Rifugio Bertacchi (2175 m) e Pass da Niemet (2295 m)
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Escursione nell’alta Valle Spluga (detta anche Valle San Giacomo) in una giornata ventosa (ca. 40 km/h) e molto fredda, decisamente poco estiva.
Inizio dell’escursione: ore 8:00
Fine dell’escursione: ore 12:20
Temperatura alla partenza: 8,5°C
Temperatura al rientro: 9°C
Stimolato dalla bella pubblicazione “Meridiani Montagne: Spluga-Mesolcina”, Editoriale Domus, marzo 2010, decido di intraprendere una gita di perlustrazione a partire dal Lago di Monte Spluga.
Lascio l’auto in località Suretta, circa 650 m a nord della diga del lago. Una barriera impedisce il proseguimento ai non autorizzati. La temperatura rigida, ma soprattutto il vento freddo e le nuvole sulle cime più elevate scoraggerebbero chiunque. Non mi perdo d’animo e continuo sperando sempre in un miglioramento. Per la prima volta durante le escursioni del 2010 non produrrò nemmeno una goccia di sudore! Sarà una compensazione dei litri che, esattamente una settimana fa, ho perso nell’opprimente afa di Antalya; laggiù si sudava persino leggendo.
Seguo una comoda sterrata tracciata sul versante meridionale del Piz Spadolazzo (2722 m), che potrebbe costituire la meta odierna. Di tanto in tanto taglio i tornanti passando tra cespugli di rododendri, macigni e mucche al pascolo. A quota 2058 m raggiungo un bivio: a destra si scende verso il Lago degli Andossi, frequentato dai pescatori. Proseguo alla sinistra verso la sella a quota 2106 m. A nord noto dei muraglioni di sostegno, una strada sterrata e delle baracche poste su un cocuzzolo: probabilmente si tratta di una cava.
I segnavia indicano che da una parte si scende all’Alpe Macolini e Madesimo, dall’altra si prosegue verso il Rifugio Bertacchi e il Lago Emet. Abbandono la sterrata e seguo il sentiero C6 che attraversa, disegnando un arco e mantenendosi più o meno alla stessa quota, la testata della Valle dell'Acqua Grande. Ora lo sguardo permette di ammirare in basso la bella località turistica di Madesimo (1550 m) e sul versante opposto il Rifugio Bertacchi. Le cime, ricoperte di una spruzzata di neve fresca, sono parzialmente nascoste dalle nuvole.
Il sentiero deve superare per alcune decine di metri una “placconata” di rocce molto ripide. Delle catene passamano offrono sicurezza soprattutto in caso di neve o ghiaccio. Il punto chiave è pertanto facilmente superabile anche dalle famiglie con ragazzini.
A 2180 m di quota raggiungo la corona morenica che ha creato il Lago di Emet. Supero delle case tinteggiate di rosa, degli stagni e un brutto monumento costituito da un residuo bellico tricolore sormontato da una Madonna: un oltraggio al buon gusto. Trenta metri più in basso, il bel Lago di Emet ha la superficie increspata a causa delle folate di vento.
Di fianco al rifugio un piccolo rotore eolico trasforma energia meccanica in energia elettrica necessaria alla gestione della capanna. Suppongo che la resa energetica odierna sia particolarmente elevata.
Al Rifugio Bertacchi, del CAI, sezione di Milano, sono accolto da due simpatiche bambine. Esse attendono ansiose la mamma, scesa in città per recuperare un gattino. Una gentilissima ragazza di colore mi serve il caffè.
Il rifugio è dedicato al grande poeta della Valchiavenna, Giovanni Bertacchi (Chiavenna, 9 febbraio 1869 – Milano, 24 novembre 1942).
Fu docente di letteratura italiana presso l'Università di Padova dal 1916 al 1938, quando lasciò volontariamente l'insegnamento prendendo posizione contro il fascismo.
Sfoglio una guida alpinistica per leggere la descrizione dell’itinerario per raggiungere il Piz Spadolazzo (2722 m).
Lago di Emet (2144 m) e Rifugio Bertacchi (2175 m)
Intanto il vento non tende a placarsi. Indosso guanti e giacca a vento e mi avvio verso il Pass da Niemet (2295 m), posto sul confine tra Lombardia e Grigioni.
Al di là del Passo si scende verso Innerferrera (in romancio Calantgil, in italiano Ferrera di Dentro). Il passo funge pure da spartiacque tra Reno di Ferrera e Scalcoggia.
Il forte vento, il freddo e le nuvole in alto mi inducono a tornare sui miei passi: il Piz Spadolazzo può aspettare; sarà per un’altra volta!
Verso le 11:15 incrocio una lunga colonna di escursionisti: si tratta del CAI, sezione di Milano: la cima che hanno in programma è il Pizzo d’Emet (3209 m) o Piz Timun. È la seconda vetta più alta della valle dopo il Piz Tambò. Il tempo tende a migliorare: forse ce la faranno.
Tempo di salita: 1 h 30 min fino al Rifugio Bertacchi
Tempo totale: 4 h 20 min
Tempi parziali
Suretta – Rifugio Bertacchi: 1:30 h
Rifugio Bertacchi – Pass da Niemet: 30 min
Dislivello teorico: 410 m
Sviluppo complessivo: 10,0 km
Difficoltà: T2
Copertura della rete cellulare: buona

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