Una Magnifica Regina Margherita...
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Ci siamo, finalmente si ritorna dalle parti del Monte Rosa. L'idea fissa e' mia e di Luciano da oramai qualche anno. Dopo una brutta ritirata a causa di una bufera di neve presa sul ghiacciaio poco oltre Punta Indren, ora ci ritroviamo di nuovo al cospetto di questa favolosa montagna.
In piu questa volta ci sono con noi anche Floriano (e la sua inseparabile BatCar) con la new entry Chiara.
Tempo bello, zaini pesanti quanto basta, popolazione alpinistica effervescente, belle valli, Alagna Vaslsesia bellissima......ma manca ancora l'orizzonte alpino che si apre dopo il passo dei salati, che non arriva mai...
Bisogna avere pazienza.
Finalmente si passa su quel maledetto tratto che l'altra volta ci ha bloccati, questa volta con una magnifica giornata di "troppo" sole.
09/07/2010: Il primo giorno lo utilizziamo per fare un podi acclimatamento, con l'avvicinamento dal Passo dei Salati (2970) fino al Rifugio Mantova (3498), base di partenza per l'indomani alla volta della Capanna Regina Margherita. Il piccolo rifugio, ora rinnovato con un bel avancorpo in legno che ospiita la sala mensa, viene raggiunto da me e Luciano tramite una bella via attrezzata con corda fissa che ci permette in circa 30 minuti di superare uno scalino roccioso che addirittura ci porta alla stessa quzota della soprastante Capanna Gniffetti.
Dopo le consuete foto riprendiamo la discesa al sottostante Rif. Mantova.
10/10/2010: La partenza, dopo i consueti preparativi come in questi casi, avviene verso le ore 05.30, con molte cordate che oramai sono sulla via di salita da almeno 1 ora. (i promissimi sono partiti dal rifugio verso le 02.30. Comunque bene lostesso in quanto prima delle 08.00 non abbiamo il sole che ci batte sopra. Ed in quelle 2.30 ore di penombra abb iamo poturo macinare almeno 800 metri di dislivello, purtroppo pero' non i piu' terribili.
Si passano in rassegna la Piramide Vincent (4215), il Balmenhorn (4167) ed il Cristo delle Vette, Il Corno Nero (4321), la Ludwigshoehe (4341), fino a giungere nei presso della punta Parrot. Qui il paesaggio di fa surreale. Dobbano scendere in una depressione glaciale per circa 100 metri di dislivello, ad un anfiteatro dal quale ha origine il Grenzgletcher.
Si risale piano piano per fortuna su pendenza poco inclianta ed il forte vento si fa subito sentire poco sollto la Punta Zumstein quando raggiungiamo il colle che div ide questa cima dalla Punta Gniffetti, ove sorge la Capanna Margherita.
Sembra fatta, ma in realta' l'ultimo tratto per raggiungere la capanna e' costituito da 80 metri di dislivello quasi tutti "in piedi". Gioia per le gambe stanche di quasi 5 ore di ghiacciaio.
Comunque, grazie anche a Chiara che nel frattempo si e' alternata a capocordata arriviamo anche noi in cima a festeggiare con glia altri.
E' fatta finalmente, dopo tanto aspettare ci troviamo anche noi nel rifugio piu' alto d'Europa.
Dopo opportuna pausa ed aver visitato questo nido d'Aquila, ci rimettiamo in cammino per tre ore, difficili e noiose (la neve gia molla ci ha fatto impazzire) verso il rifugio Mantova.
Dopo breve riposo decidiamo di buttarci giu verso la stazione Indren che attraverso un tippolo tratto di funivia ci riporta al passo dei Salati. Poi velocemente al rifugio Guglielmina, dove e' previsto il secondo pernottamento in quota.
Il Rifugio Guglielmina a 2880 mlm di quota e' un vero e proprio albergo d'alta quota e d'altri tempi. Camere accoglienti, possibilita' di doccia calda, ambiente raffinato, buona tavola e soprattutto buon bere ci ripagano dei due giorni passati in quota.
