Monte Resegone (1875 m) dalla Forcella di Olino
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Il Resegone, che deve il suo nome alla tipica forma frastagliata, si eleva all’estremità sud-occidentale delle Alpi Orobie, dalle quali è separato dal Gruppo dei Campelli.
Le sue nove punte ricordano proprio la lama di una sega.
È costituito prevalentemente da rocce calcareo-dolomitiche, risalenti al Triassico superiore (Norico).
Dalla vetta si può godere di una vista eccezionale su Lecco e sui laghi briantei.
L’antico nome del Resegone è Munt Serada. Secondo alcuni può significare che chiude (serra) le valli circostanti (Valle Imagna, Val Taleggio, Valsassina, Val d’Erve e bacino di Lecco. Altre versioni suggeriscono un’origine spagnola (segata si traduce aserrada). Gli spagnoli dominarono qui per quasi due secoli.
Questo monte, oltre che per i “Promessi Sposi”, è assurto a notorietà letteraria anche grazie al Carducci, che chiude la sua “Canzone di Legnano” con il famoso verso, geograficamente inesatto: “… il sol ridea calando dietro il Resegone”.
Per la mia prima salita al Resegone scelgo una delle vie più facili.
Raggiunta Lecco con la superstrada SS36 Milano-Lecco, seguo le indicazioni per la Valsassina. All’ingresso di Ballabio prendo la strada provinciale 63 per Mortarone. La stradina, asfaltata, oggi è cosparsa di foglie e rami, caduti per il violento temporale della notte. Si devono percorrere circa 11,5 km, per lo più senza guidovia di protezione, con panorama mozzafiato sul lago: un incubo per chi soffre di vertigini! Il tormento termina in prossimità di una breve galleria, dove è possibile parcheggiare.
Un cartello prima della galleria indica che siamo in località Forcella di Olino (1158 m) sul sentiero D.O.L. (Dorsale Orobica Lecchese) no. 17.
Oltre la galleria la strada scende verso Morterone; fino a pochi anni fa, con 33 abitanti, era il comune più piccolo d’Europa. Ora il primato gli è stato sottratto da Padesina, in provincia di Sondrio.
Il sentiero si addentra in un bosco, salendo gradualmente con modesta pendenza. Dopo circa quaranta minuti si arriva alla fonte Forbesette (1378 m), una delle poche sorgenti di questo versante del Resegone. Due tavoli con panchine ci invitano ad una breve sosta. Alcune radure permettono una bella visione del nucleo di Mortarone. In alcuni tratti il sentiero diventa molto stretto e sembra svanire fra i faggi.
Usciti dal bosco siamo subito sedotti dalla ricchezza della flora. Mi concedo numerose pause per fotografare queste meraviglie, in primo luogo il giglio martagone.
Lilium martagon
L’ultimo tratto di salita presenta una pendenza di tutto rispetto, che si supera con numerose e ampie giravolte.
Raggiunta la cresta (1835 m) si rimane inevitabilmente sorpresi dalle facciate rosso intenso del Rifugio Azzoni, una tonalità inconsueta per i rifugi alpini, ma tutto sommato piacevole e soprattutto singolare.
Dal Rifugio Azzoni (1860 m) in un batter d’occhio si è sulla Punta Cermenati (1875 m), il dente più elevato del Resegone, caratterizzato da un’elevata croce metallica.
Panorama imperdibile!
Inizio dell’escursione: ore 7:50
Fine dell’escursione: ore 15:00
Tempo di salita: 2:40 h
Tempo totale: 7:10 h
Dislivello teorico: 717 m
Difficoltà: T2
Partecipanti: Lore e siso

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