Tour delle Pyramides Calcaires
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Qualche anno fa uno starnuto della montagna, catapultando sul ventre della Val Veny milioni di metri cubi di massa detritica ocra, le ha restituito dignità naturale impedendo l'accesso alle auto.
La ferita benigna della frana si nota dopo un breve tratto partendo da La Visaille, marciando purtroppo su strada asfaltata fino al ponte sulla Dora che rivela il Lac de Combal.
Alla nostra destra, una ripida quanto breve salita sull'argine di contenimento del ghiacciaio del Miage ci porta sulle rive dell'omonimo lago.
Lo trovo smagrito, emaciato, sofferente, diviso in due da una lingua di detriti che l'ultima volta non c'era, nella testa mi circolano parole come riscaldamento globale e stop CO2...
Certo il fascino è rimasto.
Conserva il colore azzurro lattiginoso, e le sponde lunari costellate di extraterrestri suolati vibram che osservano il tetro ammasso glaciale che lo alimenta con parsimonia, liberando piccoli iceberg dalla sua scorza bianca e polverosa.
Scendendo troviamo davanti a noi un ampio pianoro erboso, dove sono racchiuse tutte le tonalità del verde; sembra di avere lenti di smeraldo montate sui nostri occhiali da sole!
In lontananza si vede già il rifugio Elisabetta Soldini (2195), mentre avanziamo in questo altopiano che raccoglie le acque derivanti dalle nevi sulle cime circostanti da una rete di capillari azzurri.Il tratto pianeggiante è un pò noioso ma permette di osservare attentamente il panorama.
Alcuni lunghi tornanti tagliati da scorciatoie verticali ci permettono di giungere al rifugio, sovrastato dalle enormi torri calcaree delle Pyramides Calcaires gigantesche vele chiare in un mare di granito grigio scuro.
Sulla destra ora splende bianchissimo il ghiacciaio di Lex Blanche torreggiato dall' Aiguille de Trelatéte, mentre sul fondo della valle verso Courmayeur Aiguille Noire, Monte Bianco, Mont Chetif , Gran Jorasses e Gran Combin...una vista che mozza il fiato nella trachea!
Oltrepassato l'Elisabetta, prendiamo la destra per iniziare la circumnavigazione di questi magnifici grattacieli rocciosi tenendo il sentiero a sinistra della dorsale morenica che divide la valle.
Un sentiero a mezza costa su inquietanti ammassi franosi sale fino ai 2600 metri del panoramico Col des Pyramides.
Qui iniziano le cicatrici che la follia collettiva della guerra ha lasciato sul confine italo francese: bunker, casermette, resti di fortificazioni improvvisate e un pò ovunque piccoli serpenti di filo spinato arrugginito... (Attenzione!) come una scossa mi attraversa il pensiero che un posto così bello possa essere stato luogo di morte per molti giovani ...per rinfrescarmi strofino la faccia con la neve...noto in alto sopra di noi un giovane stambecco, sembra accorgersi della foto che sto scattando e si mette rapidamente in posa.Chi l'ha detto che gli animali non conoscono la vanità?
Il Col de la Seigne, che segna il confine con la Francia è animato da una piccola pattuglia di escursionisti pronti allo scollinamento.
Continuiamo il tour aggirando il fianco della montagna, seguiamo tracce di sentiero che si perdono nel fondo pietroso, si prosegue a vista restando in quota. Sull'altro lato della valle verdissimi pascoli.
La traccia è ormai frammentata come un messaggio in codice Morse, quindi optiamo per la discesa verso il centro della valle attraversando un campo minato di "marella bovis", dove inesorabilmente entro con tutto lo scarpone...ho una speciale forma di rabdomanzia per centrarne una nascosta, figuriamoci se passo indenne in mezzo a dozzine...in tre ore circa abbiamo tracciato il periplo delle Pyramides e siamo tornati all'Elisabetta, ora puntiamo decisi verso il Miage dove ci aspetta una sosta per il pranzo.
La nostra escursione volge al termine.
Sono stanco, stordito e accecato dal sole caldissimo che oggi è incorniciato da un cielo blu genziana ma... soddisfatto come un vampiro che ha passato la notte in una banca del sangue...
