Castore 4223m
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Per questo weekend l'intenzione era di unirci all'amico Stellino che con l'UTOE Bellinzona aveva in programma la traversata del Palü e il Bernina. Dopo tante cime scalate insieme sarebbe stato bello salire insieme il nostro primo 4000. Purtroppo però mi sono mosso un po' tardi scoprendo che nel ristretto gruppo di partecipanti non c'erano più posti disponibili. Peccato!!
Smaltita la delusione mi metto alla ricerca di un piano B: un 4000 era previsto e un 4000 sarà! Con Raffaele discutiamo alcuni itinerari possibili e alla fine diecidiamo per il Castore. Provo a riservare due posti al Rifugio Quintino Sella ma come era prevedibile sono al completo. Poco male... vorrà dire che sarà un weekend in completa autonomia, con tenda, sacco a pelo e fornellino.
Dopo aver preparato meticolosamente tutto il necessario carichiamo in auto i nostri zaini (questa volta particolarmente pesanti) e partiamo verso la Val d'Aosta. Facciamo una breve sosta a Gressonay-la-trinité dove consumiamo un pasto veloce, poi proseguiamo qualche chilometro fino a Stafal.
A Stafal gli impianti di risalita permettono di superare senza fatica ben 850m di dislivello, spostando il punto di partenza ai 2672 m del Colle di Bettaforca. Purtroppo la situazione meteo non sembra dalla nostra: il cielo si sta coprendo rapidamente e nella nostra testa già ci immaginiamo di dover montare la tenda sotto l'acquazzone. Cerchiamo quindi di non perdere troppo tempo e cominciamo la salita. Nella prima parte il sentiero è facilmente individuabile tra le pietraie e a scadenza regolare è indicato da segnavia con il numero nove. Più si sale, meno la traccia diventa evidente, complice il terreno più sassoso e qualche nevaio.
Dopo i 3300 m circa il percorso si svolge su una cresta abbastanza esposta. La progressione è però facilitata da tratti attrezzati con catene e un ponticello in legno. Inoltre tutta la cresta è percorsa da una grossa corda fissa che accompagna gli escursionisti fino al rifugio.
Abbiamo una certa fretta di arrivare prima del temporale che ormai si fa sentire in lontananza, ma lo zaino pesante mi costringe a salire lentamente e fare qualche pausa di troppo. Fortunatamente i temporali si fanno solo sentire e si tengono a debita distanza. Così giungiamo in poco meno di 3 ore al rifugio Quintino Sella, nei pressi del quale cominciamo subito a montare la nostra tenda.
Per un po' di tempo siamo impegnati ad ancorare la tenda, costruire un piccolo muretto per ripararci dal vento, preparare del tè e qualcosa di caldo da mangiare. Purtroppo il pomeriggio e la serata non hanno grandi panorami da offrirci in quanto la nebbia ha avvolto le tende e il vicino rifugio rendendo l'atmosfera un po' spettrale. Anche la nostra meta per l'indomani resta nascosta. Non ci resta quindi che rifugiarci nei nostri sacchi a pelo e cercare di dormire un po'. Impresa non proprio facile visto che durante la notte il favonio ha cominciato a soffiare impetuoso sferzando la nostra povera tenda (non proprio una tenda d'alta quota) per tutta la notte. Sarà di certo una notte che ricorderemo a lungo! Il vento che ci ha tenuti svegli, non senza qualche momento di preoccupazione, ci regala al mattino un cielo stellato. Decidiamo di partire presto, e alle 5 siamo già in cammino sul ghiacciaio del Felik. Il vento non accenna a diminuire e temiamo che possa diventare un ostacolo per il raggiungimento della cima. Intanto continuiamo a salire. Lo zaino oggi è leggero, al suo interno solo una termos di tè, la macchina fotografica e un paio di guanti di riserva in quanto sono bardato di tutto punto, con tanto di passamontagna e cappuccio per proteggermi dal vento che continua a soffiare con forza. La traccia è molto evidente e il percorso non presenta grosse difficoltà. Qualche piccolo crepaccio