Paşabağ – Valle di Göreme (Cappadocia)
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Escursione nel surreale e fiabesco Parco Nazionale di Göreme (Anatolia Centrale), che per i suoi suggestivi aspetti naturalistici e storici, dal 1985 fa parte del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO (vedi filmato prodotto dall’UNESCO).
Inizio dell’escursione: ore 16:15
Fine dell’escursione: ore 17:15
Temperatura massima diurna: 29°C
Temperatura minima notturna: 14°C
Umidità relativa: 20%
Le temperature registrate in questo giorno svelano che il clima della regione è tipicamente continentale: estati calde ed asciutte, con temperature che raggiungono in genere valori di 26-28 °C e questo grazie all'altitudine che si mantiene intorno ai 1'000 m di quota.
L’autista dell’autobus ci fa scendere in un piccolo parcheggio contornato da mandorli, vigneti con viti molto basse e da spettacolari funghi di roccia alti fino a 30 metri, che costituiscono una delle principali attrazioni della Cappadocia. Gli abitanti della regione chiamano questi pinnacoli “I Camini delle Fate”.
Il nome di questa località, Paşabağ, significa “il vigneto di Pacha”, dove Pacha sta per “Generale” (rango militare), che è anche un soprannome molto comune in Turchia. La località è detta pure Monks Valley (Valle dei monaci) proprio grazie a queste formazioni in tufo intagliate a forma di cono, suddivise a loro volta in coni più piccoli, che in passato servivano da rifugio agli eremiti. All'interno essi avevano scavato la roccia dal basso verso l'alto fino a creare stanze alte 10-15 metri, dalle quali uscivano solo occasionalmente per prendere il cibo e le bevande offerti dai discepoli. La loro origine è dovuta all'accumulo dei prodotti vulcanici derivanti dalle eruzioni di due vulcani, lo Hasan Dagi e l'Ercyas Daği, circa 8 milioni di anni fa.
La guida ci concede solo un’oretta scarsa: un vero peccato, io ci sarei rimasto almeno mezza giornata!
Alcuni camini hanno due o tre teste dalle più svariate forme. Uno di questi camini è attribuito a San Simeone. San Simeone, eremita nelle vicinanze di Aleppo nel V secolo, cui si attribuivano miracoli, per sfuggire alla gente che lo turbava per quel motivo venne qui e cominciò a vivere su un camino di 2 m di altezza. Successivamente si trasferì su quella roccia più grande, a tre camini dalla quale scendeva soltanto per ritirare i viveri che gli portavano i suoi seguaci. In quel camino di fata a tre teste, databile del X secolo vi è un luogo di preghiera e una cella da eremita.
Le impurità della roccia, in particolare ossidi di ferro, conferiscono ai vari strati dei colori diversi, dal rosso, all’ocra, al giallo e al bianco.
I contadini prima, i monaci ed eremiti poi, adattarono questi funghi alle loro necessità, scolpendo nella roccia vulcanica abitazioni, cunicoli, pertugi e chiese.
Alla fine dell’escursione non poteva mancare la sosta alle numerose bancarelle, con merce di dubbia provenienza, spacciata per prodotti artigianali locali.
Tempo permettendo, c’è pure la possibilità di fare un giretto in groppa ad un dromedario. Questi animali vengono importati dalla Persia per scopi turistici.
Formazione dei “Camini delle Fate”.
Dal tardo Miocene fino al primo Pliocene (da 11 a 3 Milioni di anni fa), eruzione vulcaniche ripetute hanno deposto una sequenza di strati di ignimbrite (“pioggia di fuoco”). L'ignimbrite è una roccia vulcanica moderatamente compatta, ricca di quarzo. Si compone di numerosi piccoli frammenti per lo più deposti in cadute di cenere bollente, spesso in forma di enormi flussi piroclastici.

Partecipanti: Lore, siso, siso junior

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