La ferita benigna della frana si nota dopo un breve tratto partendo da La Visaille, marciando purtroppo su strada asfaltata fino al ponte sulla Dora che rivela il Lac de Combal.
Alla nostra destra, una ripida quanto breve salita sull'argine di contenimento del ghiacciaio del Miage ci porta sulle rive dell'omonimo lago.
Lo trovo smagrito, emaciato, sofferente, diviso in due da una lingua di detriti che l'ultima volta non c'era, nella testa mi circolano parole come riscaldamento globale e stop CO2...
Certo il fascino è rimasto.
Conserva il colore azzurro lattiginoso, e le sponde lunari costellate di extraterrestri suolati vibram che osservano il tetro ammasso glaciale che lo alimenta con parsimonia, liberando piccoli iceberg dalla sua scorza bianca e polverosa.
Scendendo troviamo davanti a noi un ampio pianoro erboso, dove sono racchiuse tutte le tonalità del verde; sembra di avere lenti di smeraldo montate sui nostri occhiali da sole!
In lontananza si vede già il rifugio Elisabetta Soldini (2195), mentre avanziamo in questo altopiano che raccoglie le acque derivanti dalle nevi sulle cime circostanti da una rete di capillari azzurri.Il tratto pianeggiante è un pò noioso ma permette di osservare attentamente il panorama.
Alcuni lunghi tornanti tagliati da scorciatoie verticali ci permettono di giungere al rifugio, sovrastato dalle enormi torri calcaree delle Pyramides Calcaires gigantesche vele chiare in un mare di granito grigio scuro.
Sulla destra ora splende bianchissimo il ghiacciaio di Lex Blanche torreggiato dall' Aiguille de Trelatéte, mentre sul fondo della valle verso Courmayeur Aiguille Noire, Monte Bianco, Mont Chetif , Gran Jorasses e Gran Combin...una vista che mozza il fiato nella trachea!
Oltrepassato l'Elisabetta, prendiamo la destra per iniziare la circumnavigazione di questi magnifici grattacieli rocciosi tenendo il sentiero a sinistra della dorsale morenica che divide la valle.
Un sentiero a mezza costa su inquietanti ammassi franosi sale fino ai 2600 metri del panoramico Col des Pyramides.
Qui iniziano le cicatrici che la follia collettiva della guerra ha lasciato sul confine italo francese: bunker, casermette, resti di fortificazioni improvvisate e un pò ovunque piccoli serpenti di filo spinato arrugginito... (Attenzione!) come una scossa mi attraversa il pensiero che un posto così bello possa essere stato luogo di morte per molti giovani ...per rinfrescarmi strofino la faccia con la neve...noto in alto sopra di noi un giovane stambecco, sembra accorgersi della foto che sto scattando e si mette rapidamente in posa.Chi l'ha detto che gli animali non conoscono la vanità?
Il Col de la Seigne, che segna il confine con la Francia è animato da una piccola pattuglia di escursionisti pronti allo scollinamento.
Continuiamo il tour aggirando il fianco della montagna, seguiamo tracce di sentiero che si perdono nel fondo pietroso, si prosegue a vista restando in quota. Sull'altro lato della valle verdissimi pascoli.
La traccia è ormai frammentata come un messaggio in codice Morse, quindi optiamo per la discesa verso il centro della valle attraversando un campo minato di "marella bovis", dove inesorabilmente entro con tutto lo scarpone...ho una speciale forma di rabdomanzia per centrarne una nascosta, figuriamoci se passo indenne in mezzo a dozzine...in tre ore circa abbiamo tracciato il periplo delle Pyramides e siamo tornati all'Elisabetta, ora puntiamo decisi verso il Miage dove ci aspetta una sosta per il pranzo.
La nostra escursione volge al termine.
Sono stanco, stordito e accecato dal sole caldissimo che oggi è incorniciato da un cielo blu genziana ma... soddisfatto come un vampiro che ha passato la notte in una banca del sangue...
Tourengänger:
lebowski

Communities: Hikr in italiano, Ticino Selvaggio
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Kommentare (5)