comincia ad aprirsi nella prima parte del percorso, ma è facilmente scavalcabile. Superiamo la crepacciata terminale ancora ben chiusa e affrontiamo il ripido pendio che conduce al Colle Felik. Da lì risaliamo il pendio che conduce all'anticima, già ben oltre i 4000m. Il tratto che porta alla cima principale è una cresta nevosa abbastanza affilata che percorriamo con molta attenzione: i vento è infatti ancora molto forte ma ci permette comunque di avanzare fino alla cima. Solo lì ci rendiamo conto dello spettacolo che ci circonda: lo sguardo spazia sulle cime a 360 gradi. Sul versante Svizzero un mare di nuvole ricopre i fondovalle, tante montagne finora viste solo in fotografia si mostrano in tutta la loro fierezza, lambite dal sole che ancora è basso all'orizzonte. Avremmo voluto fermarci più a lungo, fare delle belle fotografie... ma la permanenza sulla cima è stata breve. Visto il forte vento e lo spazio esiguo decidiamo di scendere. La difficoltà maggiore che abbiamo incontrato su questa montagna è stata sicuramente la discesa, dove abbiamo dovuto incrociare le molte cordate in salita, specialmente nel tratto tra la cima e l'anticima. Altrimenti il percorso non presenta difficoltà e in breve tempo siamo alla tenda. Non sono nemmeno le 9 e ci concediamo una birra al Rifugio, per festeggiare il nostro primo 4000.
Tempo di salita dal Rifugio Quintino Sella: 2 ore e 15'
Tempo di discesa fino al Rifugio Quintino Sella : 1 ora 30'
Ci aspetta ancora la discesa al Colle di Bettaforca e il rientro a casa, non prima di aver smontato il nostro campo e aver riempito all'inverosimile (sigh!) il nostro zaino.
INFORMAZIONE INTERESSANTE:
Per chi volesse fare l'esperienza di dormire in tenda in quota senza trasformarsi in un piccolo portatore Sherpa, nella zona in cui abbiamo piazzato la nostra tenda la Ferrino ha un campo base permanente del progetto Ferrino High Lab. Si tratta di un laboratorio permanente per testare nuovi materiali e prodotti.
Nel weekend in cui abbiamo salito il Castore, alcuni persone hanno dormito nel campo base della Ferrino ricevendo nel rifugio sacchi letto e materassini. Le tende restano montate da inizio luglio a metà agosto.
Per informazioni è possibile rivolgersi al rifugio Quintino Sella.
Smaltita la delusione mi metto alla ricerca di un piano B: un 4000 era previsto e un 4000 sarà! Con Raffaele discutiamo alcuni itinerari possibili e alla fine diecidiamo per il Castore. Provo a riservare due posti al Rifugio Quintino Sella ma come era prevedibile sono al completo. Poco male... vorrà dire che sarà un weekend in completa autonomia, con tenda, sacco a pelo e fornellino.
Dopo aver preparato meticolosamente tutto il necessario carichiamo in auto i nostri zaini (questa volta particolarmente pesanti) e partiamo verso la Val d'Aosta. Facciamo una breve sosta a Gressonay-la-trinité dove consumiamo un pasto veloce, poi proseguiamo qualche chilometro fino a Stafal.
A Stafal gli impianti di risalita permettono di superare senza fatica ben 850m di dislivello, spostando il punto di partenza ai 2672 m del Colle di Bettaforca. Purtroppo la situazione meteo non sembra dalla nostra: il cielo si sta coprendo rapidamente e nella nostra testa già ci immaginiamo di dover montare la tenda sotto l'acquazzone. Cerchiamo quindi di non perdere troppo tempo e cominciamo la salita. Nella prima parte il sentiero è facilmente individuabile tra le pietraie e a scadenza regolare è indicato da segnavia con il numero nove. Più si sale, meno la traccia diventa evidente, complice il terreno più sassoso e qualche nevaio.
Dopo i 3300 m circa il percorso si svolge su una cresta abbastanza esposta. La progressione è però facilitata da tratti attrezzati con catene e un ponticello in legno. Inoltre tutta la cresta è percorsa da una grossa corda fissa che accompagna gli escursionisti fino al rifugio.