Peccato che dura poco. In una batter d'occhio e' gia domenica mattina ed ora di partire. Peccato. Quest'ultima tappa ci lascia un bel ricordo, che sa d'altri tempi.......
In piu questa volta ci sono con noi anche Floriano (e la sua inseparabile BatCar) con la new entry Chiara.
Tempo bello, zaini pesanti quanto basta, popolazione alpinistica effervescente, belle valli, Alagna Vaslsesia bellissima......ma manca ancora l'orizzonte alpino che si apre dopo il passo dei salati, che non arriva mai...
Bisogna avere pazienza.
Finalmente si passa su quel maledetto tratto che l'altra volta ci ha bloccati, questa volta con una magnifica giornata di "troppo" sole.
09/07/2010: Il primo giorno lo utilizziamo per fare un podi acclimatamento, con l'avvicinamento dal Passo dei Salati (2970) fino al Rifugio Mantova (3498), base di partenza per l'indomani alla volta della Capanna Regina Margherita. Il piccolo rifugio, ora rinnovato con un bel avancorpo in legno che ospiita la sala mensa, viene raggiunto da me e Luciano tramite una bella via attrezzata con corda fissa che ci permette in circa 30 minuti di superare uno scalino roccioso che addirittura ci porta alla stessa quzota della soprastante Capanna Gniffetti.
Dopo le consuete foto riprendiamo la discesa al sottostante Rif. Mantova.
10/10/2010: La partenza, dopo i consueti preparativi come in questi casi, avviene verso le ore 05.30, con molte cordate che oramai sono sulla via di salita da almeno 1 ora. (i promissimi sono partiti dal rifugio verso le 02.30. Comunque bene lostesso in quanto prima delle 08.00 non abbiamo il sole che ci batte sopra. Ed in quelle 2.30 ore di penombra abb iamo poturo macinare almeno 800 metri di dislivello, purtroppo pero' non i piu' terribili.
Si passano in rassegna la Piramide Vincent (4215), il Balmenhorn (4167) ed il Cristo delle Vette, Il Corno Nero (4321), la Ludwigshoehe (4341), fino a giungere nei presso della punta Parrot. Qui il paesaggio di fa surreale. Dobbano scendere in una depressione glaciale per circa 100 metri di dislivello, ad un anfiteatro dal quale ha origine il Grenzgletcher.
Si risale piano piano per fortuna su pendenza poco inclianta ed il forte vento si fa subito sentire poco sollto la Punta Zumstein quando raggiungiamo il colle che div ide questa cima dalla Punta Gniffetti, ove sorge la Capanna Margherita.
Sembra fatta, ma in realta' l'ultimo tratto per raggiungere la capanna e' costituito da 80 metri di dislivello quasi tutti "in piedi". Gioia per le gambe stanche di quasi 5 ore di ghiacciaio.
Comunque, grazie anche a Chiara che nel frattempo si e' alternata a capocordata arriviamo anche noi in cima a festeggiare con glia altri.
E' fatta finalmente, dopo tanto aspettare ci troviamo anche noi nel rifugio piu' alto d'Europa.
Dopo opportuna pausa ed aver visitato questo nido d'Aquila, ci rimettiamo in cammino per tre ore, difficili e noiose (la neve gia molla ci ha fatto impazzire) verso il rifugio Mantova.
Dopo breve riposo decidiamo di buttarci giu verso la stazione Indren che attraverso un tippolo tratto di funivia ci riporta al passo dei Salati. Poi velocemente al rifugio Guglielmina, dove e' previsto il secondo pernottamento in quota.
Il Rifugio Guglielmina a 2880 mlm di quota e' un vero e proprio albergo d'alta quota e d'altri tempi. Camere accoglienti, possibilita' di doccia calda, ambiente raffinato, buona tavola e soprattutto buon bere ci ripagano dei due giorni passati in quota.
Peccato che dura poco. In una batter d'occhio e' gia domenica mattina ed ora di partire. Peccato. Quest'ultima tappa ci lascia un bel ricordo, che sa d'altri tempi.......
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