo al parcheggio dei Bagni di Masino alle 08:30; il tempo di cambiarsi le scarpe, caricare gli zaini e siamo già per strada.
Superato il bivio rifugio Omio / Rifugio Gianetti, la mulattiera sale decisa e continuerà cosi almeno per la prossima ora e mezza. Nel fitto sottobosco il sentiero costeggia sempre il torrente, regalando ogni tanto qualche scorcio molto bello composto da fiori di montagna e vedute mozzafiato. Man mano che saliamo la visibilità varia rapidamente, alternando sole a basse nubi cariche di umidità. Prima di arrivare al pianoro, superiamo diverse volte il torrente, grosse placche e roccette.
Giunti all' unico tratto pianeggiante del sentiero dove c'è la casera Zoccone, vediamo in lontananza il gruppo del Porcellizzo, il Cengalo e il pizzo Badile che chiudono la valle; al di là c'è la nostra amata Val Codera. Sotto il Dente della Vecchia riusciamo a scorgere a malapena la sagoma del rifugio, ma la parte più impegnativa deve ancora venire. Attraversiamo velocemente la piana, incrociando gli amici del CAI di Lecco, qualche pastore e un nutrito gregge di capre che lasciano ricordini ovunque.
Cominciamo a salire quello che dapprima sembra essere solo un grosso zuccotto, il sentiero rampa mica da ridere e il non avero fatto o quasi colazione si fa sentire. Recuperiamo un po' di forze facendo qualche sosta con foto e mangiando un quadratino di cioccolato. Man mano che saliamo il rifugio fa capolino per poi scomparire di nuovo; come disse Andrea, è "un posto che si fa desiderare"!
L' ultima mezz'ora è scandita dalla vista del Gianetti che si avvicina sempre di più...distinguiamo 3 o 4 sagome di persone appoggiate alla ringhiera che sembrano attendere proprio noi. Ultimi metri e..si, è fatta, siamo su. Foto di rito sotto la targa del rifugio, cambio maglietta e finalmente un po' di meritato riposo...
In attesa di entrare per il pranzo ci intratteniamo a fare quattro chiacchiere con un simpatico signore che poi scopriremo abitare vicino a casa nostra; anche per lui era la prima volta che saliva al Gianetti e condividiamo assieme opinioni ed esperienze di trekking.
Lo stomaco brontola, è ora di entrare. Ci accomodiamo e subito il mitico rifugista Giacomo ci piazza davanti un enorme piatto di pasta che bruciamo in meno di 5 minuti. A seguire cotoletta, formaggio, dolce e caffè. Usciamo a fare quattro foto e a intrattenerci con gli altri escursionisti: c'è chi arriva dall' Omio, chi ha fatto il Badile chi invece come noi è salito per la prima volta.
Mentre altra gente sale dalla Val Masino, sentiamo in lontananza il rumore dell' elicottero che porterà i viveri ed un paio di persone. Ne approfittiamo facendo qualche ripresa con la videocamera che mi sono portato per documentare l'ascesa al Gianetti :)
Veso le 14:15 riprendiamo il sentiero per la Val Masino; avremmo voluto scendere passando dall' Omio ma il tempo stringe e contando che ci aspettano anche 2 ore e mezza di macchina, rimandiamo alla prossima occasione. Arriviamo giù ai bagni poco prima delle 17, ricarichiamo tutto in macchian e torniamo nella bassa padana.
Alla prossima!
Tourengänger:
Barbacan

Communities: Hikr in italiano
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (2)