Abbiamo una certa fretta di arrivare prima del temporale che ormai si fa sentire in lontananza, ma lo zaino pesante mi costringe a salire lentamente e fare qualche pausa di troppo. Fortunatamente i temporali si fanno solo sentire e si tengono a debita distanza. Così giungiamo in poco meno di 3 ore al rifugio Quintino Sella, nei pressi del quale cominciamo subito a montare la nostra tenda.
Per un po' di tempo siamo impegnati ad ancorare la tenda, costruire un piccolo muretto per ripararci dal vento, preparare del tè e qualcosa di caldo da mangiare. Purtroppo il pomeriggio e la serata non hanno grandi panorami da offrirci in quanto la nebbia ha avvolto le tende e il vicino rifugio rendendo l'atmosfera un po' spettrale. Anche la nostra meta per l'indomani resta nascosta. Non ci resta quindi che rifugiarci nei nostri sacchi a pelo e cercare di dormire un po'. Impresa non proprio facile visto che durante la notte il favonio ha cominciato a soffiare impetuoso sferzando la nostra povera tenda (non proprio una tenda d'alta quota) per tutta la notte. Sarà di certo una notte che ricorderemo a lungo! Il vento che ci ha tenuti svegli, non senza qualche momento di preoccupazione, ci regala al mattino un cielo stellato. Decidiamo di partire presto, e alle 5 siamo già in cammino sul ghiacciaio del Felik. Il vento non accenna a diminuire e temiamo che possa diventare un ostacolo per il raggiungimento della cima. Intanto continuiamo a salire. Lo zaino oggi è leggero, al suo interno solo una termos di tè, la macchina fotografica e un paio di guanti di riserva in quanto sono bardato di tutto punto, con tanto di passamontagna e cappuccio per proteggermi dal vento che continua a soffiare con forza. La traccia è molto evidente e il percorso non presenta grosse difficoltà. Qualche piccolo crepaccio comincia ad aprirsi nella prima parte del percorso, ma è facilmente scavalcabile. Superiamo la crepacciata terminale ancora ben chiusa e affrontiamo il ripido pendio che conduce al Colle Felik. Da lì risaliamo il pendio che conduce all'anticima, già ben oltre i 4000m. Il tratto che porta alla cima principale è una cresta nevosa abbastanza affilata che percorriamo con molta attenzione: i vento è infatti ancora molto forte ma ci permette comunque di avanzare fino alla cima. Solo lì ci rendiamo conto dello spettacolo che ci circonda: lo sguardo spazia sulle cime a 360 gradi. Sul versante Svizzero un mare di nuvole ricopre i fondovalle, tante montagne finora viste solo in fotografia si mostrano in tutta la loro fierezza, lambite dal sole che ancora è basso all'orizzonte. Avremmo voluto fermarci più a lungo, fare delle belle fotografie... ma la permanenza sulla cima è stata breve. Visto il forte vento e lo spazio esiguo decidiamo di scendere. La difficoltà maggiore che abbiamo incontrato su questa montagna è stata sicuramente la discesa, dove abbiamo dovuto incrociare le molte cordate in salita, specialmente nel tratto tra la cima e l'anticima. Altrimenti il percorso non presenta difficoltà e in breve tempo siamo alla tenda. Non sono nemmeno le 9 e ci concediamo una birra al Rifugio, per festeggiare il nostro primo 4000.
Tempo di salita dal Rifugio Quintino Sella: 2 ore e 15'
Tempo di discesa fino al Rifugio Quintino Sella : 1 ora 30'
Ci aspetta ancora la discesa al Colle di Bettaforca e il rientro a casa, non prima di aver smontato il nostro campo e aver riempito all'inverosimile (sigh!) il nostro zaino.
INFORMAZIONE INTERESSANTE:
Per chi volesse fare l'esperienza di dormire in tenda in quota senza trasformarsi in un piccolo portatore Sherpa, nella zona in cui abbiamo piazzato la nostra tenda la Ferrino ha un campo base permanente del progetto Ferrino High Lab. Si tratta di un laboratorio permanente per testare nuovi materiali e prodotti.
Nel weekend in cui abbiamo salito il Castore, alcuni persone hanno dormito nel campo base della Ferrino ricevendo nel rifugio sacchi letto e materassini. Le tende restano montate da inizio luglio a metà agosto.
Per informazioni è possibile rivolgersi al rifugio Quintino Sella.
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